Nel mondo Enogastronomico risulta molto importante l’aspetto culturale e qualitativo, allo scopo di diversificare e caratterizzare i prodotti. È indispensabile quindi mirare sempre più ad una differenziazione e personalizzazione delle produzioni vitivinicole, individuando specifici ecosistemi nei quali il vitigno assume una importanza fondamentale dovuta alle sue specifiche esigenze climatiche e pedologiche. La crescente attenzione dei consumatori verso i territori e le produzioni tipiche rende i vitigni "autoctoni", ovvero quelle varietà selezionate nell’arco del tempo all’interno di zone geograficamente limitate, non solo una risorsa genetica da conservare, ma anche una concreta potenzialità a supporto dello sviluppo economico del comparto vitivinicolo italiano. Pertanto, la ricerca, la conservazione e la successiva valorizzazione del germoplasma viticolo locale possono rendere le produzioni regionali più competitive sul panorama nazionale ed internazionale perché associate alla tradizione ed all'immagine unica del territorio. Purtroppo, in tempi passati la quantità delle produzioni viticole è stata prioritaria sulla qualità ed abbiamo assistito ad un fenomeno di abbandono di alcune varietà marginali che ha fatto sì che le Marche nonostante abbiano un comparto vitivinicolo importante con circa 17.300 ettari di vigneti e una produzione di vino di circa un milioni di ettolitri, il 70% dei vigneti della regione sono rappresentati da solo sei varietà, ovvero Sangiovese, Montepulciano, Verdicchio, Trebbiano Toscano/Biancame, Passerina e Pecorino (Crespan et al., 2021). Numerosi vitigni antichi sono scomparsi ma in qualche raro caso si sono conservati in situazioni particolari ed in luoghi più marginali, ed è quello che è avvenuto per le tre cultivar prese in analisi. Il presente elaborato si propone l’obiettivo di contribuire alla valorizzazione della biodiversità del territorio marchigiano, in particolare si andrà ad analizzare nel dettaglio il recupero e la caratterizzazione di tre antichi vitigni quali Torella, Zivì e Famoso Marchigiano e che potranno eventualmente essere iscritte nel Catalogo Italiano, Registro Nazionale Varietà di Vite. Nell’ articolo “Grapevine (Vitis vinifera L.) varietal assortment and evolution in the Marche region (central Italy)” di OenoOne 67 varietà di vite provenienti da due depositi italiani (CREA Viticoltura ed Enologia e ASSAM) sono state analizzate per determinarne il profilo molecolare e per studiare le loro relazioni genetiche. Da questa analisi 18 vitigni sono risultati privi del profilo SSR nel VIVC e non ancora iscritti al catalogo italiano, tra cui le varietà scelte per la stesura di questa tesi e che si vogliono approfondire.
Recupero e caratterizzazione di antichi vitigni delle Marche (Torella, Zivì e Famoso Marchigiano)
BALLATORI, ELISA
2021/2022
Abstract
Nel mondo Enogastronomico risulta molto importante l’aspetto culturale e qualitativo, allo scopo di diversificare e caratterizzare i prodotti. È indispensabile quindi mirare sempre più ad una differenziazione e personalizzazione delle produzioni vitivinicole, individuando specifici ecosistemi nei quali il vitigno assume una importanza fondamentale dovuta alle sue specifiche esigenze climatiche e pedologiche. La crescente attenzione dei consumatori verso i territori e le produzioni tipiche rende i vitigni "autoctoni", ovvero quelle varietà selezionate nell’arco del tempo all’interno di zone geograficamente limitate, non solo una risorsa genetica da conservare, ma anche una concreta potenzialità a supporto dello sviluppo economico del comparto vitivinicolo italiano. Pertanto, la ricerca, la conservazione e la successiva valorizzazione del germoplasma viticolo locale possono rendere le produzioni regionali più competitive sul panorama nazionale ed internazionale perché associate alla tradizione ed all'immagine unica del territorio. Purtroppo, in tempi passati la quantità delle produzioni viticole è stata prioritaria sulla qualità ed abbiamo assistito ad un fenomeno di abbandono di alcune varietà marginali che ha fatto sì che le Marche nonostante abbiano un comparto vitivinicolo importante con circa 17.300 ettari di vigneti e una produzione di vino di circa un milioni di ettolitri, il 70% dei vigneti della regione sono rappresentati da solo sei varietà, ovvero Sangiovese, Montepulciano, Verdicchio, Trebbiano Toscano/Biancame, Passerina e Pecorino (Crespan et al., 2021). Numerosi vitigni antichi sono scomparsi ma in qualche raro caso si sono conservati in situazioni particolari ed in luoghi più marginali, ed è quello che è avvenuto per le tre cultivar prese in analisi. Il presente elaborato si propone l’obiettivo di contribuire alla valorizzazione della biodiversità del territorio marchigiano, in particolare si andrà ad analizzare nel dettaglio il recupero e la caratterizzazione di tre antichi vitigni quali Torella, Zivì e Famoso Marchigiano e che potranno eventualmente essere iscritte nel Catalogo Italiano, Registro Nazionale Varietà di Vite. Nell’ articolo “Grapevine (Vitis vinifera L.) varietal assortment and evolution in the Marche region (central Italy)” di OenoOne 67 varietà di vite provenienti da due depositi italiani (CREA Viticoltura ed Enologia e ASSAM) sono state analizzate per determinarne il profilo molecolare e per studiare le loro relazioni genetiche. Da questa analisi 18 vitigni sono risultati privi del profilo SSR nel VIVC e non ancora iscritti al catalogo italiano, tra cui le varietà scelte per la stesura di questa tesi e che si vogliono approfondire.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Documento di tesi: Recupero e caratterizzazione di antichi vitigni delle Marche (Torella, Famoso Marchigiano, Zivì).
Elaborato di tesi Elisa Ballatori 1093807.
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/10021