Durante la fase prenatale occorre monitorare nel modo più preciso e meno invasivo e pericoloso possibile la salute del feto in maniera tale da poter evitare eventuali situazioni di rischio e per permettere all’equipe medica di intervenire attraverso cure, prima o dopo la nascita, al fine di evitare danni irreversibili. I metodi di monitoraggio, al giorno d’oggi, sono di vario tipo e permettono un monitoraggio quasi completo del futuro nascituro; nel caso in cui si volesse focalizzare lo studio sull’analisi dello sviluppo del Sistema Nervoso fetale, l’apparecchio di misurazione più adatto a svolgere questa indagine è il cardiotocografo (CTG); questo è uno strumento che attraverso l’utilizzo di due sonde poste sul ventre materno permette di ricavare, in maniera non invasiva e del tutto sicura, informazioni sulla frequenza cardiaca fetale e sulle contrazioni uterine materne. Dalle informazioni ricavate mediante CTG si ottengono poi informazioni sulla variabilità della frequenza cardiaca (HRV – Heart Rate Variability) che è una misura che permette di osservare come cambia la frequenza cardiaca in un determinato periodo di tempo; considerando che sistemi importanti del nostro corpo sono controllati dal Sistema Nervoso Autonomo (SNA), tra cui anche il ritmo cardiaco, attraverso lo studio delle caratteristiche dell’HRV è possibile valutare il funzionamento del SNA, in particolare dei due distretti che lo compongono e che lavorano in maniera coordinata tra loro: il Sistema Nervoso Simpatico e il Sistema Nervoso Parasimpatico. In questa analisi, attraverso il confronto tra dati ottenuti da registrazioni effettuate su feti sani ed altri ottenuti da feti ipossici, e quindi in uno stato di sofferenza fetale, sono state ricavate le caratteristiche dell’HRV e da queste sono stati valutati i tracciati dei due casi: andando ad analizzare tutti i parametri si nota come la variabilità della frequenza cardiaca fetale sia maggiore nei casi in cui il feto si trovi in uno stato di buona salute mentre risulti limitata nel caso in cui il feto si trovi in uno stato di sofferenza, in questo caso l’ipossia. Andando a mettere a confronto le caratteristiche dell’HRV si può osservare come ad esempio il meanNN, che rappresenta l’intervallo medio tra un battito e l’altro, sia in media maggiore nei casi di feti sani (0,472 s) rispetto al valore che si ottiene per feti ipossici (0,0468 s); se si considerano le caratteristiche riguardanti la frequenza si nota che il contenuto delle Very Low Frequency (VLF) e delle Low Frequency (LF), che è correlato al funzionamento del Sistema Nervoso Parasimpatico, sia maggiore in media nei casi di ipossia (ipossici: 0,028 Hz, sani: 0,017 Hz), viceversa il contenuto delle High Frequency (HF), correlato al funzionamento del Sistema Nervoso Simpatico, è maggiore nel caso di feti sani. Di conseguenza il rapporto LF/HF, che è un indice di buon funzionamento della bilancia simpato-vagale, e quindi del SNA, risulta essere maggiore nel caso in cui il feto risulti essere in uno stato di buona salute (75,252) rispetto al caso in cui si trovi in una condizione di ipossia (74,95). In conclusione quindi, sapendo che la variabilità cardiaca è strettamente correlata al funzionamento del SNA, si può affermare che attraverso l’osservazione del battito cardiaco fetale nei vari stati di salute in cui il feto si trova è possibile valutare quale sia la risposta del SNA alle varie situazioni ed è dunque possibile valutare se questo funzioni in maniera adeguata e che quindi i due distretti che lo compongono siano in grado di compensarsi a vicenda come dovrebbero, dimostrando così che il SNA si sia perfettamente sviluppato durante la fase intrauterina.

