Valutazione della densità minerale ossea nell'osteoartropatia acromegalica: quale ruolo per la REMS?

Background: Acromegaly is a clinical condition caused by pathologically high levels of growth hormone (GH) and is associated with characteristic osteometabolic alterations known as acromegalic osteoarthropathy. Densitometric evaluation using computerized bone mineralometry with DXA technology is currently the gold standard for measuring bone mineral density (BMD), which in turn allows for the correct classification of conditions with a high risk of fracture. However, it is negatively affected by the presence of artifacts common to osteoarthritis and acromegalic osteoarthropathy. Materials and methods: we included in our study subjects with acromegaly of both sexes, of legal age, who came for a visit to the clinics of the Endocrinology Clinic of the Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche of Ancona. After collecting clinical, biochemical, anamnestic, and anthropometric data, all patients underwent densitometric evaluation using DXA and radiofrequency ultrasound multispectrometry (REMS). The latter is a recently introduced method that appears to offer better diagnostic accuracy than DXA in the presence of artifactual alterations. Results: We included 40 subjects with acromegaly aged between 31 and 86 years (mean 61.83 ± 13.09) in our study, of whom 23 (57.5%) were male. No correlations emerged between disease control indices and biochemical and densitometric parameters relating to bone metabolism. In the bivariate analysis, the two methods showed a modest correlation between the densitometric parameters calculated at the different sites, with poor agreement in the diagnostic definition of mineralization status (Kappa = 0.37, p=0.001), with densitometric values generally lower than the REMS assessment. It should be noted that the REMS data showed greater agreement with the trabecular bone score (TBS) than the DXA data. Furthermore, both REMS and TBS show a greater correlation with the fracture risk estimated by the FRAX algorithm than traditional DXA. However, in the multivariate analysis, the correlation between REMS and FRAX is significantly influenced by age. Conclusions: Our study suggests that REMS may be a more accurate tool than conventional DXA in assessing BMD in individuals with acromegaly. However, further studies with sufficient follow-up time to observe the occurrence of any fragility fractures are needed to define the actual role of REMS in fracture risk estimation.

Background: l’acromegalia è una condizione clinica determinata da livelli patologicamente elevati di ormone della crescita (GH) e si associa ad alterazioni osteometaboliche caratteristiche che prendono il nome di osteoartropatia acromegalica. La valutazione densitometrica mediante mineralometria ossea computerizzata (MOC) con tecnica DXA rappresenta l’attuale gold standard diagnostico per la misurazione della densità minerale ossea (BMD), che a sua volta permette il corretto inquadramento di condizioni ad alto rischio di frattura, ma risulta condizionato negativamente dalla presenza di artefatti comuni all’osteoartrosi e alla osteoartropatia acromegalica. Materiali e metodi: abbiamo incluso nel nostro studio soggetti affetti da acromegalia di ambo i sessi, maggiorenni, giunti a visita presso gli ambulatori della Clinica di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche di Ancona. Dopo la raccolta di dati clinici, biochimici anamnestici e antropometrici, i pazienti sono stati tutti sottoposti a valutazione densitometrica mediante DXA e multispettrometria ecografica a radiofrequenza (REMS). Quest’ultima rappresenta una metodica di recente introduzione che sembra presentare una migliore accuratezza diagnostica rispetto alla DXA in presenza di alterazioni artefattuali. Risultati: abbiamo incluso nel nostro studio 40 soggetti acromegalici di età compresa tra 31 e 86 anni (media 61,83 ± 13,09), di cui 23 (57,5%) di sesso maschile. Non sono emerse correlazioni tra gli indici di controllo di malattia e i parametri biochimici e densitometrici riguardanti il metabolismo osseo. All’analisi bivariata, le due metodiche hanno mostrato una modesta correlazione tra i parametri densitometrici calcolati a livello dei diversi siti, con una scarsa concordanza nella definizione diagnostica dello stato di mineralizzazione (Kappa = 0,37, p=0,001), con valori densitometrici globalmente inferiori alla valutazione REMS. Da notare, i dati REMS hanno mostrato una maggiore concordanza con il trabecular bone score (TBS) rispetto ai dati DXA. Sia REMS che TBS, inoltre, mostrano una maggiore correlazione con il rischio di frattura stimato mediante algoritmo FRAX rispetto alla DXA tradizionale. Tuttavia, all’analisi multivariabile la correlazione tra REMS e FRAX risulta significativamente influenzata dall’età. Conclusioni: il nostro studio suggerisce che la REMS possa rappresentare uno strumento più accurato rispetto alla DXA convenzionale nella valutazione della BMD dei soggetti affetti da acromegalia. Sono tuttavia necessari ulteriori studi con tempi di follow-up sufficienti a osservare la comparsa di eventuali fratture da fragilità per definire l’effettivo ruolo della REMS nella stima del rischio di frattura.