Emergenza nell'emergenza : il legame tra sovraffollamento e aggressioni agli infermieri in pronto soccorso

Introduction Violence against health workers is a growing problem worldwide, with a particular incidence in the Emergency Room, where overcrowding, prolonged waiting times and high level of stress increase the risk of physical and verbal aggression. Nurses are the most exposed category. In Italy, almost all emergency personnel have suffered episodes of violence, often considered an integral part of the job. Recent legislation and ministerial recommendations underline the need for prevention, training and reporting of events. Objectives The study aims to analyze the phenomenon of violence and investigate the manifestation of aggression against nurses working in Italian Emergency Rooms, with particular attention to the frequency, characteristics of the episodes and the emotional and professional consequences. Materials and Methods A bibliographic research was conducted (March-July 2025) using PubMed, Google and ANIARTI sources. An exploratory survey was also carried out using the QuIN16VIPs validated questionnaire, administered online to Emergency Room nurses throughout the country (March–September 2025). The sample, composed of 50 nurses, participated voluntarily and anonymously. The data were processed and analyzed in aggregate form. Results 90% of nurses said they had suffered episodes of violence in the last year, mainly verbal (58%), but also physical (6%). The main aggressors turn out to be the patient's companions (90%), often in situations of prolonged waiting or overcrowding. The areas most at risk are the triage (72%) and the waiting room (42%). Only 46% of the episodes are formally reported, while most are communicated verbally. The most common immediate reactions are anger (60%), fear (48%) and institutional distrust (46%). Late effects include decreased motivation and job gratification and, in 32% of cases, the desire to leave the profession. There is a lack of specific training on violence management: 44% have never participated in dedicated courses. Video surveillance systems are present in 56% of PS and active surveillance in 66% of cases. Conclusions Violence against nurses in Italian Emergency Rooms is a widespread and underestimated phenomenon, with a prevalence of the verbal component and significant psychological and professional repercussions. Poor training and a tendency not to report hinder prevention and protection of staff. It is necessary to strengthen protection strategies, continuous training, the culture of complaint and post-event psychological support, promoting safer and more conscious work environments.

Introduzione La violenza nei confronti degli operatori sanitari rappresenta una problematica crescente a livello mondiale, con particolare incidenza nei Pronto Soccorso, dove il sovraffollamento, i tempi di attesa prolungati e l’elevato livello di stress aumentano il rischio di aggressioni fisiche e verbali. Gli infermieri costituiscono la categoria più esposta. In Italia, la quasi totalità del personale di emergenza ha subito episodi di violenza, spesso considerati parte integrante del lavoro. La normativa recente e le raccomandazioni ministeriali sottolineano la necessità di prevenzione, formazione e segnalazione degli eventi. Obiettivi Lo studio si propone di analizzare il fenomeno della violenza e indagare la manifestazione dell’aggressività nei confronti degli infermieri operanti nei Pronto Soccorso italiani, con particolare attenzione alla frequenza, alle caratteristiche degli episodi e alle conseguenze emotive e professionali. Materiali e Metodi È stata condotta una ricerca bibliografica (marzo–luglio 2025) mediante PubMed, Google e fonti ANIARTI. È stata inoltre realizzata un’indagine esplorativa tramite il questionario validato QuIN16VIPs, somministrato online a infermieri di Pronto Soccorso su tutto il territorio nazionale (marzo–settembre 2025). Il campione, composto da 50 infermieri, ha partecipato volontariamente e in forma anonima. I dati sono stati elaborati e analizzati in forma aggregata. Risultati Il 90% degli infermieri ha dichiarato di aver subito episodi di violenza nell’ultimo anno, prevalentemente verbale (58%), ma anche fisica (6%). Gli aggressori principali risultano essere gli accompagnatori dei pazienti (90%), spesso in situazioni di attesa prolungata o sovraffollamento. Le aree più a rischio sono il triage (72%) e la sala d’attesa (42%). Solo il 46% degli episodi viene segnalato formalmente, mentre la maggior parte viene comunicata verbalmente. Le reazioni immediate più comuni sono rabbia (60%), paura (48%) e sfiducia istituzionale (46%). Gli effetti tardivi includono calo di motivazione e gratificazione lavorativa e, nel 32% dei casi, il desiderio di abbandonare la professione. La formazione specifica sulla gestione della violenza è carente: il 44% non ha mai partecipato a corsi dedicati. Sono presenti sistemi di videosorveglianza nel 56% dei PS e vigilanza attiva nel 66% dei casi. Conclusioni La violenza contro gli infermieri nei Pronto Soccorso italiani è un fenomeno diffuso e sottostimato, con prevalenza della componente verbale e notevoli ripercussioni psicologiche e professionali. La scarsa formazione e la tendenza alla non segnalazione ostacolano la prevenzione e la tutela del personale. È necessario potenziare le strategie di protezione, la formazione continua, la cultura della denuncia e il sostegno psicologico post-evento, promuovendo ambienti di lavoro più sicuri e consapevoli.