Obiettivo della presente tesi, in accordo con le esigenze produttive dell’azienda Senamarmi S.r.l., è stato realizzare nuovi materiali che potessero dare una seconda vita agli scarti di lavorazione presenti in grandi quantità nella sede aziendale. Il marmo è un materiale non rinnovabile, pertanto l'attenzione della ricerca è stata posta sulla generazione di concetti di design che contemplassero soluzioni creative per i rifiuti generati durante il processo di produzione e che, inoltre, consentissero un'estensione del ciclo di vita del prodotto e del materiale. I materiali offerti dall’azienda sono fanghi e pezzami di varie tipologie di marmo. Dai fanghi opportunamente trattati, sono state recuperate polveri da utilizzare come filler, i pezzami invece, saranno ottenuti tramite un mulino meccanico che permette di ottenere differente dimensioni granulometriche a seconda delle necessità. In questo specifico studio, non avendo ancora a disposizione pezzami di marmo a granulometrie idonee, il pezzame è stato sostituito temporaneamente da aggregati di carbonato di calcio (CaCO3 > 98%), materiale con caratteristiche confrontabili a quelle del marmo utilizzato in azienda. Gli scarti di lavorazione sono stati utilizzati per la creazione di miscele a base di leganti organici (resine) e inorganici (cemento). Importante è stata la valutazione, per entrambi i casi, del giusto quantitativo di filler e aggregati all’interno dell’impasto, delle dimensioni ideali degli aggregati, il giusto rapporto scarti e legante. Sono state inoltre valutate tre importanti caratteristiche: lavorabilità, fluidità dell’impasto, prestazioni meccaniche ed estetica finale. I materiali ottenuti dovranno essere idonei ad ambienti interni ed esterni, per la realizzazione di top cucina, lavelli, elementi di arredo, superfici di rivestimento, sedute etc. Questi riferimenti hanno influenzato la sperimentazione, in particolare nel presente studio i campioni realizzati fanno riferimento ad un possibile utilizzo come piani e top cucina con spessori dai 2 ai 4 cm.
Recupero e valorizzazione degli scarti di lavorazione del marmo come aggregati e filler in conglomerati con leganti a matrice organica e inorganica
MEDICI, CECILIA
2019/2020
Abstract
Obiettivo della presente tesi, in accordo con le esigenze produttive dell’azienda Senamarmi S.r.l., è stato realizzare nuovi materiali che potessero dare una seconda vita agli scarti di lavorazione presenti in grandi quantità nella sede aziendale. Il marmo è un materiale non rinnovabile, pertanto l'attenzione della ricerca è stata posta sulla generazione di concetti di design che contemplassero soluzioni creative per i rifiuti generati durante il processo di produzione e che, inoltre, consentissero un'estensione del ciclo di vita del prodotto e del materiale. I materiali offerti dall’azienda sono fanghi e pezzami di varie tipologie di marmo. Dai fanghi opportunamente trattati, sono state recuperate polveri da utilizzare come filler, i pezzami invece, saranno ottenuti tramite un mulino meccanico che permette di ottenere differente dimensioni granulometriche a seconda delle necessità. In questo specifico studio, non avendo ancora a disposizione pezzami di marmo a granulometrie idonee, il pezzame è stato sostituito temporaneamente da aggregati di carbonato di calcio (CaCO3 > 98%), materiale con caratteristiche confrontabili a quelle del marmo utilizzato in azienda. Gli scarti di lavorazione sono stati utilizzati per la creazione di miscele a base di leganti organici (resine) e inorganici (cemento). Importante è stata la valutazione, per entrambi i casi, del giusto quantitativo di filler e aggregati all’interno dell’impasto, delle dimensioni ideali degli aggregati, il giusto rapporto scarti e legante. Sono state inoltre valutate tre importanti caratteristiche: lavorabilità, fluidità dell’impasto, prestazioni meccaniche ed estetica finale. I materiali ottenuti dovranno essere idonei ad ambienti interni ed esterni, per la realizzazione di top cucina, lavelli, elementi di arredo, superfici di rivestimento, sedute etc. Questi riferimenti hanno influenzato la sperimentazione, in particolare nel presente studio i campioni realizzati fanno riferimento ad un possibile utilizzo come piani e top cucina con spessori dai 2 ai 4 cm.File | Dimensione | Formato | |
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