Atrial fibrillation (AF) stands as the most prevalent cardiac arrhythmia, with its occurrence markedly increasing with advancing age. Epidemiological data reveal that while the general population shows a prevalence of AF around 1-2%, this situation escalates to 10% among individuals aged 80 years and older. The exponential rise in AF prevalence with age is particularly concerning given the global trend of population aging. Projections indicate that by 2050, the number of people aged 65 and above will double, reaching approximately 1.5 billion worldwide. This demographic shift implies a substantial increase in AF incidence and, consequently, a higher risk of associated cardioembolic events. AF is linked to a significantly elevated risk of ischemic stroke, with affected individuals experiencing a four- to five-fold increase in stroke risk compared to those without AF. Strokes resulting from AF tend to be more severe, leading to greater disability and higher mortality rates. The primary mechanism driving this increased stroke risk is the formation of atrial thrombi, which can embolize and occlude cerebral arteries. Hence, optimal management of AF necessitates effective thromboembolism prevention strategies, which are particularly crucial in the elderly population who are more susceptible to these events. Managing thromboembolism prophylaxis in elderly patients with AF is a complex clinical challenge. These patients often present with multiple comorbidities, frailty, and are frequently subject to polypharmacy, all of which complicate therapeutic management and elevate the risk of major bleeding events. In recent years, the advent of direct oral anticoagulants (DOACs) has revolutionized AF treatment, offering a more favorable safety profile and simpler management compared to traditional vitamin K antagonists (VKAs). However, the appropriate use of DOACs requires careful clinical assessment, considering factors such as renal function, frailty, and fall risk. This thesis explores various aspects of AF management in the elderly, with a particular focus on the use of DOACs. The first chapter discusses the general characteristics and pathophysiology of AF. The second chapter delves into the concept of frailty and the impact of polypharmacy in elderly patients. The final chapter examines in detail the strategies for thromboembolism prophylaxis in elderly patients with AF, highlighting the advantages and challenges associated with DOAC use. The goal is to provide a comprehensive guide to optimize AF management in the elderly, thereby improving their quality of life and reducing the risk of thromboembolic events.

La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia cardiaca più diffusa e la sua incidenza aumenta notevolmente con l’avanzare dell’età. I dati epidemiologici rivelano che mentre la popolazione generale mostra una prevalenza di fibrillazione atriale intorno all’1-2%, questa situazione sale al 10% tra gli individui di età pari o superiore a 80 anni. L’aumento esponenziale della prevalenza della fibrillazione atriale con l’età è particolarmente preoccupante se si considera la tendenza globale all’invecchiamento della popolazione. Le proiezioni indicano che entro il 2050 il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni raddoppierà, raggiungendo circa 1,5 miliardi in tutto il mondo. Questo cambiamento demografico implica un aumento sostanziale dell’incidenza della fibrillazione atriale e, di conseguenza, un rischio più elevato di eventi cardioembolici associati. La fibrillazione atriale è collegata a un rischio significativamente elevato di ictus ischemico, con gli individui affetti che sperimentano un aumento da quattro a cinque volte del rischio di ictus rispetto a quelli senza fibrillazione atriale. Gli ictus derivanti dalla fibrillazione atriale tendono ad essere più gravi, portando a una maggiore disabilità e a tassi di mortalità più elevati. Il meccanismo principale alla base di questo aumento del rischio di ictus è la formazione di trombi atriali, che possono embolizzare e occludere le arterie cerebrali. Pertanto, una gestione ottimale della fibrillazione atriale richiede strategie efficaci di prevenzione del tromboembolismo, che sono particolarmente cruciali nella popolazione anziana che è più suscettibile a questi eventi. La gestione della profilassi del tromboembolismo nei pazienti anziani con fibrillazione atriale è una sfida clinica complessa. Questi pazienti spesso presentano comorbilità multiple, fragilità e sono spesso soggetti a politerapia, il che complica la gestione terapeutica e aumenta il rischio di eventi emorragici maggiori. Negli ultimi anni, l’avvento degli anticoagulanti orali diretti (DOAC) ha rivoluzionato il trattamento della fibrillazione atriale, offrendo un profilo di sicurezza più favorevole e una gestione più semplice rispetto ai tradizionali antagonisti della vitamina K (VKA). Tuttavia, l’uso appropriato dei DOAC richiede un’attenta valutazione clinica, considerando fattori quali la funzionalità renale, la fragilità e il rischio di cadute. Questa tesi esplora vari aspetti della gestione della fibrillazione atriale negli anziani, con un focus particolare sull'uso dei DOAC. Il primo capitolo discute le caratteristiche generali e la fisiopatologia della fibrillazione atriale. Il secondo capitolo approfondisce il concetto di fragilità e l’impatto della politerapia nei pazienti anziani. Il capitolo finale esamina in dettaglio le strategie per la profilassi del tromboembolismo nei pazienti anziani con fibrillazione atriale, evidenziando i vantaggi e le sfide associate all’uso dei DOAC. L'obiettivo è fornire una guida completa per ottimizzare la gestione della fibrillazione atriale negli anziani, migliorandone così la qualità della vita e riducendo il rischio di eventi tromboembolici.

