ABSTRACT Introduzione: l’ustione coinvolge sempre più numerose fasce della popolazione, come giovani operai, coloro che fanno abuso di alcool e droghe, mentre nei paesi in via di sviluppo, le giovani donne, che lavorano in casa. Al giorno d’oggi l’assistenza infermieristica al paziente ustionato è rivolta non solo alla fase acuta ma anche a quella cronica. In quanto se quest’ultima viene trascurata il paziente avrà una generale compromissione della qualità di vita e degli esiti funzionali in generale. Lo scopo è quello di passare in rassegna alcune tra le più recenti evidenze scientifiche e le linee guida attualmente in atto e, infine, delineare gli aspetti principali di un piano assistenziale infermieristico. Materiali e metodi: per la ricerca è stata utilizzata la modalità PICO, è stata scelta la banca dati Science ElSevier ed il motore di ricerca Pub Med. Numerose sono state le parole chiave utilizzate, come: burn wound care, burns nurse, post traumatic stress disorder (PTSD), burn epidemiology, burn injury, Meek technique, infection, burn fluid management, Parkland. Sono stati presi in considerazione gli studi pubblicati nell’ultimo quinquennio (2015-2020), inoltre sono stati esclusi tutti gli studi che comprendono pazienti ustionati pediatrici. Risultati: gli studi principali, che sono stati esaminati, riguardano la validità della formula di Parkland per l’infusione di liquidi, la prevenzione ed il controllo delle infezioni nel paziente ustionato. Altri hanno analizzato il miglior apporto nutrizionale e le modalità di somministrazione, ulteriori studi hanno la gestione topica delle ustioni. Ed infine hanno analizzato l’incidenza di AKI come fattore di rischio delle ustioni, a anche l’importanza della sedazione del dolore nel paziente ustionato. Tra gli articoli riguardanti le conseguenze a lungo termine sono stati scelti quelli che analizzano il rischio di stress post traumatico a seguito dell’ustione, quelli che valutano l’importanza funzionale della riabilitazione ed altri che espongono le tecniche di correzione delle cicatrici invalidanti. Discussione: alla luce della ricerca effettuata è emerso che la formula di Parkland tende a sovrastimare la quantità di fluidi da somministrare, esponendo il paziente al rischio di sindrome compartimentale. Per questo devono essere utilizzate altre metodiche come la produzione oraria di urina. Al fine di prevenire le infezioni topiche della ferita è necessario prediligere unguenti a base di sulfadiazina di argento. Mentre per la medicazione dei cateteri venosi centrali con clorexidina a base alcolica. Inoltre è emerso che l'alimentazione enterale entro le 24h permette il mantenimento della massa muscolare, l’integrità della mucosa intestinale, una migliore guarigione delle ferite, una riduzione del rischio di formazione di ulcere di Curling e una più breve permanenza in ICU. Nella fase acuta di un’ustione numerose sono le soluzioni topiche che possono essere utilizzate, ma alla base vi deve essere una corretta preparazione del letto della ferita, tra cui adeguato debridement, emostasi e controllo delle infezioni. Anche la sedazione del dolore nella fase acuta e cronica risulta fondamentale nel garantire la compliance del paziente. La percentuale di soggetti che ha riportato probabile PTSD e depressione maggiore fino a due anni dopo l’ustione oscilla tra il 12,9 e il 20,7%. Dopo l'intervento, sono stati riscontrati miglioramenti significativi in Modified Barthel Index, tutte le dimensioni di Quality Of Life, dolore e Self-rating Depression Scale nel gruppo di paziento che si è sottoposta a riabilitazione. Inoltre ci sono svariate tecniche di correzione di una cicatrice ipertrofica, al fine di ottenere un risultato estetico e funzionale che si ripercuote anche sulla sfera psichica.
"Ustioni: non solo sopravvivenza, la responsabilità infermieristica degli esiti acuti e cronici"
LANDI, MATILDE
2019/2020
Abstract
ABSTRACT Introduzione: l’ustione coinvolge sempre più numerose fasce della popolazione, come giovani operai, coloro che fanno abuso di alcool e droghe, mentre nei paesi in via di sviluppo, le giovani donne, che lavorano in casa. Al giorno d’oggi l’assistenza infermieristica al paziente ustionato è rivolta non solo alla fase acuta ma anche a quella cronica. In quanto se quest’ultima viene trascurata il paziente avrà una generale compromissione della qualità di vita e degli esiti funzionali in generale. Lo scopo è quello di passare in rassegna alcune tra le più recenti evidenze scientifiche e le linee guida attualmente in atto e, infine, delineare gli aspetti principali di un piano assistenziale infermieristico. Materiali e metodi: per la ricerca è stata utilizzata la modalità PICO, è stata scelta la banca dati Science ElSevier ed il motore di ricerca Pub Med. Numerose sono state le parole chiave utilizzate, come: burn wound care, burns nurse, post traumatic stress disorder (PTSD), burn epidemiology, burn injury, Meek technique, infection, burn fluid management, Parkland. Sono stati presi in considerazione gli studi pubblicati nell’ultimo quinquennio (2015-2020), inoltre sono stati esclusi tutti gli studi che comprendono pazienti ustionati pediatrici. Risultati: gli studi principali, che sono stati esaminati, riguardano la validità della formula di Parkland per l’infusione di liquidi, la prevenzione ed il controllo delle infezioni nel paziente ustionato. Altri hanno analizzato il miglior apporto nutrizionale e le modalità di somministrazione, ulteriori studi hanno la gestione topica delle ustioni. Ed infine hanno analizzato l’incidenza di AKI come fattore di rischio delle ustioni, a anche l’importanza della sedazione del dolore nel paziente ustionato. Tra gli articoli riguardanti le conseguenze a lungo termine sono stati scelti quelli che analizzano il rischio di stress post traumatico a seguito dell’ustione, quelli che valutano l’importanza funzionale della riabilitazione ed altri che espongono le tecniche di correzione delle cicatrici invalidanti. Discussione: alla luce della ricerca effettuata è emerso che la formula di Parkland tende a sovrastimare la quantità di fluidi da somministrare, esponendo il paziente al rischio di sindrome compartimentale. Per questo devono essere utilizzate altre metodiche come la produzione oraria di urina. Al fine di prevenire le infezioni topiche della ferita è necessario prediligere unguenti a base di sulfadiazina di argento. Mentre per la medicazione dei cateteri venosi centrali con clorexidina a base alcolica. Inoltre è emerso che l'alimentazione enterale entro le 24h permette il mantenimento della massa muscolare, l’integrità della mucosa intestinale, una migliore guarigione delle ferite, una riduzione del rischio di formazione di ulcere di Curling e una più breve permanenza in ICU. Nella fase acuta di un’ustione numerose sono le soluzioni topiche che possono essere utilizzate, ma alla base vi deve essere una corretta preparazione del letto della ferita, tra cui adeguato debridement, emostasi e controllo delle infezioni. Anche la sedazione del dolore nella fase acuta e cronica risulta fondamentale nel garantire la compliance del paziente. La percentuale di soggetti che ha riportato probabile PTSD e depressione maggiore fino a due anni dopo l’ustione oscilla tra il 12,9 e il 20,7%. Dopo l'intervento, sono stati riscontrati miglioramenti significativi in Modified Barthel Index, tutte le dimensioni di Quality Of Life, dolore e Self-rating Depression Scale nel gruppo di paziento che si è sottoposta a riabilitazione. Inoltre ci sono svariate tecniche di correzione di una cicatrice ipertrofica, al fine di ottenere un risultato estetico e funzionale che si ripercuote anche sulla sfera psichica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/2949