My thesis work made it possible to introduce and comment on the still not fully popular phenomenon of maternal microchimerism and fetal microchimerism; in particular, for the first one, the thesis focused on the functional consequences of fetal microglia in offspring with reduction or restoration of MMc. The importance of these cells in maintaining the homeostasis of fetal microglia was verified, a specific condition in which a lower number of maternal microchimeric cells leads to hyperactivation of microglia, thus playing a crucial role in the regulation of tissue homeostasis in the developing brain. The suppression of excessive presynaptic elimination, the promotion of functional communication within developing prefrontal-hippocampal circuits, and the improvement of early behavioral performances were then confirmed. All this suggests that the unique population of MMc is not an “evolutionary remnant” or an accidental phenomenon present in eutherian mammals, but instead promotes brain development and functions in later stages of life. Subsequently, I analyzed the phenomenon of fetal microchimerism, namely the presence of fetal cells in the maternal body even after birth, and its possible effects on the mother’s health. The mechanisms of cell transfer during pregnancy, the detection methods of cFMC, their persistence over time, and their implications in various clinical fields are described. In particular, potential beneficial effects in wound healing and protection against certain maternal cancers are highlighted, as well as possible negative effects related to autoimmune diseases, placental dysfunctions (such as preeclampsia and fetal growth restriction), cardiovascular pathologies, and inflammatory responses. The thesis also discusses the immunological foundations of maternal-fetal tolerance, highlighting the need for further research to fully understand its role in women's health in the short and long term.

Il mio lavoro di tesi ha permesso di introdurre e commentare il fenomeno ancora non del tutto popolare del microchimerismo materno e del microchimerismo fetale; in particolare, per il primo, la tesi si è focalizzata sulle conseguenze funzionali delle microglia fetali nella prole con riduzione o ripristino delle MMc. È stata verificata l’importanza di queste cellule nel mantenimento dell’omeostasi della microglia fetale, particolare condizione in cui un minor numero di cellule microchimeriche materne porta ad un’iperattivazione della microglia, giocando quindi un ruolo cruciale nella regolazione dell’omeostasi tissutale nel cervello in sviluppo. È stata in seguito confutata la soppressione dell’eccessiva eliminazione presinaptica, la promozione della comunicazione funzionale all’interno dei circuiti prefrontali-ippocampali in sviluppo e il miglioramento delle prestazioni comportamentali precoci. Tutto ciò suggerisce che la popolazione unica di MMc non sia un “residuo evolutivo” o un fenomeno accidentale presente nei mammiferi euteri, ma che invece promuova lo sviluppo cerebrale e le funzioni nelle fasi successive della vita. In seguito, ho poi analizzato il fenomeno del microchimerismo fetale, ovvero la presenza di cellule fetali nel corpo materno anche dopo il parto, e i suoi possibili effetti sulla salute della madre. Vengono descritti i meccanismi di trasferimento cellulare durante la gravidanza, i metodi di rilevamento delle cFMC, la loro persistenza nel tempo e le loro implicazioni in vari ambiti clinici. In particolare, vengono messi in evidenza i potenziali effetti benefici nella guarigione delle ferite e nella protezione contro alcuni tumori materni, così come i possibili effetti negativi in relazione a malattie autoimmuni, disfunzioni placentari (come preeclampsia e ritardo nella crescita fetale), patologie cardiovascolari e risposte infiammatorie. Il lavoro di tesi discute anche le basi immunologiche della tolleranza materno-fetale, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche per comprenderne appieno il ruolo nella salute femminile a breve e lungo termine.

Microchimerismo materno e fetale: un dialogo cellulare oltre la gravidanza

INNAMORATI, ELENA
2024/2025

Abstract

My thesis work made it possible to introduce and comment on the still not fully popular phenomenon of maternal microchimerism and fetal microchimerism; in particular, for the first one, the thesis focused on the functional consequences of fetal microglia in offspring with reduction or restoration of MMc. The importance of these cells in maintaining the homeostasis of fetal microglia was verified, a specific condition in which a lower number of maternal microchimeric cells leads to hyperactivation of microglia, thus playing a crucial role in the regulation of tissue homeostasis in the developing brain. The suppression of excessive presynaptic elimination, the promotion of functional communication within developing prefrontal-hippocampal circuits, and the improvement of early behavioral performances were then confirmed. All this suggests that the unique population of MMc is not an “evolutionary remnant” or an accidental phenomenon present in eutherian mammals, but instead promotes brain development and functions in later stages of life. Subsequently, I analyzed the phenomenon of fetal microchimerism, namely the presence of fetal cells in the maternal body even after birth, and its possible effects on the mother’s health. The mechanisms of cell transfer during pregnancy, the detection methods of cFMC, their persistence over time, and their implications in various clinical fields are described. In particular, potential beneficial effects in wound healing and protection against certain maternal cancers are highlighted, as well as possible negative effects related to autoimmune diseases, placental dysfunctions (such as preeclampsia and fetal growth restriction), cardiovascular pathologies, and inflammatory responses. The thesis also discusses the immunological foundations of maternal-fetal tolerance, highlighting the need for further research to fully understand its role in women's health in the short and long term.
2024
2025-07-21
Maternal and fetal microchimerism: a cellular dialogue beyond pregnancy
Il mio lavoro di tesi ha permesso di introdurre e commentare il fenomeno ancora non del tutto popolare del microchimerismo materno e del microchimerismo fetale; in particolare, per il primo, la tesi si è focalizzata sulle conseguenze funzionali delle microglia fetali nella prole con riduzione o ripristino delle MMc. È stata verificata l’importanza di queste cellule nel mantenimento dell’omeostasi della microglia fetale, particolare condizione in cui un minor numero di cellule microchimeriche materne porta ad un’iperattivazione della microglia, giocando quindi un ruolo cruciale nella regolazione dell’omeostasi tissutale nel cervello in sviluppo. È stata in seguito confutata la soppressione dell’eccessiva eliminazione presinaptica, la promozione della comunicazione funzionale all’interno dei circuiti prefrontali-ippocampali in sviluppo e il miglioramento delle prestazioni comportamentali precoci. Tutto ciò suggerisce che la popolazione unica di MMc non sia un “residuo evolutivo” o un fenomeno accidentale presente nei mammiferi euteri, ma che invece promuova lo sviluppo cerebrale e le funzioni nelle fasi successive della vita. In seguito, ho poi analizzato il fenomeno del microchimerismo fetale, ovvero la presenza di cellule fetali nel corpo materno anche dopo il parto, e i suoi possibili effetti sulla salute della madre. Vengono descritti i meccanismi di trasferimento cellulare durante la gravidanza, i metodi di rilevamento delle cFMC, la loro persistenza nel tempo e le loro implicazioni in vari ambiti clinici. In particolare, vengono messi in evidenza i potenziali effetti benefici nella guarigione delle ferite e nella protezione contro alcuni tumori materni, così come i possibili effetti negativi in relazione a malattie autoimmuni, disfunzioni placentari (come preeclampsia e ritardo nella crescita fetale), patologie cardiovascolari e risposte infiammatorie. Il lavoro di tesi discute anche le basi immunologiche della tolleranza materno-fetale, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche per comprenderne appieno il ruolo nella salute femminile a breve e lungo termine.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/22540