ABSTRACT Introduzione: La Sindrome di Munchausen per procura (MSBP), attualmente classificata come "Disturbo fittizio imposto ad altri" nel DSM-5, è una forma grave di abuso infantile in cui un caregiver, solitamente la madre, induce o simula sintomi fisici o psicologici in un bambino al fine di attirare l'attenzione medica. La diagnosi è complessa a causa della natura ingannevole della condotta e della somiglianza con reali condizioni cliniche. Materiali e metodi: È stata condotta una revisione della letteratura per valutare l’efficacia delle strategie di identificazione e intervento, in particolare infermieristico, nei confronti di bambini vittime di Disturbo fittizio imposto ad altri (MSBP). Sono state utilizzate le principali banche dati scientifiche – PubMed, Google Scholar e Cochrane Library – impiegando stringhe di ricerca basate su parole chiave specifiche come: “Munchausen Syndrome by Proxy”, “Factitious Disorder Imposed on Another”, “Medical Child Abuse”, “Nursing”, “Child protection”, tra le altre. Risultati: Dall’analisi della letteratura selezionata emergono prove consistenti del ruolo centrale dell’infermiere nell’identificazione precoce e nella gestione efficace dei casi di Disturbo fittizio imposto ad altri (FDIA). Gli studi evidenziano l'importanza di competenze infermieristiche forensi, capacità di osservazione clinica critica e collaborazione interprofessionale. In particolare, gli interventi più ricorrenti e rilevanti includono: la documentazione dettagliata dei sintomi e del comportamento del caregiver, l’utilizzo di strumenti di valutazione clinica (es. scala TEN-4), l’applicazione di protocolli di segnalazione legale, e il supporto psicosociale al minore. Interventi domiciliari mirati e programmi educativi infermieristici hanno mostrato un impatto positivo sui comportamenti genitoriali, contribuendo alla riduzione del rischio di abuso. Altri studi sottolineano l'efficacia della formazione specifica del personale infermieristico nel riconoscere segnali di allarme e ridurre danni iatrogeni Discussione e Conclusione: La letteratura conferma che l’infermiere occupa un ruolo strategico nell’individuazione, gestione e prevenzione dei casi di disturbo fittizio imposto ad altri. Grazie alla sua vicinanza al paziente, è spesso il primo a notare incongruenze, sintomi inspiegabili o dinamiche sospette del caregiver. Competenze in ambito forense e la capacità di documentare osservazioni cliniche in modo sistematico (con data, ora, evoluzione, prove visive/biologiche) risultano essenziali. La collaborazione multidisciplinare con medici, psicologi, assistenti sociali e autorità legali è imprescindibile per attivare percorsi protettivi efficaci. Non è solo la diagnosi a essere importante: interventi infermieristici educativi, domiciliari e virtuali hanno dimostrato un impatto positivo nel migliorare la relazione caregiver-bambino e nel ridurre il rischio di recidiva. In conclusione, formare e valorizzare il ruolo infermieristico in questi contesti significa aumentare la tutela dei minori più vulnerabili, traducendo osservazione critica, documentazione e cooperazione in azioni concrete di protezione.
LA SINDROME DI MUNCHAUSEN PER PROCURA: RICONOSCIMENTO, GESTIONE INFERMIERISTICA E IMPLICAZIONI ETICHE
QUAGLIANI, GIANLUCA
2024/2025
Abstract
ABSTRACT Introduzione: La Sindrome di Munchausen per procura (MSBP), attualmente classificata come "Disturbo fittizio imposto ad altri" nel DSM-5, è una forma grave di abuso infantile in cui un caregiver, solitamente la madre, induce o simula sintomi fisici o psicologici in un bambino al fine di attirare l'attenzione medica. La diagnosi è complessa a causa della natura ingannevole della condotta e della somiglianza con reali condizioni cliniche. Materiali e metodi: È stata condotta una revisione della letteratura per valutare l’efficacia delle strategie di identificazione e intervento, in particolare infermieristico, nei confronti di bambini vittime di Disturbo fittizio imposto ad altri (MSBP). Sono state utilizzate le principali banche dati scientifiche – PubMed, Google Scholar e Cochrane Library – impiegando stringhe di ricerca basate su parole chiave specifiche come: “Munchausen Syndrome by Proxy”, “Factitious Disorder Imposed on Another”, “Medical Child Abuse”, “Nursing”, “Child protection”, tra le altre. Risultati: Dall’analisi della letteratura selezionata emergono prove consistenti del ruolo centrale dell’infermiere nell’identificazione precoce e nella gestione efficace dei casi di Disturbo fittizio imposto ad altri (FDIA). Gli studi evidenziano l'importanza di competenze infermieristiche forensi, capacità di osservazione clinica critica e collaborazione interprofessionale. In particolare, gli interventi più ricorrenti e rilevanti includono: la documentazione dettagliata dei sintomi e del comportamento del caregiver, l’utilizzo di strumenti di valutazione clinica (es. scala TEN-4), l’applicazione di protocolli di segnalazione legale, e il supporto psicosociale al minore. Interventi domiciliari mirati e programmi educativi infermieristici hanno mostrato un impatto positivo sui comportamenti genitoriali, contribuendo alla riduzione del rischio di abuso. Altri studi sottolineano l'efficacia della formazione specifica del personale infermieristico nel riconoscere segnali di allarme e ridurre danni iatrogeni Discussione e Conclusione: La letteratura conferma che l’infermiere occupa un ruolo strategico nell’individuazione, gestione e prevenzione dei casi di disturbo fittizio imposto ad altri. Grazie alla sua vicinanza al paziente, è spesso il primo a notare incongruenze, sintomi inspiegabili o dinamiche sospette del caregiver. Competenze in ambito forense e la capacità di documentare osservazioni cliniche in modo sistematico (con data, ora, evoluzione, prove visive/biologiche) risultano essenziali. La collaborazione multidisciplinare con medici, psicologi, assistenti sociali e autorità legali è imprescindibile per attivare percorsi protettivi efficaci. Non è solo la diagnosi a essere importante: interventi infermieristici educativi, domiciliari e virtuali hanno dimostrato un impatto positivo nel migliorare la relazione caregiver-bambino e nel ridurre il rischio di recidiva. In conclusione, formare e valorizzare il ruolo infermieristico in questi contesti significa aumentare la tutela dei minori più vulnerabili, traducendo osservazione critica, documentazione e cooperazione in azioni concrete di protezione.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/23995