Monitoraggio del sistema nervoso fetale tramite tecniche di HRV

MARRONGELLI, FEDERICA
2021/2022

Abstract

Durante la fase prenatale occorre monitorare nel modo più preciso e meno invasivo e pericoloso possibile la salute del feto in maniera tale da poter evitare eventuali situazioni di rischio e per permettere all’equipe medica di intervenire attraverso cure, prima o dopo la nascita, al fine di evitare danni irreversibili. I metodi di monitoraggio, al giorno d’oggi, sono di vario tipo e permettono un monitoraggio quasi completo del futuro nascituro; nel caso in cui si volesse focalizzare lo studio sull’analisi dello sviluppo del Sistema Nervoso fetale, l’apparecchio di misurazione più adatto a svolgere questa indagine è il cardiotocografo (CTG); questo è uno strumento che attraverso l’utilizzo di due sonde poste sul ventre materno permette di ricavare, in maniera non invasiva e del tutto sicura, informazioni sulla frequenza cardiaca fetale e sulle contrazioni uterine materne. Dalle informazioni ricavate mediante CTG si ottengono poi informazioni sulla variabilità della frequenza cardiaca (HRV – Heart Rate Variability) che è una misura che permette di osservare come cambia la frequenza cardiaca in un determinato periodo di tempo; considerando che sistemi importanti del nostro corpo sono controllati dal Sistema Nervoso Autonomo (SNA), tra cui anche il ritmo cardiaco, attraverso lo studio delle caratteristiche dell’HRV è possibile valutare il funzionamento del SNA, in particolare dei due distretti che lo compongono e che lavorano in maniera coordinata tra loro: il Sistema Nervoso Simpatico e il Sistema Nervoso Parasimpatico. In questa analisi, attraverso il confronto tra dati ottenuti da registrazioni effettuate su feti sani ed altri ottenuti da feti ipossici, e quindi in uno stato di sofferenza fetale, sono state ricavate le caratteristiche dell’HRV e da queste sono stati valutati i tracciati dei due casi: andando ad analizzare tutti i parametri si nota come la variabilità della frequenza cardiaca fetale sia maggiore nei casi in cui il feto si trovi in uno stato di buona salute mentre risulti limitata nel caso in cui il feto si trovi in uno stato di sofferenza, in questo caso l’ipossia. Andando a mettere a confronto le caratteristiche dell’HRV si può osservare come ad esempio il meanNN, che rappresenta l’intervallo medio tra un battito e l’altro, sia in media maggiore nei casi di feti sani (0,472 s) rispetto al valore che si ottiene per feti ipossici (0,0468 s); se si considerano le caratteristiche riguardanti la frequenza si nota che il contenuto delle Very Low Frequency (VLF) e delle Low Frequency (LF), che è correlato al funzionamento del Sistema Nervoso Parasimpatico, sia maggiore in media nei casi di ipossia (ipossici: 0,028 Hz, sani: 0,017 Hz), viceversa il contenuto delle High Frequency (HF), correlato al funzionamento del Sistema Nervoso Simpatico, è maggiore nel caso di feti sani. Di conseguenza il rapporto LF/HF, che è un indice di buon funzionamento della bilancia simpato-vagale, e quindi del SNA, risulta essere maggiore nel caso in cui il feto risulti essere in uno stato di buona salute (75,252) rispetto al caso in cui si trovi in una condizione di ipossia (74,95). In conclusione quindi, sapendo che la variabilità cardiaca è strettamente correlata al funzionamento del SNA, si può affermare che attraverso l’osservazione del battito cardiaco fetale nei vari stati di salute in cui il feto si trova è possibile valutare quale sia la risposta del SNA alle varie situazioni ed è dunque possibile valutare se questo funzioni in maniera adeguata e che quindi i due distretti che lo compongono siano in grado di compensarsi a vicenda come dovrebbero, dimostrando così che il SNA si sia perfettamente sviluppato durante la fase intrauterina.
2021
2023-02-23
Fetal nervous system's monitoring through HRV techniques
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/12282