La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca maggiormente diffusa tra la popolazione mondiale e ha una frequenza crescente con l’avanzare dell’età. Il monitoraggio del segnale elettrocardiografico è molto importante perché permette un’accurata diagnosi della fibrillazione atriale, anche quando si presenta in forme asintomatiche. Lo scopo di questa tesi è monitorare un soggetto anziano che ha sofferto di questa aritmia ed è stato sottoposto ad ablazione cardiaca transcatetere. Il cuore è un muscolo involontario dotato di un pacemaker naturale che regola la frequenza cardiaca. Esso da origine a un impulso elettrico che attraversa il sistema di conduzione determinando la contrazione del cuore stesso. Tale contrazione permette al cuore di far passare il sangue ai vasi sanguigni e di raggiungere tutti gli organi. L’attività elettrica del cuore da origine al segnale elettrico cardiografico (ECG). Questo può essere registrato attraverso degli elettrodi posti sulla cute del paziente che misurano le differenze di potenziale tra precisi siti anatomici. Il metodo maggiormente utilizzato è l’ECG a 12 derivazioni. Quando si registra l’ECG, è normale avere interferenze di diversa natura e per avere un segnale di qualità si utilizzano particolari unità di filtraggio. Il segnale ECG è rappresentato da un tracciato caratteristico formato da specifiche onde e precisi intervalli, le cui alterazioni indicano la presenza di un problema a livello cardiaco. In presenza di fibrillazione atriale non sono visibili le onde P e gli intervalli RR risultano irregolari. La fibrillazione atriale è un’aritmia sopraventricolare caratterizzata da un’attività elettrica atriale caotica e irregolare. Essa può essere classificata in base a una tempistica degli episodi o secondo l’eziologia. La fibrillazione atriale può essere asintomatica o presentarsi con palpitazioni e dolore toracico. In presenza di fibrillazione atriale occorre sottoporsi a ECG, ecocardiogramma ed ecografia transesofagea. La tecnologia riveste un ruolo importante nel prolungare il monitoraggio in soggetti in cui si sospetta la presenza di fibrillazione atriale per migliorarne la diagnosi. Attualmente lo strumento più utilizzato è l’Holter cardiaco che permette un monitoraggio fino a 48 ore ma sono disponibili molti dispositivi in grado di registrare l’ECG in modo continuo fino a un mese e altri che misurano a intermittenza, o all’occorrenza, per un periodo di tempo indefinito. Per effettuare la diagnosi di fibrillazione atriale il segnale registrato viene analizzato da un medico specialista. L’uso di biomarcatori digitali e di algoritmi possono aiutare a migliorare la qualità diagnostica. In caso di fibrillazione atriale diagnosticata, si può procedere con una terapia farmacologica, con la cardioversione elettrica o attraverso l’ablazione cardiaca transcatetere. Per monitorare il soggetto in questa tesi, è stato usato il KardiaMobile 6L, uno strumento a tre elettrodi in grado di effettuare la registrazione ECG a 6 derivazioni. Il protocollo seguito è basato sulla routine giornaliera del soggetto e sull’assunzione dei farmaci. Non sono stati rilevati episodi di fibrillazione atriale ma ritmo sinusale normale, contrazioni ventricolari premature e QRS largo. Osservando l’anamnesi della paziente tali risultati rispecchiano quelli attesi, ad eccezione della rilevazione di QRS largo dopo aver assunto farmaci per il trattamento dell’insufficienza cardiaca, dell’ipertensione, della malattia di Alzheimer, della depressione e dell’epilessia.
Monitoraggio della fibrillazione atriale in età senile
FERRUCCI, AURORA
2021/2022
Abstract
La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca maggiormente diffusa tra la popolazione mondiale e ha una frequenza crescente con l’avanzare dell’età. Il monitoraggio del segnale elettrocardiografico è molto importante perché permette un’accurata diagnosi della fibrillazione atriale, anche quando si presenta in forme asintomatiche. Lo scopo di questa tesi è monitorare un soggetto anziano che ha sofferto di questa aritmia ed è stato sottoposto ad ablazione cardiaca transcatetere. Il cuore è un muscolo involontario dotato di un pacemaker naturale che regola la frequenza cardiaca. Esso da origine a un impulso elettrico che attraversa il sistema di conduzione determinando la contrazione del cuore stesso. Tale contrazione permette al cuore di far passare il sangue ai vasi sanguigni e di raggiungere tutti gli organi. L’attività elettrica del cuore da origine al segnale elettrico cardiografico (ECG). Questo può essere registrato attraverso degli elettrodi posti sulla cute del paziente che misurano le differenze di potenziale tra precisi siti anatomici. Il metodo maggiormente utilizzato è l’ECG a 12 derivazioni. Quando si registra l’ECG, è normale avere interferenze di diversa natura e per avere un segnale di qualità si utilizzano particolari unità di filtraggio. Il segnale ECG è rappresentato da un tracciato caratteristico formato da specifiche onde e precisi intervalli, le cui alterazioni indicano la presenza di un problema a livello cardiaco. In presenza di fibrillazione atriale non sono visibili le onde P e gli intervalli RR risultano irregolari. La fibrillazione atriale è un’aritmia sopraventricolare caratterizzata da un’attività elettrica atriale caotica e irregolare. Essa può essere classificata in base a una tempistica degli episodi o secondo l’eziologia. La fibrillazione atriale può essere asintomatica o presentarsi con palpitazioni e dolore toracico. In presenza di fibrillazione atriale occorre sottoporsi a ECG, ecocardiogramma ed ecografia transesofagea. La tecnologia riveste un ruolo importante nel prolungare il monitoraggio in soggetti in cui si sospetta la presenza di fibrillazione atriale per migliorarne la diagnosi. Attualmente lo strumento più utilizzato è l’Holter cardiaco che permette un monitoraggio fino a 48 ore ma sono disponibili molti dispositivi in grado di registrare l’ECG in modo continuo fino a un mese e altri che misurano a intermittenza, o all’occorrenza, per un periodo di tempo indefinito. Per effettuare la diagnosi di fibrillazione atriale il segnale registrato viene analizzato da un medico specialista. L’uso di biomarcatori digitali e di algoritmi possono aiutare a migliorare la qualità diagnostica. In caso di fibrillazione atriale diagnosticata, si può procedere con una terapia farmacologica, con la cardioversione elettrica o attraverso l’ablazione cardiaca transcatetere. Per monitorare il soggetto in questa tesi, è stato usato il KardiaMobile 6L, uno strumento a tre elettrodi in grado di effettuare la registrazione ECG a 6 derivazioni. Il protocollo seguito è basato sulla routine giornaliera del soggetto e sull’assunzione dei farmaci. Non sono stati rilevati episodi di fibrillazione atriale ma ritmo sinusale normale, contrazioni ventricolari premature e QRS largo. Osservando l’anamnesi della paziente tali risultati rispecchiano quelli attesi, ad eccezione della rilevazione di QRS largo dopo aver assunto farmaci per il trattamento dell’insufficienza cardiaca, dell’ipertensione, della malattia di Alzheimer, della depressione e dell’epilessia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/11585