Nella presente tesi abbiamo voluto analizzare il cosiddetto "capitale sociale", con particolare riferimento all'ambito legato alla popolazione italiana. Data la notevole estensione del concetto di capitale sociale, abbiamo teso riferirci ad esso nella sua accezione di fiducia, ovvero alla propensione alla collaborazione che un individuo mostra quando entra in rapporti con agenti terzi parte dello stesso sistema. Secondo alcuni si intende come capitale sociale quell'insieme di relazioni che un individuo va a tessere nel corso della sua vita, le quali vanno a costituirne il network di riferimento. La fiducia, intesa come propensione alla colloborazione, è dunque inevitabilmente assibimilabile a questa definizione di capitale. L'interesse maggiore è stato rivolto a quella tipologia di propensione alla collaborazione con agenti dei quali, l'individuo in questione, possiede un set informativo fortemente parziale, o addirittura nullo. In termini, si parla di "fiducia verso gli estranei", o anche detta "verso gli altri". L'obiettivo del presente lavoro è stato dunque quello di andare ad individuare le determinanti di quest'ultima. Tali determinanti, che si distungono come quegli elementi che innescano siffatto comportamento cooperativo, costituiscono, a nostra opinione, un argomento di assoluta preminenza e rilevanza anche in termini di policy action. La letteratura economica in riferimento, si è andata solitamente a concepire questa tipologia di interazione come quell'interazione che, una volta avvenuta, rende una delle controparti del rapporto virtualmente più vulnerabile alle decisioni dell'altra. Ciò ha trovato ampio margine di studio nell'economia sperimentale, in cui una manifestazione di scambio volontario di risorse finanziare tra agenti ricreava in maniera ideale siffatta concezione. Al fine di analizzare questo fenomeno, tuttavia, nel presente elaborato si è ricorso all'utilizzo di dati osservazionali piuttosto che sperimentali, abbracciando dunque una impostazione alternativa basata sull'autovalutazione degli agenti stessi in merito alla loro propensione. Queste osservazioni sono state estratte dalla banca dati dell'ISTAT denominata Aspetti della vita quotidiana. In virtù dei risultati conseguiti attraverso l'adozione di una batteria di modelli probit, le determinanti generali della fiducia individuale, relativamente al campione di popolazione italiana estratto, risultano essere il livello di istruzione conseguito da un individuo, la sua "origine" espressa in termini di nazionalità posseduta, il suo stato di salute, il suo eventuale coinvolgimento in attività socialmente utili e la sue aspettative circa la sua futura condizione personale. Oltre a ciò, da quanto si è potuto constatare, la fiducia individuale trova anche un fondamento nella materia del mercato del lavoro. Infatti, costituiscono determinanti di forte impatto sia la situazione occupazionale in cui un individuo versa, sia l'adeguatezza delle finanze in termini di sostenibilità del fabbisogno base da quest'ultimo manifestato. Da ultimo, la fiducia individuale presenta una forte eterogeneità in termini di ripartizione tra le aree geografiche.

What determines trust? A microeconometric approach on the measurement of the Italian Social Capital

UBALDI, MICHELE
2019/2020

Abstract

Nella presente tesi abbiamo voluto analizzare il cosiddetto "capitale sociale", con particolare riferimento all'ambito legato alla popolazione italiana. Data la notevole estensione del concetto di capitale sociale, abbiamo teso riferirci ad esso nella sua accezione di fiducia, ovvero alla propensione alla collaborazione che un individuo mostra quando entra in rapporti con agenti terzi parte dello stesso sistema. Secondo alcuni si intende come capitale sociale quell'insieme di relazioni che un individuo va a tessere nel corso della sua vita, le quali vanno a costituirne il network di riferimento. La fiducia, intesa come propensione alla colloborazione, è dunque inevitabilmente assibimilabile a questa definizione di capitale. L'interesse maggiore è stato rivolto a quella tipologia di propensione alla collaborazione con agenti dei quali, l'individuo in questione, possiede un set informativo fortemente parziale, o addirittura nullo. In termini, si parla di "fiducia verso gli estranei", o anche detta "verso gli altri". L'obiettivo del presente lavoro è stato dunque quello di andare ad individuare le determinanti di quest'ultima. Tali determinanti, che si distungono come quegli elementi che innescano siffatto comportamento cooperativo, costituiscono, a nostra opinione, un argomento di assoluta preminenza e rilevanza anche in termini di policy action. La letteratura economica in riferimento, si è andata solitamente a concepire questa tipologia di interazione come quell'interazione che, una volta avvenuta, rende una delle controparti del rapporto virtualmente più vulnerabile alle decisioni dell'altra. Ciò ha trovato ampio margine di studio nell'economia sperimentale, in cui una manifestazione di scambio volontario di risorse finanziare tra agenti ricreava in maniera ideale siffatta concezione. Al fine di analizzare questo fenomeno, tuttavia, nel presente elaborato si è ricorso all'utilizzo di dati osservazionali piuttosto che sperimentali, abbracciando dunque una impostazione alternativa basata sull'autovalutazione degli agenti stessi in merito alla loro propensione. Queste osservazioni sono state estratte dalla banca dati dell'ISTAT denominata Aspetti della vita quotidiana. In virtù dei risultati conseguiti attraverso l'adozione di una batteria di modelli probit, le determinanti generali della fiducia individuale, relativamente al campione di popolazione italiana estratto, risultano essere il livello di istruzione conseguito da un individuo, la sua "origine" espressa in termini di nazionalità posseduta, il suo stato di salute, il suo eventuale coinvolgimento in attività socialmente utili e la sue aspettative circa la sua futura condizione personale. Oltre a ciò, da quanto si è potuto constatare, la fiducia individuale trova anche un fondamento nella materia del mercato del lavoro. Infatti, costituiscono determinanti di forte impatto sia la situazione occupazionale in cui un individuo versa, sia l'adeguatezza delle finanze in termini di sostenibilità del fabbisogno base da quest'ultimo manifestato. Da ultimo, la fiducia individuale presenta una forte eterogeneità in termini di ripartizione tra le aree geografiche.
2019
2020-10-18
What determines trust? A microeconometric approach on the measurement of the Italian Social Capital
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/4496