La sindrome di Brugada (BrS) è una cardiopatia aritmogena a trasmissione autosomica dominante, caratterizzata da un pattern elettrocardiografico specifico e da un rischio di aritmie ventricolari, che possono portare a sincope o morte improvvisa. Talvolta, la diagnosi può avvenire durante esecuzione di ECG per altre ragioni diagnostiche. L’obiettivo di questa tesi è quello di identificare pazienti a rischio di BrS tramite indagini elettrocardiografiche in un campione di pazienti ospedalizzati. Inoltre, è stato rivisitato un algoritmo diagnostico per la BrS al fine di integrare i dati ECG con anamnesi clinica e fattori di rischio, indagando casi di morte cardiaca improvvisa in familiari e altre aritmie, con l’obiettivo di escludere tutte le possibili diagnosi differenziali. Si approfondiscono poi gli aspetti clinici e genetici della patologia, enfatizzando il ruolo dell'infermiere nella gestione e nell'educazione sanitaria. Lo studio si è concentrato con particolare attenzione sulla piccola minoranza di pazienti positivi all’ECG, portando alla redazione di un piano assistenziale con diagnosi NANDA e obiettivi infermieristici NOC. Lo studio è un'indagine osservazionale trasversale che mira a sottoporre ad un ECG e agli items di un algoritmo diagnostico un campione casuale di pazienti ospedalizzati per identificare la sindrome di Brugada. La popolazione di riferimento include pazienti adulti, di entrambi i sessi e di età superiore ai 18 anni che accedono all’ ospedale per vari motivi. Non sono stati applicati criteri di esclusione, consentendo l'inclusione di pazienti con diverse patologie cliniche. È stato selezionato un campione casuale di 100 pazienti per rappresentare la prevalenza della sindrome. Lo studio è stato condotto presso gli Stabilimenti Ospedalieri “C.&G. Mazzoni” di Ascoli Piceno, coinvolgendo le Unità Operative di Pronto Soccorso e Day Hospital Oncologico, e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, Unità Operativa di Cardiologia. La raccolta dei dati è avvenuta tra maggio e settembre 2024. I dati sono stati analizzati tramite fogli di calcolo Microsoft Excel, con focus sulle percentuali di risposte e grafici per una chiara visualizzazione. Dai risultati ottenuti emerge, come prevedibile, che il 97% dei soggetti coinvolti nello studio non presenta un ECG di tipo Brugada spontaneo. Il focus dello studio è basato invece sulla minoranza, cioè il 3% dei pazienti, che presenta inconsapevolmente un ECG di tipo Brugada al basale. In tali pazienti, non sono stati riscontrati fattori di rischio rilevanti né episodi di morte cardiaca improvvisa in familiari di primo grado. Si può concludere lo studio affermando che si evidenzia sicuramente una sottodiagnosi della sindrome di Brugada tra i pazienti asintomatici. I risultati suggeriscono l'importanza di un approccio sistematico per la diagnosi, anche in quei pazienti che fanno accesso in ospedale per motivi non cardiologici, poiché una diagnosi precoce può prevenire eventi avversi. Questo studio contribuisce alla discussione sulla prevalenza della sindrome e supporta l'idea di una maggiore attenzione diagnostica. Tuttavia, il campione relativamente ristretto di pazienti, rappresenta senza dubbio un limite dello studio, suggerendo la necessità di studi futuri con campioni più ampi e screening più diffusi. In conclusione, è fondamentale migliorare le strategie diagnostiche per la sindrome di Brugada, per ottimizzare la gestione e la prognosi dei pazienti, come indicato nelle linee guida della European Society of Cardiology (ESC).
Sindrome di Brugada: screening elettrocardiografico e focus sul ruolo dell'infermiere nel percorso diagnostico e assistenziale
BASTIANI, GAIA
2023/2024
Abstract
La sindrome di Brugada (BrS) è una cardiopatia aritmogena a trasmissione autosomica dominante, caratterizzata da un pattern elettrocardiografico specifico e da un rischio di aritmie ventricolari, che possono portare a sincope o morte improvvisa. Talvolta, la diagnosi può avvenire durante esecuzione di ECG per altre ragioni diagnostiche. L’obiettivo di questa tesi è quello di identificare pazienti a rischio di BrS tramite indagini elettrocardiografiche in un campione di pazienti ospedalizzati. Inoltre, è stato rivisitato un algoritmo diagnostico per la BrS al fine di integrare i dati ECG con anamnesi clinica e fattori di rischio, indagando casi di morte cardiaca improvvisa in familiari e altre aritmie, con l’obiettivo di escludere tutte le possibili diagnosi differenziali. Si approfondiscono poi gli aspetti clinici e genetici della patologia, enfatizzando il ruolo dell'infermiere nella gestione e nell'educazione sanitaria. Lo studio si è concentrato con particolare attenzione sulla piccola minoranza di pazienti positivi all’ECG, portando alla redazione di un piano assistenziale con diagnosi NANDA e obiettivi infermieristici NOC. Lo studio è un'indagine osservazionale trasversale che mira a sottoporre ad un ECG e agli items di un algoritmo diagnostico un campione casuale di pazienti ospedalizzati per identificare la sindrome di Brugada. La popolazione di riferimento include pazienti adulti, di entrambi i sessi e di età superiore ai 18 anni che accedono all’ ospedale per vari motivi. Non sono stati applicati criteri di esclusione, consentendo l'inclusione di pazienti con diverse patologie cliniche. È stato selezionato un campione casuale di 100 pazienti per rappresentare la prevalenza della sindrome. Lo studio è stato condotto presso gli Stabilimenti Ospedalieri “C.&G. Mazzoni” di Ascoli Piceno, coinvolgendo le Unità Operative di Pronto Soccorso e Day Hospital Oncologico, e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, Unità Operativa di Cardiologia. La raccolta dei dati è avvenuta tra maggio e settembre 2024. I dati sono stati analizzati tramite fogli di calcolo Microsoft Excel, con focus sulle percentuali di risposte e grafici per una chiara visualizzazione. Dai risultati ottenuti emerge, come prevedibile, che il 97% dei soggetti coinvolti nello studio non presenta un ECG di tipo Brugada spontaneo. Il focus dello studio è basato invece sulla minoranza, cioè il 3% dei pazienti, che presenta inconsapevolmente un ECG di tipo Brugada al basale. In tali pazienti, non sono stati riscontrati fattori di rischio rilevanti né episodi di morte cardiaca improvvisa in familiari di primo grado. Si può concludere lo studio affermando che si evidenzia sicuramente una sottodiagnosi della sindrome di Brugada tra i pazienti asintomatici. I risultati suggeriscono l'importanza di un approccio sistematico per la diagnosi, anche in quei pazienti che fanno accesso in ospedale per motivi non cardiologici, poiché una diagnosi precoce può prevenire eventi avversi. Questo studio contribuisce alla discussione sulla prevalenza della sindrome e supporta l'idea di una maggiore attenzione diagnostica. Tuttavia, il campione relativamente ristretto di pazienti, rappresenta senza dubbio un limite dello studio, suggerendo la necessità di studi futuri con campioni più ampi e screening più diffusi. In conclusione, è fondamentale migliorare le strategie diagnostiche per la sindrome di Brugada, per ottimizzare la gestione e la prognosi dei pazienti, come indicato nelle linee guida della European Society of Cardiology (ESC).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/19966