When an animal meets another animal that threatens it for various reasons, such as predation, competition for food or territory, it is forced to adopt behaviors that allow it to defend itself and, in most cases, to escape from the threat looming, thus avoiding a direct confrontation with the aggressor (as an underdog from a competitive point of view, it could be injured or die). Classical ethology states that escape behavior is the result of a series of actions triggered by the manifestation of a precise stimulation, therefore governed by a rigid relationship between stimulus and reaction. But to execute a successful escape, the animal needs to take into consideration internal and external variables: such as the integration of information received from the sensory system, the use of stored knowledge (knowing the dynamics of the predator, the spatial environment, routes and trajectories, location of shelters and obstacles), and its emotional/motivational condition at the time of the encounter with the predator. Neurosciences consider escape behavior as a suggestive model full of ideas for investigating the nature of decision-making and value-based processes or the selection of appropriate actions aimed at achieving a goal.

Quando un animale incontra un altro animale che lo minaccia per varie ragioni -quali ad esempio predazione, competizione per il cibo o per il territorio- è costretto ad adottare comportamenti che gli permettano di difendersi e, nella maggior parte dei casi, di fuggire dalla minaccia incombente, evitando così uno scontro diretto con l’aggressore (poiché sfavorita da una punto di vista competitivo potrebbe rimanere ferita o morire). L’ etologia classica afferma che il comportamento di fuga è risultato di una serie di azioni scatenate in seguito alla manifestazione di una stimolazione precisa, governato perciò da un rapporto rigido tra stimolo e reazione. Ma per eseguire una fuga di successo l’animale ha bisogno di prendere in considerazione variabili interne ed esterne: come l’integrazione delle informazioni recepite dal sistema sensoriale, l’utilizzo di una conoscenza immagazzinata (conoscere le dinamiche del predatore, l’ambiente spaziale, rotte e traiettorie, localizzazione di rifugi ed ostacoli), e la sua condizione emotiva/motivazionale al momento dell’incontro con il predatore. Le neuroscienze considerano il comportamento di fuga un modello suggestivo e pieno di spunti per indagare la natura di processi decisionali e valoriali o la selezione delle azioni appropriate volte al raggiungimento di un obiettivo.

Il ruolo del sistema nervoso nel comportamento di fuga

CITERONI, EDOARDO
2022/2023

Abstract

When an animal meets another animal that threatens it for various reasons, such as predation, competition for food or territory, it is forced to adopt behaviors that allow it to defend itself and, in most cases, to escape from the threat looming, thus avoiding a direct confrontation with the aggressor (as an underdog from a competitive point of view, it could be injured or die). Classical ethology states that escape behavior is the result of a series of actions triggered by the manifestation of a precise stimulation, therefore governed by a rigid relationship between stimulus and reaction. But to execute a successful escape, the animal needs to take into consideration internal and external variables: such as the integration of information received from the sensory system, the use of stored knowledge (knowing the dynamics of the predator, the spatial environment, routes and trajectories, location of shelters and obstacles), and its emotional/motivational condition at the time of the encounter with the predator. Neurosciences consider escape behavior as a suggestive model full of ideas for investigating the nature of decision-making and value-based processes or the selection of appropriate actions aimed at achieving a goal.
2022
2023-07-17
The role of nervous system in escape behavior
Quando un animale incontra un altro animale che lo minaccia per varie ragioni -quali ad esempio predazione, competizione per il cibo o per il territorio- è costretto ad adottare comportamenti che gli permettano di difendersi e, nella maggior parte dei casi, di fuggire dalla minaccia incombente, evitando così uno scontro diretto con l’aggressore (poiché sfavorita da una punto di vista competitivo potrebbe rimanere ferita o morire). L’ etologia classica afferma che il comportamento di fuga è risultato di una serie di azioni scatenate in seguito alla manifestazione di una stimolazione precisa, governato perciò da un rapporto rigido tra stimolo e reazione. Ma per eseguire una fuga di successo l’animale ha bisogno di prendere in considerazione variabili interne ed esterne: come l’integrazione delle informazioni recepite dal sistema sensoriale, l’utilizzo di una conoscenza immagazzinata (conoscere le dinamiche del predatore, l’ambiente spaziale, rotte e traiettorie, localizzazione di rifugi ed ostacoli), e la sua condizione emotiva/motivazionale al momento dell’incontro con il predatore. Le neuroscienze considerano il comportamento di fuga un modello suggestivo e pieno di spunti per indagare la natura di processi decisionali e valoriali o la selezione delle azioni appropriate volte al raggiungimento di un obiettivo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/14119