La quasi totalità degli studi epidemiologici, clinici e di laboratorio hanno fornito evidenze definitive sulle capacità dell’attività fisica di ridurre la morbilità e la mortalità delle malattie cardiovascolari e di migliorare le prestazioni fisiche e la qualità di vita di chi la pratica. A fronte di tale effetto positivo, essa comporta anche alcuni rischi, in particolare a carico dell’apparato cardiovascolare, infatti, può rappresentare il trigger di eventi acuti, quali infarto miocardico, angina pectoris e morte cardiaca improvvisa (MCI). Il monitoraggio dell’attività cardiaca è un aspetto che risulta sempre più interessante per diversi settori, poiché grazie anche ad analisi da remoto, attraverso strumentazioni indossabili che rientrano nella gamma di registratori elettrocardiografici mobili di qualità clinica, è possibile intervenire in maniera tempestiva qualora si riscontrassero anomalie nel ritmo cardiaco. Un’attenzione particolare è rivolta, in questo senso, all’ambito sportivo e in particolare agli atleti, agonisti e amatoriali, i quali eseguendo uno sforzo, più o meno prolungato, mettono alla prova il loro sistema cardiocircolatorio, rischiando anche la MCI che risulta sempre più frequente tra i giovani atleti a causa della poca attenzione rispetto a controllo e prevenzione. L’obiettivo di questo studio è stato quello di costruire un database, all’interno del quale sono stati raccolti tutti i tracciati elettrocardiografici acquisiti in situazioni diverse da sei soggetti differenti per età e sesso, tutti praticanti la stessa tipologia di allenamento, ossia il cardio fit svolgendo però attività differenti tra loro. Ad oggi molti strumenti sono in grado di monitorare l’attività cardiaca in loco o che permettono di compiere un monitoraggio continuo in allenamento. Per questo lavoro è stato utilizzato il Kardia Mobile 6L di AliveCor, strumento a tre elettrodi in grado di effettuare registrazioni elettrocardiografiche a sei derivazioni. Tale dispositivo è collegato ad un’applicazione che elabora le informazioni e fornisce un primo risultato. Le acquisizioni prelevate dai sei soggetti durante l’allenamento, avevano il proprio protocollo di acquisizione che prevedeva per gli atleti che hanno svolto la corsa continua di rilevare i tracciati in fase di riposo e di recupero (a 5-10-15 min. dal termine dell’attività) mentre per gli atleti che hanno svolto l’attività aerobica funzionale di tipo Tabata era previsto un ulteriore rilevamento al termine di ogni ciclo di esercizi da compiere. Si hanno quindi a disposizione 5 acquisizioni per gli atleti che hanno svolto la corsa e 8 acquisizioni per gli atleti che hanno svolto l’attività funzionale che rendono possibile un’analisi attenta sulla variabilità cardiaca con particolare attenzione all’impatto che può avere nella prestazione la condizione fisica, le abitudini alimentari ed anche l’anamnesi specifica del soggetto preso in esame. Benché i risultati ottenuti non hanno mostrato situazioni patologiche ignote o di pericolosità per i sei soggetti presi in esame, tale studio evidenzia come sia doveroso promuovere un costante e attento monitoraggio cardiovascolare per contrastare e prevenire eventi quali la MCI ma anche al fine di adattare l’allenamento alle condizioni di salute e alle possibilità fisiche degli atleti al fine di ottenere prestazioni migliori e prive di rischi.
Monitoraggio cardiovascolare durante allenamento cardio fit
DI GIOACCHINO, CAMILLA
2021/2022
Abstract
La quasi totalità degli studi epidemiologici, clinici e di laboratorio hanno fornito evidenze definitive sulle capacità dell’attività fisica di ridurre la morbilità e la mortalità delle malattie cardiovascolari e di migliorare le prestazioni fisiche e la qualità di vita di chi la pratica. A fronte di tale effetto positivo, essa comporta anche alcuni rischi, in particolare a carico dell’apparato cardiovascolare, infatti, può rappresentare il trigger di eventi acuti, quali infarto miocardico, angina pectoris e morte cardiaca improvvisa (MCI). Il monitoraggio dell’attività cardiaca è un aspetto che risulta sempre più interessante per diversi settori, poiché grazie anche ad analisi da remoto, attraverso strumentazioni indossabili che rientrano nella gamma di registratori elettrocardiografici mobili di qualità clinica, è possibile intervenire in maniera tempestiva qualora si riscontrassero anomalie nel ritmo cardiaco. Un’attenzione particolare è rivolta, in questo senso, all’ambito sportivo e in particolare agli atleti, agonisti e amatoriali, i quali eseguendo uno sforzo, più o meno prolungato, mettono alla prova il loro sistema cardiocircolatorio, rischiando anche la MCI che risulta sempre più frequente tra i giovani atleti a causa della poca attenzione rispetto a controllo e prevenzione. L’obiettivo di questo studio è stato quello di costruire un database, all’interno del quale sono stati raccolti tutti i tracciati elettrocardiografici acquisiti in situazioni diverse da sei soggetti differenti per età e sesso, tutti praticanti la stessa tipologia di allenamento, ossia il cardio fit svolgendo però attività differenti tra loro. Ad oggi molti strumenti sono in grado di monitorare l’attività cardiaca in loco o che permettono di compiere un monitoraggio continuo in allenamento. Per questo lavoro è stato utilizzato il Kardia Mobile 6L di AliveCor, strumento a tre elettrodi in grado di effettuare registrazioni elettrocardiografiche a sei derivazioni. Tale dispositivo è collegato ad un’applicazione che elabora le informazioni e fornisce un primo risultato. Le acquisizioni prelevate dai sei soggetti durante l’allenamento, avevano il proprio protocollo di acquisizione che prevedeva per gli atleti che hanno svolto la corsa continua di rilevare i tracciati in fase di riposo e di recupero (a 5-10-15 min. dal termine dell’attività) mentre per gli atleti che hanno svolto l’attività aerobica funzionale di tipo Tabata era previsto un ulteriore rilevamento al termine di ogni ciclo di esercizi da compiere. Si hanno quindi a disposizione 5 acquisizioni per gli atleti che hanno svolto la corsa e 8 acquisizioni per gli atleti che hanno svolto l’attività funzionale che rendono possibile un’analisi attenta sulla variabilità cardiaca con particolare attenzione all’impatto che può avere nella prestazione la condizione fisica, le abitudini alimentari ed anche l’anamnesi specifica del soggetto preso in esame. Benché i risultati ottenuti non hanno mostrato situazioni patologiche ignote o di pericolosità per i sei soggetti presi in esame, tale studio evidenzia come sia doveroso promuovere un costante e attento monitoraggio cardiovascolare per contrastare e prevenire eventi quali la MCI ma anche al fine di adattare l’allenamento alle condizioni di salute e alle possibilità fisiche degli atleti al fine di ottenere prestazioni migliori e prive di rischi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
tesi definitiva_ Di Gioacchino Camilla.pdf
embargo fino al 22/02/2026
Descrizione: tesi definitiva_Di Gioacchino Camilla
Dimensione
3.75 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.75 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.12075/12274