Introduction:Trauma is one of the leading causes of mortality and disability worldwide, with hemorrhages responsible for 20-30% of trauma-related deaths. Tranexamic acid (TXA), a fibrinolysis inhibitor, has been shown to reduce mortality from hemorrhage in trauma patients, but its effectiveness is closely related to the timeliness of administration. However, several challenges, such as the early recognition of hemorrhages and operational limitations, hinder the optimal application of the treatment, particularly in pre-hospital settings. Materials and Methods: A narrative literature review was conducted based on the IMRAD methodology, focusing on the use of TXA in pre-hospital settings for adult trauma patients with signs of significant hemorrhage. Relevant randomized clinical trials and meta-analyses were included, analyzing outcomes such as 28-day mortality, transfusion requirements, and the occurrence of adverse events. The analysis considered the impact of administration timing and various dosage regimens. Results:The results highlight that administering TXA within one hour of trauma significantly reduces mortality and the need for transfusions in trauma patients. Studies such as CRASH-2 and STAAMP confirmed the efficacy of the drug, with more pronounced benefits in patients treated promptly. In cases of traumatic brain injury, TXA has been shown to reduce hemorrhagic expansion and mortality in patients with mild to moderate injuries, but the benefits for critically injured patients remain unknown. Critical factors such as operational variability and data collection in pre-hospital settings were identified as limitations. Discussion:Despite promising results, the application of TXA presents limitations in specific contexts, such as intracranial and gastrointestinal hemorrhages. Moreover, the success of treatment depends on the timeliness and correct identification of eligible patients. Standardizing nursing protocols and improving staff training could enhance the drug’s effectiveness in emergency situations. Conclusions: Tranexamic acid is an important treatment for trauma patients, provided it is administered promptly, ideally within one hour of trauma. Its administration in the pre-hospital care pathway can optimize clinical outcomes, but further research is needed to address the limitations and clarify the most appropriate clinical contexts for its use.

Introduzione: Il trauma è una delle principali cause di mortalità e inabilità a livello mondiale, con le emorragie responsabili del 20-30% dei decessi correlati. L'acido tranexamico (TXA), un inibitore della fibrinolisi, ha dimostrato di ridurre la mortalità per emorragie nei pazienti traumatizzati, ma la sua efficacia è strettamente legata alla tempestività della somministrazione. Tuttavia numerose sfide come il riconoscimento precoce delle emorragie e le limitazioni operative ostacolano l'applicazione ottimale del trattamento in particolare in contesti extra-ospedalieri. Materiali e metodi: È stata condotta una revisione narrativa della letteratura basata sulla metodologia IMRAD, focalizzata sull'uso del TXA in ambito extra-ospedaliero per pazienti adulti con traumi e segni di emorragie significative. Sono stati inclusi studi clinici randomizzati e meta-analisi rilevanti, analizzando esiti come mortalità a 28 giorni, necessità di trasfusioni e insorgenza di eventi avversi. L'analisi ha considerato l'impatto della tempistica di somministrazione e diversi schemi posologici. Risultati: Evidenziano che la somministrazione di TXA entro un'ora dal trauma riduce significativamente la mortalità e la necessità di trasfusioni nei pazienti traumatizzati. Studi come CRASH-2 e STAAMP hanno confermato l'efficacia del farmaco, con benefici più marcati nei pazienti trattati tempestivamente. Nei casi di trauma cranico, il TXA si è dimostrato utile per ridurre l'espansione emorragica e la mortalità nei pazienti con lesioni lievi o moderate, ma i benefici per i casi critici restano ancora oggi sconosciuti. I limiti rilevati come fattori critici, sono legati alla variabilità operativa e alla raccolta dati in ambito extra-ospedaliero. Discussione: Nonostante i risultati promettenti, l'applicazione del TXA presenta limitazioni in specifici contesti, come le emorragie intracraniche e gastrointestinali. Inoltre, il successo del trattamento dipende dalla tempestività e dalla corretta identificazione dei pazienti idonei. La standardizzazione dei protocolli infermieristici e una migliore formazione del personale potrebbero migliorare l'efficacia del farmaco in situazioni di emergenza. Conclusioni: L'acido tranexamico rappresenta un trattamento importante per i pazienti traumatizzati, a condizione che sia somministrato tempestivamente, preferibilmente entro un'ora dal trauma. La somministrazione nel percorso di assistenza extra-ospedaliera può ottimizzare gli esiti clinici, ma ulteriori ricerche sono necessarie per affrontare le limitazioni e chiarire i contesti clinici più appropriati per il suo utilizzo.

