Il cuore umano è un organo regolato da complessi meccanismi elettrici e neurovegetativi, il cui corretto funzionamento garantisce la perfetta sincronizzazione tra la contrazione atriale e quella ventricolare. L'attività elettrica cardiaca, generata spontaneamente dal nodo senoatriale e trasmessa attraverso specifici percorsi di conduzione, si traduce in un tracciato elettrocardiografico (ECG), strumento indispensabile per la diagnosi di numerose patologie. Il segnale ECG permette infatti di osservare con precisione le varie fasi del ciclo cardiaco e le eventuali alterazioni che ne compromettono la fisiologia. Tra le anomalie cardiache più rilevanti spicca la fibrillazione atriale (FA), un’aritmia caratterizzata da un’attivazione atriale disorganizzata e rapida, che rende inefficace la contrazione degli atri e genera un ritmo ventricolare irregolare. Questa condizione, sempre più diffusa con l’invecchiamento della popolazione, può insorgere a causa di molteplici fattori, tra cui l’ipertensione arteriosa e le patologie cardiache strutturali. Clinicamente, la FA può manifestarsi con un’ampia varietà di sintomi, ma anche in forma asintomatica, e comporta un elevato rischio di complicanze tromboemboliche, come l’ictus. La diagnosi si basa principalmente sull’elettrocardiogramma, mentre la strategia terapeutica può includere il controllo del ritmo, della frequenza ventricolare e la prevenzione dell’embolia attraverso anticoagulanti. In tale contesto, lo studio della variabilità della frequenza cardiaca (HRV) assume un ruolo importante, in quanto consente di valutare l’influenza del sistema nervoso autonomo sull’attività cardiaca. In condizioni normali, la HRV riflette l’adattamento dinamico del cuore agli stimoli interni ed esterni, modulato dalle componenti simpatiche e parasimpatiche. Tuttavia, l’analisi della HRV in presenza di fibrillazione atriale richiede un approccio metodologico più raffinato, capace di distinguere tra variabilità fisiologica e irregolarità patologica. Per ottenere informazioni affidabili è necessario applicare un’ampia gamma di tecniche analitiche, che comprendono metodi statistici nel dominio del tempo, trasformazioni spettrali nel dominio della frequenza e approcci non lineari per descrivere la complessità e l’imprevedibilità del segnale cardiaco. Queste tecniche permettono di ricavare parametri che, sebbene influenzati dall’attività caotica della FA, possono ancora fornire preziose indicazioni cliniche. L’analisi della HRV durante la fibrillazione atriale mostra infatti profonde alterazioni dei normali pattern autonomici, evidenziando una perdita di controllo vagale e un aumento dell’irregolarità degli intervalli RR. L’interpretazione di tali variazioni, soprattutto se integrata con dati clinici e strumentali, può contribuire a valutare la gravità della patologia, l’efficacia dei trattamenti e il rischio di recidiva.

Variabilità del ritmo cardiaco in soggetti affetti da fibrillazione atriale

PERPETUO, GABRIELE
2024/2025

Abstract

Il cuore umano è un organo regolato da complessi meccanismi elettrici e neurovegetativi, il cui corretto funzionamento garantisce la perfetta sincronizzazione tra la contrazione atriale e quella ventricolare. L'attività elettrica cardiaca, generata spontaneamente dal nodo senoatriale e trasmessa attraverso specifici percorsi di conduzione, si traduce in un tracciato elettrocardiografico (ECG), strumento indispensabile per la diagnosi di numerose patologie. Il segnale ECG permette infatti di osservare con precisione le varie fasi del ciclo cardiaco e le eventuali alterazioni che ne compromettono la fisiologia. Tra le anomalie cardiache più rilevanti spicca la fibrillazione atriale (FA), un’aritmia caratterizzata da un’attivazione atriale disorganizzata e rapida, che rende inefficace la contrazione degli atri e genera un ritmo ventricolare irregolare. Questa condizione, sempre più diffusa con l’invecchiamento della popolazione, può insorgere a causa di molteplici fattori, tra cui l’ipertensione arteriosa e le patologie cardiache strutturali. Clinicamente, la FA può manifestarsi con un’ampia varietà di sintomi, ma anche in forma asintomatica, e comporta un elevato rischio di complicanze tromboemboliche, come l’ictus. La diagnosi si basa principalmente sull’elettrocardiogramma, mentre la strategia terapeutica può includere il controllo del ritmo, della frequenza ventricolare e la prevenzione dell’embolia attraverso anticoagulanti. In tale contesto, lo studio della variabilità della frequenza cardiaca (HRV) assume un ruolo importante, in quanto consente di valutare l’influenza del sistema nervoso autonomo sull’attività cardiaca. In condizioni normali, la HRV riflette l’adattamento dinamico del cuore agli stimoli interni ed esterni, modulato dalle componenti simpatiche e parasimpatiche. Tuttavia, l’analisi della HRV in presenza di fibrillazione atriale richiede un approccio metodologico più raffinato, capace di distinguere tra variabilità fisiologica e irregolarità patologica. Per ottenere informazioni affidabili è necessario applicare un’ampia gamma di tecniche analitiche, che comprendono metodi statistici nel dominio del tempo, trasformazioni spettrali nel dominio della frequenza e approcci non lineari per descrivere la complessità e l’imprevedibilità del segnale cardiaco. Queste tecniche permettono di ricavare parametri che, sebbene influenzati dall’attività caotica della FA, possono ancora fornire preziose indicazioni cliniche. L’analisi della HRV durante la fibrillazione atriale mostra infatti profonde alterazioni dei normali pattern autonomici, evidenziando una perdita di controllo vagale e un aumento dell’irregolarità degli intervalli RR. L’interpretazione di tali variazioni, soprattutto se integrata con dati clinici e strumentali, può contribuire a valutare la gravità della patologia, l’efficacia dei trattamenti e il rischio di recidiva.
2024
2025-07-17
HEART RATE VARIABILITY IN SUBJECTS WITH ATRIAL FIBRILLATION
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/22107