Oggi la nuova grande sfida dell’agricoltura mondiale è quella di produrre beni in massima quantità e con la più alta qualità possibile, rispettando criteri di sviluppo sostenibile: economico, ambientale e sociale. L’olivicoltura internazionale da alcuni decenni ha evidenziato che la strada più breve e sostenibile per raggiungere questi obiettivi è quella della costituzione di impianti ad alta densità nelle zone olivicole più vocate. La valutazione dell'applicabilità del sistema olivicolo ad alta densità alla complessa realtà regionale marchigiana, data dall’ eterogeneità del patrimonio di biodiversità varietale, comporta l’attenta valutazione dei modelli architetturali dell’olivo, a partire dalla branca, fino ad arrivare all’albero ed al filare, al fine di ottenere una corretta gestione della chioma, che rispetti le caratteristiche peculiari di ogni varietà. La gestione della chioma svolge un ruolo importantissimo per il successo degli oliveti ad alta densità, garantendo notevoli standard produttivi qualitativi e quantitativi, e un elevato livello di meccanizzazione. La sperimentazione è iniziata partendo dai dati morfologici della branca misurati in campo, per poi arrivare alla creazione, attraverso programmi di disegno grafico, di modelli digitali che rappresentano al meglio la situazione reale attuale e il modello di crescita ed evoluzione negli anni di ogni specifica varietà. I modelli architetturali così ottenuti aiutano quindi a comprendere meglio le caratteristiche morfologiche in continua evoluzione di ogni varietà al fine di verificare le cultivar più adatte, ed elaborare dei modelli ottimali di gestione della chioma, specifici per ogni varietà in oliveti ad alta densità. Dagli studi effettuati in questa attività di ricerca, risulta evidente che alcune varietà locali marchigiane come il Piantone di Mogliano e il Piantone di Falerone, presentano habitus di crescita e caratteristiche architetturali idonee al modello intensivo, ma necessitano di una diversa e più accurata gestione della chioma rispetto a varietà internazionali ampiamente impiegate come Arbequina. Altre varietà nazionali come FS-17, invece, hanno un modello architetturale caratterizzato da una crescita più veloce dei germogli, molto diverso dalle altre, e necessitano quindi di un sesto di impianto più ampio e di una potatura rigorosamente minima selettiva accurata, per permettere il corretto funzionamento della chioma e mantenere una ramificazione compatibile con gli ingombri previsti in alta densità, alla base di una produzione costante ed elevata. In conclusione, si può dire che varietà a basso vigore e intensa ramificazione, come Arbequina, e i due Piantoni, sono adatte all’alta densità con limitati aggiustamenti della tecnica di gestione della branca produttiva. Al contrario per varietà a bassa ramificazione e alto vigore come l’FS-17, la gestione per garantire costanza e livelli produttivi deve comprendere un sesto più ampio e una precisa gestione della potatura. Ulteriori studi sono comunque richiesti per ottimizzare le scelte varietali e le relative tecniche colturali, al fine di ottenere un oliveto sano, equilibrato dal punto di vista vegeto-riproduttivo e quindi con produzioni possibilmente costanti nella situazione pedoclimatica marchigiana.

ARCHITETTURA DELL'OLIVO IN ALTA DENSITÀ: MODELLI AL COMPUTER

ORTENZI, ENRICO
2019/2020

Abstract

Oggi la nuova grande sfida dell’agricoltura mondiale è quella di produrre beni in massima quantità e con la più alta qualità possibile, rispettando criteri di sviluppo sostenibile: economico, ambientale e sociale. L’olivicoltura internazionale da alcuni decenni ha evidenziato che la strada più breve e sostenibile per raggiungere questi obiettivi è quella della costituzione di impianti ad alta densità nelle zone olivicole più vocate. La valutazione dell'applicabilità del sistema olivicolo ad alta densità alla complessa realtà regionale marchigiana, data dall’ eterogeneità del patrimonio di biodiversità varietale, comporta l’attenta valutazione dei modelli architetturali dell’olivo, a partire dalla branca, fino ad arrivare all’albero ed al filare, al fine di ottenere una corretta gestione della chioma, che rispetti le caratteristiche peculiari di ogni varietà. La gestione della chioma svolge un ruolo importantissimo per il successo degli oliveti ad alta densità, garantendo notevoli standard produttivi qualitativi e quantitativi, e un elevato livello di meccanizzazione. La sperimentazione è iniziata partendo dai dati morfologici della branca misurati in campo, per poi arrivare alla creazione, attraverso programmi di disegno grafico, di modelli digitali che rappresentano al meglio la situazione reale attuale e il modello di crescita ed evoluzione negli anni di ogni specifica varietà. I modelli architetturali così ottenuti aiutano quindi a comprendere meglio le caratteristiche morfologiche in continua evoluzione di ogni varietà al fine di verificare le cultivar più adatte, ed elaborare dei modelli ottimali di gestione della chioma, specifici per ogni varietà in oliveti ad alta densità. Dagli studi effettuati in questa attività di ricerca, risulta evidente che alcune varietà locali marchigiane come il Piantone di Mogliano e il Piantone di Falerone, presentano habitus di crescita e caratteristiche architetturali idonee al modello intensivo, ma necessitano di una diversa e più accurata gestione della chioma rispetto a varietà internazionali ampiamente impiegate come Arbequina. Altre varietà nazionali come FS-17, invece, hanno un modello architetturale caratterizzato da una crescita più veloce dei germogli, molto diverso dalle altre, e necessitano quindi di un sesto di impianto più ampio e di una potatura rigorosamente minima selettiva accurata, per permettere il corretto funzionamento della chioma e mantenere una ramificazione compatibile con gli ingombri previsti in alta densità, alla base di una produzione costante ed elevata. In conclusione, si può dire che varietà a basso vigore e intensa ramificazione, come Arbequina, e i due Piantoni, sono adatte all’alta densità con limitati aggiustamenti della tecnica di gestione della branca produttiva. Al contrario per varietà a bassa ramificazione e alto vigore come l’FS-17, la gestione per garantire costanza e livelli produttivi deve comprendere un sesto più ampio e una precisa gestione della potatura. Ulteriori studi sono comunque richiesti per ottimizzare le scelte varietali e le relative tecniche colturali, al fine di ottenere un oliveto sano, equilibrato dal punto di vista vegeto-riproduttivo e quindi con produzioni possibilmente costanti nella situazione pedoclimatica marchigiana.
2019
2021-02-10
HIGH DENSITY OLIVE TREE ARCHITECTURE: COMPUTER MODELS
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi_Ortenzi Enrico_SAT_Modello architetturale dell'olivo ad alta densità (1).pdf

Open Access dal 11/02/2023

Descrizione: File Pdf/A della tesi di laurea magistrale SAT definitiva dello studente Ortenzi Enrico.
Dimensione 2.26 MB
Formato Adobe PDF
2.26 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/4758