Le malattie cerebrovascolari sono attualmente la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale, un impatto per il sistema sanitario nazionale che viene ritenuto inferiore solo alle patologie ischemiche coronariche. Nella maggior parte dei casi l’evento è rappresentato da un ictus ischemico e il 20% di questi è causato dalla patologia aterosclerotica dei grandi vasi, intra ed extracranici. Tra le eziologie meno studiate figurano proprio le patologie dei grandi vasi arteriosi intracranici (Intracranial Large Artery Disease o ILAD), tuttavia l’evoluzione delle tecniche di Neuroradiologia ne ha migliorato la definizione rendendo questo gruppo di malattie un campo di ricerca in rapida evoluzione, specialmente negli ultimi due decenni. Il sottogruppo più incidente a livello mondiale e quindi trattato dalla letteratura è rappresentato dalle stenosi su base aterosclerotica (intracranica atherosclerotic stenosis o ICAS), condizioni tipiche dell’etnia Asiatica che causano la maggioranza degli stroke nella popolazione orientale, il 5-10% della totalità degli stroke nella popolazione caucasica e il 15-30% di quelli della popolazione afroamericana. La storia naturale delle stenosi intracraniche converge tipicamente su due quadri clinici: in un caso la patologia è responsabile di attacchi ischemici transitori (TIA), siano essi singoli o recidivanti, nell’altro caso la stenosi causa un evento acuto che si configura come stroke richiedendo in genere un trattamento in regime di urgenza. Ad oggi le linee guida ISO-SPREAD suggeriscono di trattare le ICAS con un management non invasivo composto da terapia medica antiaggregante e ipolipemizzante associato ad un miglioramento dello stile di vita volto a ridurre l’impatto dei fattori di rischio. In letteratura però si hanno anche studi che incoraggiano l’utilizzo di trattamenti invasivi quali trombectomia meccanica o angioplastica con stenting percutaneo, in particolare nei pazienti sintomatici dove la gestione non invasiva della condizione risulta fallimentare. Il razionale di questo studio, condotto dall’U.O. di Neuroradiologia dell’ospedale Umberto Ⅰ di Ancona in collaborazione con l’U.O. dell’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, è quello di valutare in modo retrospettivo gli outcome in termini di pervietà e clinica relativi ad interventi, in regime di elezione o d’urgenza, di posizionamento di stent nel trattamento di stenosi intracraniche. Il dispositivo utilizzato in tutti gli interventi è lo stent CREDO® (Acandis GmbH, Pforzheim, Germania), unico presidio attualmente disponibile con certificazione europea approvato per il trattamento delle ICAS. Tipicamente solo una minoranza delle stenosi intracraniche non risponde alla terapia medica e richiede un trattamento endovascolare, questo motiva la mancanza in letteratura di un rilevante numero di casistiche inerenti questi interventi, in particolare per quelli relativi al posizionamento di stent auto espandibili dopo il fallimento delle tecniche di trombectomia meccanica, trattamento attualmente considerato off-label. Questo studio mira quindi a fornire un’esperienza di trattamento con relativi risultati e ad arricchire i contenuti scientifici riguardanti le ICAS, una condizione relativamente rara in Europa ma di crescente interesse.  

Valutazione pervietà e outcome in pazienti trattati con stent CREDO per stenosi arteriose intracraniche non responsive alla terapia medica o trombectomia meccanica

RAFFAELI, EDOARDO
2020/2021

Abstract

Le malattie cerebrovascolari sono attualmente la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale, un impatto per il sistema sanitario nazionale che viene ritenuto inferiore solo alle patologie ischemiche coronariche. Nella maggior parte dei casi l’evento è rappresentato da un ictus ischemico e il 20% di questi è causato dalla patologia aterosclerotica dei grandi vasi, intra ed extracranici. Tra le eziologie meno studiate figurano proprio le patologie dei grandi vasi arteriosi intracranici (Intracranial Large Artery Disease o ILAD), tuttavia l’evoluzione delle tecniche di Neuroradiologia ne ha migliorato la definizione rendendo questo gruppo di malattie un campo di ricerca in rapida evoluzione, specialmente negli ultimi due decenni. Il sottogruppo più incidente a livello mondiale e quindi trattato dalla letteratura è rappresentato dalle stenosi su base aterosclerotica (intracranica atherosclerotic stenosis o ICAS), condizioni tipiche dell’etnia Asiatica che causano la maggioranza degli stroke nella popolazione orientale, il 5-10% della totalità degli stroke nella popolazione caucasica e il 15-30% di quelli della popolazione afroamericana. La storia naturale delle stenosi intracraniche converge tipicamente su due quadri clinici: in un caso la patologia è responsabile di attacchi ischemici transitori (TIA), siano essi singoli o recidivanti, nell’altro caso la stenosi causa un evento acuto che si configura come stroke richiedendo in genere un trattamento in regime di urgenza. Ad oggi le linee guida ISO-SPREAD suggeriscono di trattare le ICAS con un management non invasivo composto da terapia medica antiaggregante e ipolipemizzante associato ad un miglioramento dello stile di vita volto a ridurre l’impatto dei fattori di rischio. In letteratura però si hanno anche studi che incoraggiano l’utilizzo di trattamenti invasivi quali trombectomia meccanica o angioplastica con stenting percutaneo, in particolare nei pazienti sintomatici dove la gestione non invasiva della condizione risulta fallimentare. Il razionale di questo studio, condotto dall’U.O. di Neuroradiologia dell’ospedale Umberto Ⅰ di Ancona in collaborazione con l’U.O. dell’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, è quello di valutare in modo retrospettivo gli outcome in termini di pervietà e clinica relativi ad interventi, in regime di elezione o d’urgenza, di posizionamento di stent nel trattamento di stenosi intracraniche. Il dispositivo utilizzato in tutti gli interventi è lo stent CREDO® (Acandis GmbH, Pforzheim, Germania), unico presidio attualmente disponibile con certificazione europea approvato per il trattamento delle ICAS. Tipicamente solo una minoranza delle stenosi intracraniche non risponde alla terapia medica e richiede un trattamento endovascolare, questo motiva la mancanza in letteratura di un rilevante numero di casistiche inerenti questi interventi, in particolare per quelli relativi al posizionamento di stent auto espandibili dopo il fallimento delle tecniche di trombectomia meccanica, trattamento attualmente considerato off-label. Questo studio mira quindi a fornire un’esperienza di trattamento con relativi risultati e ad arricchire i contenuti scientifici riguardanti le ICAS, una condizione relativamente rara in Europa ma di crescente interesse.  
2020
2021-06-21
Outcome and patency analysis of Credo stent deployment in intracranial arterial stenosis after the failure of medical therapy or mechanical thrombectomy
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/1480