Il nostro studio si è posto l’obbiettivo di determinare se, materiali in leghe di carbonio potessero essere sostituti migliori del titanio, in termini di vantaggi terapeutici e di minore formazione e adesione del biofilm microbico causato da Staphylococcus aureus. Per raggiungere lo scopo, sono stati impiegati tre saggi: la conta cellulare su piastra per determinare il numero di cellule vive adese al materiale, l’XTT per determinare l’attività metabolica delle cellule costituenti il biofilm e il CV (cristalvioletto) per vedere la matrice biofilmica totale, comprendente la parte cellulare e la matrice polisaccaridica. I risultati ottenuti hanno mostrato che alcuni materiali si comportano meglio del titanio, anche se in misura diversa. In particolare, P6 e AISI 316 sono risultati i migliori in assoluto. Curiosamente, sono anche gli unici che si presentano visivamente differenti dagli altri: il primo ha un aspetto plastico, mentre il secondo è simile al titanio. Al contrario, gli altri materiali, caratterizzati da una superficie nera opaca e irregolare, hanno mostrato risultati meno incoraggianti; P1, P2 e P3 hanno dimostrato un leggero aumento della numerosità microbica rispetto al titanio; tuttavia, l’attività metabolica misurata è nettamente inferiore in tutti i materiali. Alcuni di essi hanno addirittura evidenziato una proliferazione cellulare. Le metodiche utilizzate, pur essendo manuali, si sono dimostrate altamente riproducibili ed economiche e, ad eccezione del cristalvioletto, in grado di fornire risultati precisi e affidabili.

VALUTAZIONE DI METODICHE DI QUANTIFICAZIONE DEL BIOFILM BATTERICO SU PROTESI IN FIBRA DI CARBONIO

BAIOCCHI, ALESSIA
2024/2025

Abstract

Il nostro studio si è posto l’obbiettivo di determinare se, materiali in leghe di carbonio potessero essere sostituti migliori del titanio, in termini di vantaggi terapeutici e di minore formazione e adesione del biofilm microbico causato da Staphylococcus aureus. Per raggiungere lo scopo, sono stati impiegati tre saggi: la conta cellulare su piastra per determinare il numero di cellule vive adese al materiale, l’XTT per determinare l’attività metabolica delle cellule costituenti il biofilm e il CV (cristalvioletto) per vedere la matrice biofilmica totale, comprendente la parte cellulare e la matrice polisaccaridica. I risultati ottenuti hanno mostrato che alcuni materiali si comportano meglio del titanio, anche se in misura diversa. In particolare, P6 e AISI 316 sono risultati i migliori in assoluto. Curiosamente, sono anche gli unici che si presentano visivamente differenti dagli altri: il primo ha un aspetto plastico, mentre il secondo è simile al titanio. Al contrario, gli altri materiali, caratterizzati da una superficie nera opaca e irregolare, hanno mostrato risultati meno incoraggianti; P1, P2 e P3 hanno dimostrato un leggero aumento della numerosità microbica rispetto al titanio; tuttavia, l’attività metabolica misurata è nettamente inferiore in tutti i materiali. Alcuni di essi hanno addirittura evidenziato una proliferazione cellulare. Le metodiche utilizzate, pur essendo manuali, si sono dimostrate altamente riproducibili ed economiche e, ad eccezione del cristalvioletto, in grado di fornire risultati precisi e affidabili.
2024
2025-11-12
Evaluation of Methods for Quantifying Bacterial Biofilm on Carbon Fiber Prostheses
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