“L’esperienza infermieristica umanitaria a bordo della Life Support di Emergency: studio qualitativo fenomenologico”

Background: Healthcare professionals, particularly nurses working in emotionally intense settings such as humanitarian missions, are exposed to significant emotional and psychological burdens. Emergency’s Life Support ship represents a concrete example of a humanitarian intervention in the maritime domain, where healthcare staff face daily situations of emergency, suffering, and extreme vulnerability. Objectives :To explore the lived experiences of nurses who served aboard the Life Support ship, with the aim of understanding the predominant emotions, the stress management strategies adopted, and the impact of such an experience on both personal and professional levels. Methods :A qualitative approach was adopted through the use of semi-structured interviews conducted with a sample of nurses who served on the ship. The interviews were analyzed using Braun & Clarke’s thematic analysis method, supported by the use of QCAmap and following Mayring’s approach, in order to identify the main meaning units emerging from participants’ narratives and to organize the resulting data. Results: The findings reveal a complex and dynamic emotional configuration that evolves alongside operational processes, with the team being defined as a structural element of both professional effectiveness and support in critical contexts. Various coping strategies emerged and were stratified across the temporal dimensions of the experience: in the acute phase, in the short term, and in the post-mission period — ranging from operational focus, to rationalization, and finally to a process of emotional processing. Exposure to the on-board setting fosters the development of both technical and relational skills, with measurable effects on the effectiveness and safety of actions, as well as greater awareness of professional and interpersonal boundaries. Some critical issues emerged in terms of perceived values within the humanitarian work context, such as the perception of an asymmetry between the scale of intervention and the magnitude of the migratory phenomenon. Conclusion: the experience on board requires the integration of procedures, transversal competencies, and emotional regulation tools to ensure safety and quality of care. The mental health dimension of rescued individuals is a central issue that emerged, which, although crucial, requires structured pathways and supervision to ensure continuity of care. This points to the need to strengthen links with local healthcare services, aiming to transform episodic interventions into comprehensive post-disembarkation care. System-level actions are recommended, particularly in the areas of integrated training and reinforcement of health and social care networks on land.

Background: Gli operatori sanitari, in particolare gli infermieri, che lavorano in contesti ad alta intensità emotiva come le missioni umanitarie, sono esposti a significativi carichi emotivi e psicologici. La nave Life Support di Emergency rappresenta un esempio concreto di intervento umanitario in ambito marittimo, dove il personale sanitario si confronta quotidianamente con situazioni di emergenza, sofferenza e vulnerabilità estrema. Obiettivi: Indagare il vissuto degli infermieri che hanno operato a bordo della Life Support, al fine di comprendere le emozioni prevalenti, le strategie di gestione dello stress adottate e l'impatto di tale esperienza sul piano personale e professionale. Metodi: È stato adottato un approccio qualitativo, mediante la conduzione di interviste semi strutturate rivolte a un campione di infermieri che hanno prestato servizio sulla nave. Le interviste sono state analizzate secondo il metodo di analisi tematica Braun&Clarke, e supportata dall’utilizzo di QCAmap seguendo l’approccio Mayring al fine di individuare i principali nuclei di significato emersi dal racconto dei partecipan-ti e ordinare i dati emersi. Risultati: i dati emersi restituiscono una configurazione emotiva articolata e dinamica che evolve insieme ai processi operativi e la definizione del team come infrastruttura di efficacia professionale e supportiva nei contesti più critici. Le diverse strategie di coping emerse si stratificano lungo le dimensioni temporali del vissuto: in fase acuta, a breve termine e nel post-missione, passando dalla focalizzazione operativa alla razionalizzazione, e infine al processo di metabolizzazione. L’esposizione al setting di bordo favorisce l’acquisizione di competenze tecniche e relazionale, con ricadute misurabili su efficacia, sicurezza dell’azione e assunzione di consapevolezza in merito ai confini professionali ed interpersonali. Emergono delle criticità nel percepito valoriale all’interno del contesto lavorativo in ambito umanitario, quale la percezione di un’asimmetria tra scala dell’intervento e ampiezza del fenomeno migratorio. Conclusione: L’esperienza a bordo richiede l’integrazione di procedure, competenze trasversali e dispositivi di regolazione emotiva per garantire sicurezza e qualità di cura. La dimensione della salute mentale delle persone soccorse è un tema emerso che, se pur centrale, necessita di percorsi di indirizzo e supervisione della continuità di cura, ovvero richiede il rafforzamento dei collegamenti con la sanità territoriale per tra-sformare l’intervento episodico in presa in carico globale nel post-sbarco. Sono indicate azioni di sistema su formazione integrata e rafforzamento dei link sociosanitari a terra.