Adriano Olivetti hasn't been just an entrepreneur or an engineer neither a politician like the others: he was able to combine his political and social ideas very revolutionary, for the time that he lived (1901-1960), with his industrial and innovative projects, which he find a way to carry out in his home town Ivrea. He has turned the factory of his father Camillo into new work experience, unique all over the world where the employees were working and were living in better conditions than the other big Italian factory and they were feeling part of something which held them together. Also very important has been his commitment in the "Mezzogiorno" (South of Italy), where he was able to found a new factory with the same characteristics of the Ivrea factory and to give employment to so many unemployed men, for industrializing the South of Italy and decreasing the inequalities with the Nord of Italy. Concurrently he has pursued his beliefs with the creation of the "Movimento Comunità", a political party with the federalist, socialist and liberal democratic trajectory which was fighting for the creation of the "Comunità concrete" and the new "Stato Federale delle Comunità", that would enable man to rediscover the harmony whit nature and his self. Not least has been his engagement in the urbanistic for supporting the formal plan, which is able to better organize the "Comunità", avoiding the building disorder and the society grow in a disorganic way, both symbols of the civilization crisis. Analysis and development of this argument are the results of a personal interest in the figure of Adriano Olivetti, in response to the studying of his work organization. The object of this paper is to provide a different and innovative vision of the way to work and of the life inside and outside the factory and simultaneously provide an Italian democracy reform because today the Italian democracy is based on the political parties instead of the constitutional institutions.

Adriano Olivetti non fu un semplice imprenditore o un ingegnere né un politico come gli altri: egli riuscì ad unire alle sue idee politiche e sociali molto rivoluzionarie, per il periodo in cui è vissuto (1901-1960), i suoi progetti industriali innovativi che riuscì a mettere in pratica nella sua città natale di Ivrea. Egli trasformò la fabbrica fondata dal padre Camillo in una nuova esperienza lavorativa, unica al mondo dove i dipendenti esercitavano la loro professione e vivevano in condizioni migliori rispetto alle grandi fabbriche italiane e si sentivano parte di un qualcosa che li univa gli uni agli altri. Di rilievo fu anche il suo impegno nel Mezzogiorno, dove riuscì a fondare una nuova fabbrica con le stesse caratteristiche di quella di Ivrea e riuscì a dare un impiego a moltissimi uomini disoccupati, cercando di industrializzare l’area del Sud Italia, diminuendo le disuguaglianze con il Nord Italia. Parallelamente riuscì a portare avanti le sue convinzioni con la creazione del Movimento Comunità, partito politico di orientamento federalista, socialista e liberaldemocratico che si batteva per la creazione delle “Comunità concrete” e del nuovo “Stato Federale delle Comunità" che avrebbero permesso all’uomo di ritrovare l'armonia con la natura e con sé stesso. Non meno importante fu il suo impegno nell’urbanistica a sostegno del piano formale, in grado di organizzare al meglio la Comunità, evitando il disordine edilizio e l’espandersi della società in modo disorganico, entrambi simboli di crisi della civiltà. L’analisi e lo sviluppo di questi argomenti è frutto di un interesse personale verso la figura di Adriano Olivetti, a seguito dello studio della sua organizzazione del lavoro. L’obiettivo dell’elaborato è quello di fornire una visione diversa e innovativa del modo di lavorare e della vita fuori e dentro la fabbrica e parallelamente offrire una riforma della democrazia italiana, che oggi ruota molto più attorno ai partiti che agli organi previsti dalla Costituzione.

Adriano Olivetti e la creazione della Città dell'uomo

SCALONI, DEBORAH
2019/2020

Abstract

Adriano Olivetti hasn't been just an entrepreneur or an engineer neither a politician like the others: he was able to combine his political and social ideas very revolutionary, for the time that he lived (1901-1960), with his industrial and innovative projects, which he find a way to carry out in his home town Ivrea. He has turned the factory of his father Camillo into new work experience, unique all over the world where the employees were working and were living in better conditions than the other big Italian factory and they were feeling part of something which held them together. Also very important has been his commitment in the "Mezzogiorno" (South of Italy), where he was able to found a new factory with the same characteristics of the Ivrea factory and to give employment to so many unemployed men, for industrializing the South of Italy and decreasing the inequalities with the Nord of Italy. Concurrently he has pursued his beliefs with the creation of the "Movimento Comunità", a political party with the federalist, socialist and liberal democratic trajectory which was fighting for the creation of the "Comunità concrete" and the new "Stato Federale delle Comunità", that would enable man to rediscover the harmony whit nature and his self. Not least has been his engagement in the urbanistic for supporting the formal plan, which is able to better organize the "Comunità", avoiding the building disorder and the society grow in a disorganic way, both symbols of the civilization crisis. Analysis and development of this argument are the results of a personal interest in the figure of Adriano Olivetti, in response to the studying of his work organization. The object of this paper is to provide a different and innovative vision of the way to work and of the life inside and outside the factory and simultaneously provide an Italian democracy reform because today the Italian democracy is based on the political parties instead of the constitutional institutions.
2019
2020-10-25
Adriano Olivetti and the creation of the "Città dell'uomo"
Adriano Olivetti non fu un semplice imprenditore o un ingegnere né un politico come gli altri: egli riuscì ad unire alle sue idee politiche e sociali molto rivoluzionarie, per il periodo in cui è vissuto (1901-1960), i suoi progetti industriali innovativi che riuscì a mettere in pratica nella sua città natale di Ivrea. Egli trasformò la fabbrica fondata dal padre Camillo in una nuova esperienza lavorativa, unica al mondo dove i dipendenti esercitavano la loro professione e vivevano in condizioni migliori rispetto alle grandi fabbriche italiane e si sentivano parte di un qualcosa che li univa gli uni agli altri. Di rilievo fu anche il suo impegno nel Mezzogiorno, dove riuscì a fondare una nuova fabbrica con le stesse caratteristiche di quella di Ivrea e riuscì a dare un impiego a moltissimi uomini disoccupati, cercando di industrializzare l’area del Sud Italia, diminuendo le disuguaglianze con il Nord Italia. Parallelamente riuscì a portare avanti le sue convinzioni con la creazione del Movimento Comunità, partito politico di orientamento federalista, socialista e liberaldemocratico che si batteva per la creazione delle “Comunità concrete” e del nuovo “Stato Federale delle Comunità" che avrebbero permesso all’uomo di ritrovare l'armonia con la natura e con sé stesso. Non meno importante fu il suo impegno nell’urbanistica a sostegno del piano formale, in grado di organizzare al meglio la Comunità, evitando il disordine edilizio e l’espandersi della società in modo disorganico, entrambi simboli di crisi della civiltà. L’analisi e lo sviluppo di questi argomenti è frutto di un interesse personale verso la figura di Adriano Olivetti, a seguito dello studio della sua organizzazione del lavoro. L’obiettivo dell’elaborato è quello di fornire una visione diversa e innovativa del modo di lavorare e della vita fuori e dentro la fabbrica e parallelamente offrire una riforma della democrazia italiana, che oggi ruota molto più attorno ai partiti che agli organi previsti dalla Costituzione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/2814