Introduction: Neonatal Abstinence Syndrome (NAS) currently represents a growing clinical challenge for healthcare facilities, due to the increasing rate of intrauterine exposure to psychoactive substances — particularly opioids, but also antidepressants and benzodiazepines. Exposed newborns can develop severe symptoms within the first days of life, requiring specific and multidisciplinary care. Objective: This paper aims to highlight the importance of clinical management of NAS based on a stepwise approach. Non-pharmacological interventions are considered the first line of treatment, as they have proven effective in reducing symptom severity and the need for pharmacological therapy. In more critical cases, pharmacological treatments — including morphine, methadone, or buprenorphine — are administered in a tapered manner and carefully monitored, always in synergy with nursing care. Materials and Methods: The research was conducted through a systematic review of the literature, consulting major international guidelines, scientific articles, and papers available on databases such as PubMed, Google Scholar, Elsevier, and Zanichelli. Results: Data analysis revealed that the timeliness of nursing interventions, combined with specific training in the management of NAS, significantly contributes to improved clinical outcomes. Conclusions: The nurse’s role is not limited to clinical monitoring but extends to building a therapeutic relationship with the newborn and the family. This is essential for reducing the stigma associated with maternal substance use and for supporting parents in the caregiving process, fostering emotional bonding and active participation in care.

Introduzione: La crisi di astinenza nel neonato (Neonatal Abstinence Syndrome, NAS) rappresenta ad oggi una crescente sfida clinica per le strutture sanitarie, dovuta a causa dell’incremento dell’esposizioni intrauterine a sostanze stupefacenti, in particolare agli oppioidi ma anche ad antidepressivi e benzodiazepine. I neonati esposti possono sviluppare sintomi gravi già dai primi giorni di vita, richiedendo un’assistenza multidisciplinare e specifica. Obiettivo: Questo elaborato ha lo scopo di evidenziare l’importanza della gestione clinica della NAS basata su un approccio graduale. Gli interventi non farmacologici sono considerati il primo livello di trattamento; efficaci nel ridurre la gravità dei sintomi e la necessità di effettuare un trattamento farmacologico. Difatti in casi più critici, si ricorre a trattamenti farmacologici, tra cui morfina, metadone o buprenorfina, somministrati in modo scalare e monitorati attentamente, sempre in sinergia con le cure infermieristiche. Materiali e metodi: La ricerca è stata condotta tramite revisione sistematica della letteratura, consultando le principali linee guida internazionali, articoli scientifici ed elaborati presenti su motori di ricerca come: Pub Med,Google Scholar,Elsevier,Zanichelli. Risultati: Dall’analisi dei dati è emerso che la tempestività dell’intervento infermieristico, unito a una formazione specifica nell’ambito della NAS, contribuisce in modo significativo al miglioramento degli esiti clinici. Conclusioni: Il ruolo dell’infermiere non si limita soltanto al monitoraggio clinico, ma si estende alla costruzione della relazione di cura con il neonato e la famiglia. Fondamentale per ridurre lo stigma associato all’uso materno di sostanze e per sostenere i genitori nel processo di accudimento, promuovendo il legame affettivo e la partecipazione attiva alle cure.

Il nursing care nel neonato con la sindrome di astinenza da droghe, tra gestione clinica e relazione di cura.

PUMACCAHUA PAIVA, RUTH KARINA
2024/2025

Abstract

Introduction: Neonatal Abstinence Syndrome (NAS) currently represents a growing clinical challenge for healthcare facilities, due to the increasing rate of intrauterine exposure to psychoactive substances — particularly opioids, but also antidepressants and benzodiazepines. Exposed newborns can develop severe symptoms within the first days of life, requiring specific and multidisciplinary care. Objective: This paper aims to highlight the importance of clinical management of NAS based on a stepwise approach. Non-pharmacological interventions are considered the first line of treatment, as they have proven effective in reducing symptom severity and the need for pharmacological therapy. In more critical cases, pharmacological treatments — including morphine, methadone, or buprenorphine — are administered in a tapered manner and carefully monitored, always in synergy with nursing care. Materials and Methods: The research was conducted through a systematic review of the literature, consulting major international guidelines, scientific articles, and papers available on databases such as PubMed, Google Scholar, Elsevier, and Zanichelli. Results: Data analysis revealed that the timeliness of nursing interventions, combined with specific training in the management of NAS, significantly contributes to improved clinical outcomes. Conclusions: The nurse’s role is not limited to clinical monitoring but extends to building a therapeutic relationship with the newborn and the family. This is essential for reducing the stigma associated with maternal substance use and for supporting parents in the caregiving process, fostering emotional bonding and active participation in care.
2024
2025-11-19
Nursing care for newborns with drug withdrawal sydrome , clinical management and caregiving relationship.
Introduzione: La crisi di astinenza nel neonato (Neonatal Abstinence Syndrome, NAS) rappresenta ad oggi una crescente sfida clinica per le strutture sanitarie, dovuta a causa dell’incremento dell’esposizioni intrauterine a sostanze stupefacenti, in particolare agli oppioidi ma anche ad antidepressivi e benzodiazepine. I neonati esposti possono sviluppare sintomi gravi già dai primi giorni di vita, richiedendo un’assistenza multidisciplinare e specifica. Obiettivo: Questo elaborato ha lo scopo di evidenziare l’importanza della gestione clinica della NAS basata su un approccio graduale. Gli interventi non farmacologici sono considerati il primo livello di trattamento; efficaci nel ridurre la gravità dei sintomi e la necessità di effettuare un trattamento farmacologico. Difatti in casi più critici, si ricorre a trattamenti farmacologici, tra cui morfina, metadone o buprenorfina, somministrati in modo scalare e monitorati attentamente, sempre in sinergia con le cure infermieristiche. Materiali e metodi: La ricerca è stata condotta tramite revisione sistematica della letteratura, consultando le principali linee guida internazionali, articoli scientifici ed elaborati presenti su motori di ricerca come: Pub Med,Google Scholar,Elsevier,Zanichelli. Risultati: Dall’analisi dei dati è emerso che la tempestività dell’intervento infermieristico, unito a una formazione specifica nell’ambito della NAS, contribuisce in modo significativo al miglioramento degli esiti clinici. Conclusioni: Il ruolo dell’infermiere non si limita soltanto al monitoraggio clinico, ma si estende alla costruzione della relazione di cura con il neonato e la famiglia. Fondamentale per ridurre lo stigma associato all’uso materno di sostanze e per sostenere i genitori nel processo di accudimento, promuovendo il legame affettivo e la partecipazione attiva alle cure.
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Descrizione: La tesi approfondisce il ruolo dell’infermiere nella gestione del neonato affetto da Sindrome di Astinenza da Droghe (NAS), evidenziando l’importanza di un approccio clinico integrato e graduale. Attraverso la revisione della letteratura.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/23994