Impatto sanitario derivante da mutamenti nell'esposizione agli inquinanti atmosferici durante l'epidemia COVID-19.

The aim of this thesis is to estimate the potential variations in pollutant concentrations, such as nitrogen dioxide (NO₂) and PM2.5, during the COVID-19 period. The study focuses on two cities: Ferrara and Verona. To this end, the first part of the thesis examines the concentrations of NO₂ and PM2.5 during the first few months of 2020. These concentrations were recorded by two air quality monitoring stations; one located in Ferrara and the other in Verona. The 2020 values are then compared with those recorded during the same period in the previous five years, from 2015 to 2019. The pollutant concentration data were obtained from the ARPA website. In the second part of the thesis, changes in air pollution and the potential reduction in mortality (resulting from the daily decrease in pollutant concentrations) are analyzed. This part relies on mortality data provided by the National Institute of Statistics (ISTAT). The benefits of reduced air pollution are expressed in terms of the number of deaths per year attributable to air pollution. The air quality data analysis shows that the measures implemented to address the coronavirus emergency led to a reduction in traffic emissions. This reduction is more evident when analyzing concentrations of traffic-related pollutants, such as nitrogen oxide and, to some extent, nitrogen dioxide. Moreover, for both monitoring stations, it is observed that in January 2020, before the lockdown was introduced, the daily maximum concentration of NO₂ was already lower than the levels recorded in the same month from 2016 to 2019. A similar trend was observed in April 2020, during the full lockdown period. Therefore, it can be concluded that the reduction in pollution observed in 2020 may partly be due to the fact that many sources of emissions were inactive due to the lockdown. However, if the comparison between concentrations recorded in January (2015–2019 vs. 2020) and in April (2015–2019 vs. 2020) shows similar results, it suggests that the lockdown may not have played a significant role in reducing air pollution.

L’obiettivo della tesi è valutare la potenziale variazione di concentrazione degli inquinanti biossido di azoto NO2 e particolato fine PM2.5, nel periodo del COVID-19. Lo studio in esame si focalizza su due città, Ferrara e Verona. Al fine di conseguire tale obiettivo, nella prima parte della tesi vengono esaminate le concentrazioni degli inquinanti NO2 e PM2.5, registrate, nei primi mesi del 2020, da due centraline di monitoraggio della qualità dell’aria situate, una nel comune di Ferrara e l’altra nel comune di Verona. Questi dati vengono, poi, confrontati con le concentrazioni di tali inquinanti registrate nello stesso periodo, nel quinquennio precedente, quindi negli anni che vanno dal 2015 al 2019. I valori delle concentrazioni degli inquinanti considerati sono stati tratti dal sito dell’Arpa delle regioni prese in esame. Nella seconda parte della tesi si esamina la variazione dell’inquinamento atmosferico e le potenziali riduzioni della mortalità dovuta all’inquinamento, nel periodo di emergenza sanitaria. Viene calcolata la riduzione del tasso di mortalità conseguente alla diminuzione giornaliera dei valori delle concentrazioni del biossido di azoto e del PM2.5, basandosi sui dati di mortalità prodotti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). I vantaggi della riduzione dell’inquinamento atmosferico sono espressi in termini di numero di morti per anno, attribuibili all’inquinamento. L’analisi dei dati di qualità dell’aria evidenzia che le misure messe in atto per fronteggiare l’emergenza hanno certamente determinato una riduzione delle emissioni derivanti, in particolare, dal traffico veicolare; che sono più evidenti analizzando le concentrazioni degli inquinanti legati direttamente al traffico, ad esempio, NO e in parte NO2. Per entrambe le stazioni, inoltre, si osserva che nel mese di gennaio, in cui non c’era il lockdown, la concentrazione massima giornaliera di NO2 registrata nel 2020 risulta minore rispetto a quella, rilevata nello stesso mese, del periodo 2016-2019. Per il mese di aprile, che rappresenta il periodo di puro lockdown, abbiamo la stessa situazione. Possiamo, quindi, affermare che questa riduzione dell’inquinamento che si osserva nel 2020 potrebbe dipendere in parte dal fatto che molte fonti emissive non erano attive per via del lockdown. Tuttavia, se il confronto tra le concentrazioni rilevate nel mese di gennaio dei periodi 2015-2019 e 2020 e il confronto tra le concentrazioni rilevate nel mese di aprile dei periodi 2015-2019 e 2020, portano risultati uguali, possiamo dire che probabilmente il lockdown non ha influito così tanto nella riduzione dell’inquinamento atmosferico.