Questo studio indaga l'impatto della kinesiofobia sulla riabilitazione delle patologie di spalla, analizzando le differenze nei progressi clinici tra pazienti kinesiofobici e non kinesiofobici. Utilizzando scale di valutazione standardizzate, come la QuickDash, la SPADI e la RC-QoL, i cambiamenti nella funzionalità e nella qualità della vita dei pazienti sono stati monitorati per un periodo di sei settimane. I risultati evidenziano che, sebbene entrambi i gruppi mostrino dei miglioramenti, quelli ottenuti dal gruppo non kinesiofobico appaiono più consistenti rispetto a quelli del gruppo kinesiofobico. Tuttavia, l'assenza di una significatività statistica marcata suggerisce che le differenze riscontrate non possano essere attribuite unicamente alla presenza di kinesiofobia. Inoltre, la stabilità del punteggio TSK fino a T1, seguita da un miglioramento soltanto a T2 per il gruppo kinesiofobico, suggerisce la necessità di interventi precoci di educazione del paziente al fine di migliorare l’aderenza al trattamento fin dalle prime fasi. La kinesiofobia sembra essere indipendente dal genere e dalla presenza di interventi chirurgici. Le implicazioni per la ricerca futura potrebbero includere l'integrazione di scale di valutazione compilate dai terapisti e un'analisi dei fattori concomitanti, al fine di migliorare la gestione della kinesiofobia e ottimizzare i risultati clinici.
L'Influenza della kinesiofobia nelle patologie di spalla: uno studio osservazionale di coorte
COPPARI, GIACOMO
2023/2024
Abstract
Questo studio indaga l'impatto della kinesiofobia sulla riabilitazione delle patologie di spalla, analizzando le differenze nei progressi clinici tra pazienti kinesiofobici e non kinesiofobici. Utilizzando scale di valutazione standardizzate, come la QuickDash, la SPADI e la RC-QoL, i cambiamenti nella funzionalità e nella qualità della vita dei pazienti sono stati monitorati per un periodo di sei settimane. I risultati evidenziano che, sebbene entrambi i gruppi mostrino dei miglioramenti, quelli ottenuti dal gruppo non kinesiofobico appaiono più consistenti rispetto a quelli del gruppo kinesiofobico. Tuttavia, l'assenza di una significatività statistica marcata suggerisce che le differenze riscontrate non possano essere attribuite unicamente alla presenza di kinesiofobia. Inoltre, la stabilità del punteggio TSK fino a T1, seguita da un miglioramento soltanto a T2 per il gruppo kinesiofobico, suggerisce la necessità di interventi precoci di educazione del paziente al fine di migliorare l’aderenza al trattamento fin dalle prime fasi. La kinesiofobia sembra essere indipendente dal genere e dalla presenza di interventi chirurgici. Le implicazioni per la ricerca futura potrebbero includere l'integrazione di scale di valutazione compilate dai terapisti e un'analisi dei fattori concomitanti, al fine di migliorare la gestione della kinesiofobia e ottimizzare i risultati clinici.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi Giacomo Coppari .pdf
accesso aperto
Dimensione
26.19 MB
Formato
Adobe PDF
|
26.19 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.12075/19700