Dietro la maschera dell'oro: simbolismo e stabilità economica

This thesis examines gold’s contemporary role as a strategic reserve in central banks, focusing on the link between trust, perception, and stability in fiat monetary systems. Following a historical overview (from gold’s symbolic and monetary uses and the Gold Standard to the end of convertibility in 1971) the study documents gold as both a safe haven and an institutional signal. It analyzes why central banks hold gold (no counterparty risk, crisis hedging, geopolitical signalling), the geography and recent dynamics of official purchases (2022–2025), and provides an Italian case study (composition, custody, accounting profile). The analytical section addresses expectation formation (information frictions, multiple equilibria), the power of communication (e.g., “whatever it takes”), and operational tools to manage perception: IMF reserve template transparency, disclosure on gold lending/swaps, and forward guidance. The thesis concludes that, despite yielding no income, gold enhances resilience by coordinating expectations and acting as a credibility bridge between balance sheets and markets—particularly under geopolitical and digital uncertainty—yielding policy implications on strategic allocation, transparency, and operational readiness.

La tesi indaga il ruolo attuale dell’oro come riserva strategica nelle banche centrali, con particolare attenzione al nesso tra fiducia, percezione e stabilità nei sistemi monetari fiat. Dopo una ricostruzione storica (dall’uso simbolico e monetario al Gold Standard, fino alla sospensione della convertibilità nel 1971) il lavoro documenta l’oro come bene rifugio e segnale istituzionale. Vengono esaminati: i motivi della detenzione ufficiale (assenza di rischio di controparte, copertura in fasi di stress, segnalazione di indipendenza), la geografia e la dinamica recente degli acquisti (2022–2025), con un focus sull’Italia (composizione, custodia, profilo contabile). La parte analitica affronta la formazione delle aspettative (asimmetrie informative, equilibri multipli), il potere della comunicazione (es. “whatever it takes”) e gli strumenti operativi per governare la percezione: trasparenza sul template FMI, disclosure di prestiti/swap sull’oro, forward guidance. La tesi conclude che l’oro, pur privo di rendimento, contribuisce alla resilienza coordinando le aspettative e fungendo da ponte di credibilità tra bilanci e mercati, specie in contesti di incertezza geopolitica e digitale; ne discendono indicazioni di policy su quota strategica, trasparenza e prontezza operativa.