Profilassi del tromboembolismo da Fibrillazione Atriale nel grande anziano

COPPOLA, ANDREA
2023/2024

Abstract

Atrial fibrillation (AF) stands as the most prevalent cardiac arrhythmia, with its occurrence markedly increasing with advancing age. Epidemiological data reveal that while the general population shows a prevalence of AF around 1-2%, this situation escalates to 10% among individuals aged 80 years and older. The exponential rise in AF prevalence with age is particularly concerning given the global trend of population aging. Projections indicate that by 2050, the number of people aged 65 and above will double, reaching approximately 1.5 billion worldwide. This demographic shift implies a substantial increase in AF incidence and, consequently, a higher risk of associated cardioembolic events. AF is linked to a significantly elevated risk of ischemic stroke, with affected individuals experiencing a four- to five-fold increase in stroke risk compared to those without AF. Strokes resulting from AF tend to be more severe, leading to greater disability and higher mortality rates. The primary mechanism driving this increased stroke risk is the formation of atrial thrombi, which can embolize and occlude cerebral arteries. Hence, optimal management of AF necessitates effective thromboembolism prevention strategies, which are particularly crucial in the elderly population who are more susceptible to these events. Managing thromboembolism prophylaxis in elderly patients with AF is a complex clinical challenge. These patients often present with multiple comorbidities, frailty, and are frequently subject to polypharmacy, all of which complicate therapeutic management and elevate the risk of major bleeding events. In recent years, the advent of direct oral anticoagulants (DOACs) has revolutionized AF treatment, offering a more favorable safety profile and simpler management compared to traditional vitamin K antagonists (VKAs). However, the appropriate use of DOACs requires careful clinical assessment, considering factors such as renal function, frailty, and fall risk. This thesis explores various aspects of AF management in the elderly, with a particular focus on the use of DOACs. The first chapter discusses the general characteristics and pathophysiology of AF. The second chapter delves into the concept of frailty and the impact of polypharmacy in elderly patients. The final chapter examines in detail the strategies for thromboembolism prophylaxis in elderly patients with AF, highlighting the advantages and challenges associated with DOAC use. The goal is to provide a comprehensive guide to optimize AF management in the elderly, thereby improving their quality of life and reducing the risk of thromboembolic events.
2023
2024-06-25
Prophylaxis of thromboembolism due to Atrial Fibrillation in the elderly
La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia cardiaca più diffusa e la sua incidenza aumenta notevolmente con l’avanzare dell’età. I dati epidemiologici rivelano che mentre la popolazione generale mostra una prevalenza di fibrillazione atriale intorno all’1-2%, questa situazione sale al 10% tra gli individui di età pari o superiore a 80 anni. L’aumento esponenziale della prevalenza della fibrillazione atriale con l’età è particolarmente preoccupante se si considera la tendenza globale all’invecchiamento della popolazione. Le proiezioni indicano che entro il 2050 il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni raddoppierà, raggiungendo circa 1,5 miliardi in tutto il mondo. Questo cambiamento demografico implica un aumento sostanziale dell’incidenza della fibrillazione atriale e, di conseguenza, un rischio più elevato di eventi cardioembolici associati. La fibrillazione atriale è collegata a un rischio significativamente elevato di ictus ischemico, con gli individui affetti che sperimentano un aumento da quattro a cinque volte del rischio di ictus rispetto a quelli senza fibrillazione atriale. Gli ictus derivanti dalla fibrillazione atriale tendono ad essere più gravi, portando a una maggiore disabilità e a tassi di mortalità più elevati. Il meccanismo principale alla base di questo aumento del rischio di ictus è la formazione di trombi atriali, che possono embolizzare e occludere le arterie cerebrali. Pertanto, una gestione ottimale della fibrillazione atriale richiede strategie efficaci di prevenzione del tromboembolismo, che sono particolarmente cruciali nella popolazione anziana che è più suscettibile a questi eventi. La gestione della profilassi del tromboembolismo nei pazienti anziani con fibrillazione atriale è una sfida clinica complessa. Questi pazienti spesso presentano comorbilità multiple, fragilità e sono spesso soggetti a politerapia, il che complica la gestione terapeutica e aumenta il rischio di eventi emorragici maggiori. Negli ultimi anni, l’avvento degli anticoagulanti orali diretti (DOAC) ha rivoluzionato il trattamento della fibrillazione atriale, offrendo un profilo di sicurezza più favorevole e una gestione più semplice rispetto ai tradizionali antagonisti della vitamina K (VKA). Tuttavia, l’uso appropriato dei DOAC richiede un’attenta valutazione clinica, considerando fattori quali la funzionalità renale, la fragilità e il rischio di cadute. Questa tesi esplora vari aspetti della gestione della fibrillazione atriale negli anziani, con un focus particolare sull'uso dei DOAC. Il primo capitolo discute le caratteristiche generali e la fisiopatologia della fibrillazione atriale. Il secondo capitolo approfondisce il concetto di fragilità e l’impatto della politerapia nei pazienti anziani. Il capitolo finale esamina in dettaglio le strategie per la profilassi del tromboembolismo nei pazienti anziani con fibrillazione atriale, evidenziando i vantaggi e le sfide associate all’uso dei DOAC. L'obiettivo è fornire una guida completa per ottimizzare la gestione della fibrillazione atriale negli anziani, migliorandone così la qualità della vita e riducendo il rischio di eventi tromboembolici.
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