Il periodo della gravidanza espone la madre ed il feto ad un continuo adattamento alle mutevoli condizioni che la situazione presenta. I cambiamenti fisici e psicologici che la madre affronta sono notevoli e meritano di essere studiati. Un attento monitoraggio, infatti, permette di prevenire rischi sia per la madre che per il feto, attraverso periodiche visite con specialisti ed esecuzione di esami di laboratorio o con apparecchiatura diagnostica. Una possibile attività di monitoraggio può essere l’acquisizione del segnale elettrocardiografico (ECG), sia materno che fetale, attraverso la disposizione degli elettrodi in specifiche configurazioni, sull’addome e il torace della madre, oppure direttamente sullo scalpo fetale nel momento del parto. Attraverso l’ECG è possibile procedere con l’analisi della variabilità del ritmo cardiaco (in inglese Heart-Rate Variability, HRV): dall’ECG si estraggono gli intervalli temporali tra battiti successivi, rappresentati dai picchi R del complesso QRS. Gli intervalli RR sono quindi utilizzati per la costruzione del tacogramma, che viene successivamente analizzato nel dominio del tempo e della frequenza per estrarne gli indici dell’HRV. È possibile associare questi indici all’attività di controllo effettuata dal sistema nervoso autonomo (SNA) sulla frequenza cardiaca del soggetto, e nello specifico ai due rami che costituiscono l’SNA, il sistema nervoso simpatico (SNS) e parasimpatico (SNP). In base alla condizione in cui si trova il soggetto, uno di questi due rami può avere un controllo prevalente nella regolazione dell’omeostasi, portando ad un aumento o una diminuzione di HRV. In letteratura, lo studio dell’HRV in gravidanza segue diversi approcci, considerando l’alterazione di HRV dovuta all’esecuzione di uno specifico task oppure a condizioni patologiche psico-fisiche della madre. Nella nostra analisi, sono stati presi in considerazione due segnali ECG acquisiti durante la gravidanza o durante il parto, per la valutazione dello stress indotto dal parto sulla madre. I segnali sono stati elaborati attraverso il software Matlab per poter costruire i tacogrammi e calcolare gli indici dell’HRV. Dai risultati ottenuti, l’ipotesi iniziale non può essere supportata, in quanto la madre in travaglio presenta valori degli indici SDNN e RMSSD più elevati della madre in gravidanza, indicando quindi un’HRV più alto, una diminuzione nella frequenza cardiaca e una prevalente attività dell’SNP (associato al riposo).
Valutazione automatica della variabilità del ritmo cardiaco in gravidanza
MONTI, ALESSANDRA
2020/2021
Abstract
Il periodo della gravidanza espone la madre ed il feto ad un continuo adattamento alle mutevoli condizioni che la situazione presenta. I cambiamenti fisici e psicologici che la madre affronta sono notevoli e meritano di essere studiati. Un attento monitoraggio, infatti, permette di prevenire rischi sia per la madre che per il feto, attraverso periodiche visite con specialisti ed esecuzione di esami di laboratorio o con apparecchiatura diagnostica. Una possibile attività di monitoraggio può essere l’acquisizione del segnale elettrocardiografico (ECG), sia materno che fetale, attraverso la disposizione degli elettrodi in specifiche configurazioni, sull’addome e il torace della madre, oppure direttamente sullo scalpo fetale nel momento del parto. Attraverso l’ECG è possibile procedere con l’analisi della variabilità del ritmo cardiaco (in inglese Heart-Rate Variability, HRV): dall’ECG si estraggono gli intervalli temporali tra battiti successivi, rappresentati dai picchi R del complesso QRS. Gli intervalli RR sono quindi utilizzati per la costruzione del tacogramma, che viene successivamente analizzato nel dominio del tempo e della frequenza per estrarne gli indici dell’HRV. È possibile associare questi indici all’attività di controllo effettuata dal sistema nervoso autonomo (SNA) sulla frequenza cardiaca del soggetto, e nello specifico ai due rami che costituiscono l’SNA, il sistema nervoso simpatico (SNS) e parasimpatico (SNP). In base alla condizione in cui si trova il soggetto, uno di questi due rami può avere un controllo prevalente nella regolazione dell’omeostasi, portando ad un aumento o una diminuzione di HRV. In letteratura, lo studio dell’HRV in gravidanza segue diversi approcci, considerando l’alterazione di HRV dovuta all’esecuzione di uno specifico task oppure a condizioni patologiche psico-fisiche della madre. Nella nostra analisi, sono stati presi in considerazione due segnali ECG acquisiti durante la gravidanza o durante il parto, per la valutazione dello stress indotto dal parto sulla madre. I segnali sono stati elaborati attraverso il software Matlab per poter costruire i tacogrammi e calcolare gli indici dell’HRV. Dai risultati ottenuti, l’ipotesi iniziale non può essere supportata, in quanto la madre in travaglio presenta valori degli indici SDNN e RMSSD più elevati della madre in gravidanza, indicando quindi un’HRV più alto, una diminuzione nella frequenza cardiaca e una prevalente attività dell’SNP (associato al riposo).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/160