L'utilizzo dell'acido tranexamico (TXA) nella gestione delle emorragie da trauma: revisione narrativa della letteratura

DEL GATTO, DANIELE
2023/2024

Abstract

Introduction:Trauma is one of the leading causes of mortality and disability worldwide, with hemorrhages responsible for 20-30% of trauma-related deaths. Tranexamic acid (TXA), a fibrinolysis inhibitor, has been shown to reduce mortality from hemorrhage in trauma patients, but its effectiveness is closely related to the timeliness of administration. However, several challenges, such as the early recognition of hemorrhages and operational limitations, hinder the optimal application of the treatment, particularly in pre-hospital settings. Materials and Methods: A narrative literature review was conducted based on the IMRAD methodology, focusing on the use of TXA in pre-hospital settings for adult trauma patients with signs of significant hemorrhage. Relevant randomized clinical trials and meta-analyses were included, analyzing outcomes such as 28-day mortality, transfusion requirements, and the occurrence of adverse events. The analysis considered the impact of administration timing and various dosage regimens. Results:The results highlight that administering TXA within one hour of trauma significantly reduces mortality and the need for transfusions in trauma patients. Studies such as CRASH-2 and STAAMP confirmed the efficacy of the drug, with more pronounced benefits in patients treated promptly. In cases of traumatic brain injury, TXA has been shown to reduce hemorrhagic expansion and mortality in patients with mild to moderate injuries, but the benefits for critically injured patients remain unknown. Critical factors such as operational variability and data collection in pre-hospital settings were identified as limitations. Discussion:Despite promising results, the application of TXA presents limitations in specific contexts, such as intracranial and gastrointestinal hemorrhages. Moreover, the success of treatment depends on the timeliness and correct identification of eligible patients. Standardizing nursing protocols and improving staff training could enhance the drug’s effectiveness in emergency situations. Conclusions: Tranexamic acid is an important treatment for trauma patients, provided it is administered promptly, ideally within one hour of trauma. Its administration in the pre-hospital care pathway can optimize clinical outcomes, but further research is needed to address the limitations and clarify the most appropriate clinical contexts for its use.
2023
2025-04-23
"The use of tranexamic acid (TXA) in the management of trauma-related hemorrhages: A narrative literature review."
Introduzione: Il trauma è una delle principali cause di mortalità e inabilità a livello mondiale, con le emorragie responsabili del 20-30% dei decessi correlati. L'acido tranexamico (TXA), un inibitore della fibrinolisi, ha dimostrato di ridurre la mortalità per emorragie nei pazienti traumatizzati, ma la sua efficacia è strettamente legata alla tempestività della somministrazione. Tuttavia numerose sfide come il riconoscimento precoce delle emorragie e le limitazioni operative ostacolano l'applicazione ottimale del trattamento in particolare in contesti extra-ospedalieri. Materiali e metodi: È stata condotta una revisione narrativa della letteratura basata sulla metodologia IMRAD, focalizzata sull'uso del TXA in ambito extra-ospedaliero per pazienti adulti con traumi e segni di emorragie significative. Sono stati inclusi studi clinici randomizzati e meta-analisi rilevanti, analizzando esiti come mortalità a 28 giorni, necessità di trasfusioni e insorgenza di eventi avversi. L'analisi ha considerato l'impatto della tempistica di somministrazione e diversi schemi posologici. Risultati: Evidenziano che la somministrazione di TXA entro un'ora dal trauma riduce significativamente la mortalità e la necessità di trasfusioni nei pazienti traumatizzati. Studi come CRASH-2 e STAAMP hanno confermato l'efficacia del farmaco, con benefici più marcati nei pazienti trattati tempestivamente. Nei casi di trauma cranico, il TXA si è dimostrato utile per ridurre l'espansione emorragica e la mortalità nei pazienti con lesioni lievi o moderate, ma i benefici per i casi critici restano ancora oggi sconosciuti. I limiti rilevati come fattori critici, sono legati alla variabilità operativa e alla raccolta dati in ambito extra-ospedaliero. Discussione: Nonostante i risultati promettenti, l'applicazione del TXA presenta limitazioni in specifici contesti, come le emorragie intracraniche e gastrointestinali. Inoltre, il successo del trattamento dipende dalla tempestività e dalla corretta identificazione dei pazienti idonei. La standardizzazione dei protocolli infermieristici e una migliore formazione del personale potrebbero migliorare l'efficacia del farmaco in situazioni di emergenza. Conclusioni: L'acido tranexamico rappresenta un trattamento importante per i pazienti traumatizzati, a condizione che sia somministrato tempestivamente, preferibilmente entro un'ora dal trauma. La somministrazione nel percorso di assistenza extra-ospedaliera può ottimizzare gli esiti clinici, ma ulteriori ricerche sono necessarie per affrontare le limitazioni e chiarire i contesti clinici più appropriati per il suo utilizzo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/21689