ABSTRACT: Obiettivo: Valutare il grado di conoscenza di infermieri neolaureati riguardo le indicazioni delle Linee Guida per la prevenzione delle complicanze correlate ai cateteri venosi periferici. Background I cateteri venosi periferici sono tra i dispositivi di maggior impiego negli ospedali di tutto il mondo, utilizzati in circa il 90 % dei pazienti ricoverati.1 Tuttavia, per quanto comuni, non risultano esenti da complicanze in alcuni casi anche gravi e queste possono essere prevenute adottando comportamenti adeguati. Periodicamente il Center for Desease Control elabora e promuove nuove Linee Guida, ideate come strumento a supporto dei professionisti sanitari all’interno del quale sono raccolte le indicazioni supportate dalle evidenze capaci di garantire la miglior gestione possibile degli accessi vascolari. Disegno di studio Questo studio trasversale è stato sviluppato tra luglio e settembre 2022. Metodi: La conoscenza degli ex studenti neo-infermieri riguardo le Linee Guida CDC sulla prevenzione delle complicanze correlate ai cateteri venosi periferici e la sua correlazione con il genere, il tempo trascorso dalla fine degli studi, l’eventuale prosecuzione di percorsi di formazione post base e i setting operativi presso cui prestano servizio, sono state valutate mediante la somministrazione di un questionario validato contenente dieci domande. Risultati: Dei circa novanta soggetti facenti parte della popolazione di ex studenti di infermieristica presso il polo didattico di Macerata laureati negli anni accademici 2019/2020 e 2020/2021, in sessantuno hanno preso parte allo studio rispondendo al questionario. La maggior parte dei partecipanti era di sesso femminile (70,5%), in possesso del solo titolo triennale di base (78,7%), laureati nell’Anno Accademico 2020/2021 (63,9%), in servizio presso setting di tipo RSA/casa di riposo (42,6%) e di area medica (32,8%). Il punteggio mediano su 10 domande è stato di 5 su 10. Tutti i soggetti hanno dimostrato di sapere che un catetere venoso periferico non presentante complicanze può rimanere in sede fino a 72-96 ore (100%). Una buona percentuale degli infermieri ha dimostrato di sapere che non è indicato l’utilizzo di aghi in acciaio (tipo “butterfly”) per la somministrazione di farmaci (72,1%), che la sostituzione della medicazione è raccomandata ogni qual volta risulti indicato in quanto sporca, bagnata, dislocata (80,3%) e che quando si infondono prodotti del sangue o emulsioni di lipidi è raccomandato sostituire il set di infusione al massimo ogni 24 ore (95,1%). Da notare come soltanto il 37,7% degli studenti abbia risposto in modo corretto alla domanda relativa all’utilizzo di pomate antibiotiche sull’exit site, sicuri nel sostenere che tale pratica non sia idonea in quanto capace di determinare antibiotico resistenza, piuttosto che scorretta in quanto inefficace nella diminuzione dell’infezione catetere correlata (risposta data dal 49,2% degli infermieri). Nell’analisi multivariata, un più alto livello di conoscenza è stato riscontrato nei soggetti usciti più di recente dall’università e da quelli che operano non in setting di emergenza. Conclusioni: Il grado di conoscenza dei neo-infermieri risulta, riguardo alcune raccomandazioni, piuttosto basso. Questo potrebbe risultare come potenziale fattore di rischio per la sicurezza dei pazienti. I risultati dovrebbero sensibilizzare i dirigenti verso un rafforzamento dell’aggiornamento periodico riguardo le Linee Guida internazionali, nonché a rendere maggiormente utilizzati i protocolli locali, strumenti capaci di rafforzare nei lavoratori comportamenti supportati dalle migliori evidenze. Tutto questo potrebbe determinare un’assistenza migliore, più sicura e di conseguenza anche una riduzione dei costi sanitari.

