L'efficacia della Terapia Interattiva Multimodale di gruppo nei Disturbi del Neurosviluppo in età prescolare: uno studio osservazionale

Introduzione: La terapia di gruppo in età evolutiva, e in particolare in età prescolare, costituisce una valida opportunità riabilitativa per bambini con Disturbi del Neurosviluppo. Essa, infatti, grazie al continuo confronto con i coetanei, permette di rispondere in modo elettivo ad alcune atipie dello sviluppo rispetto ad un setting di terapia individuale, favorendo in particolare le abilità sociali e le competenze linguistiche e adattive del bambino. Il modello analizzato in questo studio è quello della Terapia Interattiva Multimodale di gruppo ad orientamento evolutivo. Si tratta di un intervento riabilitativo intensivo e precoce, incentrato su una struttura interattiva di base su cui sarà possibile sviluppare competenze comunicative, cognitive, simboliche ed emotive, al fine di armonizzare il profilo di funzionamento del bambino, tenendo conto della globalità e complessità dei singoli quadri clinici. Obiettivo: L’obiettivo di questo studio è quello indagare l’efficacia dalla terapia interattiva di gruppo in bambini prescolari con Disturbi del Neurosviluppo, individuando in particolare le aree dello sviluppo che ne beneficiano maggiormente e quali sono gli elementi che contribuiscono al successo della terapia. Metodi: È stato condotto uno studio osservazionale su un campione di 9 bambini prescolari (di età compresa tra i 3,1 e 4,5 anni al momento del trattamento) con DNS, afferito presso il Servizio di Diagnosi e Cura della SOD di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Salesi di Ancona. I soggetti in esame, suddivisi in due gruppi rispettivamente di 5 e 4 bambini, hanno effettuato un ciclo intensivo di terapia interattiva di gruppo. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione neuro e psicomotoria completa pre e post trattamento. Risultati: I risultati ottenuti evidenziano un miglioramento del funzionamento globale dei bambini del primo GT, con importanti modifiche nell’area sociocomunicativa e linguistica e una migliore organizzazione degli schemi prassico-simbolici. Per i pazienti del secondo GT, invece, non si denotano significati cambiamenti nella traiettoria evolutiva, con alcuni miglioramenti nell’organizzazione prassica e nel grafismo. Conclusioni: I risultati incoraggianti ottenuti dai pazienti del primo GT sostengono l’efficacia del trattamento in esame. Punto di forza del primo gruppo è stata la diversità del funzionamento globale dei singoli pazienti. I risultati meno soddisfacenti del secondo gruppo devono essere interpretati nell’ottica di una scarsa diversificazione del funzionamento dei singoli soggetti in esame. Nonostante l’esiguità del campione e le criticità incontrate, lo studio fornisce risultati soddisfacenti circa l’efficacia dell’intervento riabilitativo di gruppo. La prosecuzione dell’intervento permetterebbe di far evolvere in modo ancora più evidente le competenze comunicativo-relazionali. Sarebbe, infine, auspicabile, vista l’esiguità delle evidenze presenti in letteratura, incrementare il numero di studi relativi agli interventi riabilitativi di gruppo nei Disturbi del Neurosviluppo in età prescolare.