Le società umane sono costruite sulla biodiversità e traggono costantemente vantaggio dalla diversità degli organismi in quanto questa permette all’uomo di soddisfare i propri bisogni, siano essi primari o putativi. Proprio per questo la perdita di biodiversità può rappresentare una grave minaccia per il benessere umano. A causa di una serie di alterazioni, tra le quali alcune causate dall’uomo, è possibile che vengano meno i servizi che la natura gratuitamente fornisce all’uomo. Il lavoro degli scienziati si è particolarmente concentrato sulla comprensione di quali siano le componenti della biodiversità fondamentali per la fornitura dei servizi ecosistemici, e sebbene è stata mostrata una relativa importanza di tutte le componenti della biodiversità, ad avere un ruolo cruciale è la composizione funzionale, ovvero l’identità, l’abbondanza e la gamma dei tratti delle specie. Dunque, non si può agire solo massimizzando il numero di specie all’interno di un sistema ma è importante ottimizzare il numero di organismi con particolari tratti funzionali. Oggi si registra una tendenza di perdita di biodiversità causata proprio dall’imposizione di alcune classi di organismi su altre, questa sopraffazione è motivata proprio dalle caratteristiche funzionali che possiedono. Questo influenza la fornitura dei servizi ecosistemici. Uno dei servizi ecosistemici che è stato a lungo trascurato è quello del controllo delle malattie infettive umane, l'intensificarsi della comparsa di agenti patogeni infettivi ha molte ragioni di fondo, tutte guidate dal crescente impatto antropogenico sulla natura: dal cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità, dal degrado dell'habitat e a un tasso crescente di contatti tra fauna selvatica e uomo. Le zoonosi ormai molto comuni e le relative infezioni si diffondono facilmente anche grazie ad una società sempre più globalizzata. La crisi causata dal coronavirus ne è un esempio. La perdita di biodiversità è un problema sociale, essa infatti è anche uno dei motivi di accentuazione della diseguaglianza e l’emarginazione dei settori più vulnerabili delle società, che a causa della perdita dei servizi ecosistemici vedono peggiorare la qualità della loro vita. Tardi è arrivato il contributo delle istituzioni per la tutela dell’ambiente, ad oggi l’attività normativa è quasi completamente a carico di organizzazioni sovranazionali, anche se si trovano molte difficoltà a stabilire un modello riconosciuto e rispettato da tutti gli stati. Il Parlamento Europeo, in particolare, si sta muovendo nella direzione della tutela e del ripristino delle aree naturali mediante accordi vincolanti per gli stati sottoscriventi. Tuttavia, attualmente manca un'azione coordinata e completa per arrestare il declino della biodiversità, nonostante la fissazione ripetuta di obiettivi internazionali. La perdita di biodiversità è una questione non sono economia ma soprattutto sociale, così le istituzioni e la comunità scientifica dovrebbero collaborare al meglio per contrastarla e per rendere questo mondo, un mondo non solo orientato al profitto ma anche al benessere di tutte le comunità, umane e non.
La perdita di biodiversità minaccia il benessere umano
FRANCESCHI, LAURA
2019/2020
Abstract
Le società umane sono costruite sulla biodiversità e traggono costantemente vantaggio dalla diversità degli organismi in quanto questa permette all’uomo di soddisfare i propri bisogni, siano essi primari o putativi. Proprio per questo la perdita di biodiversità può rappresentare una grave minaccia per il benessere umano. A causa di una serie di alterazioni, tra le quali alcune causate dall’uomo, è possibile che vengano meno i servizi che la natura gratuitamente fornisce all’uomo. Il lavoro degli scienziati si è particolarmente concentrato sulla comprensione di quali siano le componenti della biodiversità fondamentali per la fornitura dei servizi ecosistemici, e sebbene è stata mostrata una relativa importanza di tutte le componenti della biodiversità, ad avere un ruolo cruciale è la composizione funzionale, ovvero l’identità, l’abbondanza e la gamma dei tratti delle specie. Dunque, non si può agire solo massimizzando il numero di specie all’interno di un sistema ma è importante ottimizzare il numero di organismi con particolari tratti funzionali. Oggi si registra una tendenza di perdita di biodiversità causata proprio dall’imposizione di alcune classi di organismi su altre, questa sopraffazione è motivata proprio dalle caratteristiche funzionali che possiedono. Questo influenza la fornitura dei servizi ecosistemici. Uno dei servizi ecosistemici che è stato a lungo trascurato è quello del controllo delle malattie infettive umane, l'intensificarsi della comparsa di agenti patogeni infettivi ha molte ragioni di fondo, tutte guidate dal crescente impatto antropogenico sulla natura: dal cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità, dal degrado dell'habitat e a un tasso crescente di contatti tra fauna selvatica e uomo. Le zoonosi ormai molto comuni e le relative infezioni si diffondono facilmente anche grazie ad una società sempre più globalizzata. La crisi causata dal coronavirus ne è un esempio. La perdita di biodiversità è un problema sociale, essa infatti è anche uno dei motivi di accentuazione della diseguaglianza e l’emarginazione dei settori più vulnerabili delle società, che a causa della perdita dei servizi ecosistemici vedono peggiorare la qualità della loro vita. Tardi è arrivato il contributo delle istituzioni per la tutela dell’ambiente, ad oggi l’attività normativa è quasi completamente a carico di organizzazioni sovranazionali, anche se si trovano molte difficoltà a stabilire un modello riconosciuto e rispettato da tutti gli stati. Il Parlamento Europeo, in particolare, si sta muovendo nella direzione della tutela e del ripristino delle aree naturali mediante accordi vincolanti per gli stati sottoscriventi. Tuttavia, attualmente manca un'azione coordinata e completa per arrestare il declino della biodiversità, nonostante la fissazione ripetuta di obiettivi internazionali. La perdita di biodiversità è una questione non sono economia ma soprattutto sociale, così le istituzioni e la comunità scientifica dovrebbero collaborare al meglio per contrastarla e per rendere questo mondo, un mondo non solo orientato al profitto ma anche al benessere di tutte le comunità, umane e non.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/3833