Valutazione del grado di conoscenza e aderenza alle Linee Guida CDC nella gestione dei cateteri venosi periferici da parte di infermieri neolaureati: uno studio trasversale

LANCIOTTI, LEONARDO
2021/2022

Abstract

ABSTRACT: Obiettivo: Valutare il grado di conoscenza di infermieri neolaureati riguardo le indicazioni delle Linee Guida per la prevenzione delle complicanze correlate ai cateteri venosi periferici. Background I cateteri venosi periferici sono tra i dispositivi di maggior impiego negli ospedali di tutto il mondo, utilizzati in circa il 90 % dei pazienti ricoverati.1 Tuttavia, per quanto comuni, non risultano esenti da complicanze in alcuni casi anche gravi e queste possono essere prevenute adottando comportamenti adeguati. Periodicamente il Center for Desease Control elabora e promuove nuove Linee Guida, ideate come strumento a supporto dei professionisti sanitari all’interno del quale sono raccolte le indicazioni supportate dalle evidenze capaci di garantire la miglior gestione possibile degli accessi vascolari. Disegno di studio Questo studio trasversale è stato sviluppato tra luglio e settembre 2022. Metodi: La conoscenza degli ex studenti neo-infermieri riguardo le Linee Guida CDC sulla prevenzione delle complicanze correlate ai cateteri venosi periferici e la sua correlazione con il genere, il tempo trascorso dalla fine degli studi, l’eventuale prosecuzione di percorsi di formazione post base e i setting operativi presso cui prestano servizio, sono state valutate mediante la somministrazione di un questionario validato contenente dieci domande. Risultati: Dei circa novanta soggetti facenti parte della popolazione di ex studenti di infermieristica presso il polo didattico di Macerata laureati negli anni accademici 2019/2020 e 2020/2021, in sessantuno hanno preso parte allo studio rispondendo al questionario. La maggior parte dei partecipanti era di sesso femminile (70,5%), in possesso del solo titolo triennale di base (78,7%), laureati nell’Anno Accademico 2020/2021 (63,9%), in servizio presso setting di tipo RSA/casa di riposo (42,6%) e di area medica (32,8%). Il punteggio mediano su 10 domande è stato di 5 su 10. Tutti i soggetti hanno dimostrato di sapere che un catetere venoso periferico non presentante complicanze può rimanere in sede fino a 72-96 ore (100%). Una buona percentuale degli infermieri ha dimostrato di sapere che non è indicato l’utilizzo di aghi in acciaio (tipo “butterfly”) per la somministrazione di farmaci (72,1%), che la sostituzione della medicazione è raccomandata ogni qual volta risulti indicato in quanto sporca, bagnata, dislocata (80,3%) e che quando si infondono prodotti del sangue o emulsioni di lipidi è raccomandato sostituire il set di infusione al massimo ogni 24 ore (95,1%). Da notare come soltanto il 37,7% degli studenti abbia risposto in modo corretto alla domanda relativa all’utilizzo di pomate antibiotiche sull’exit site, sicuri nel sostenere che tale pratica non sia idonea in quanto capace di determinare antibiotico resistenza, piuttosto che scorretta in quanto inefficace nella diminuzione dell’infezione catetere correlata (risposta data dal 49,2% degli infermieri). Nell’analisi multivariata, un più alto livello di conoscenza è stato riscontrato nei soggetti usciti più di recente dall’università e da quelli che operano non in setting di emergenza. Conclusioni: Il grado di conoscenza dei neo-infermieri risulta, riguardo alcune raccomandazioni, piuttosto basso. Questo potrebbe risultare come potenziale fattore di rischio per la sicurezza dei pazienti. I risultati dovrebbero sensibilizzare i dirigenti verso un rafforzamento dell’aggiornamento periodico riguardo le Linee Guida internazionali, nonché a rendere maggiormente utilizzati i protocolli locali, strumenti capaci di rafforzare nei lavoratori comportamenti supportati dalle migliori evidenze. Tutto questo potrebbe determinare un’assistenza migliore, più sicura e di conseguenza anche una riduzione dei costi sanitari.
2021
2022-11-23
Assessment of the degree of knowledge and adherence to the CDC Guidelines in the management of peripheral venous catheters by newly graduated nurses: a cross-sectional study
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/11137