“Quando mai mi serviranno queste cose di matematica?”. Questa è una domanda che, nel corso degli anni, ho sentito ripetere spesso. Molti studenti, quando l’algebra comincia a essere costellata da più lettere che numeri, sono soliti porsi la questione. Eppure, volenti o nolenti, la matematica ci circonda e ci permette di vivere in questo modo: computer, aerei, telefoni, gps, ecc. Sono tutti strumenti esistenti grazie alla matematica. Sfortunatamente, in questi casi la matematica è sottostante, garantisce il funzionamento ma non è la prima cosa a cui si pensa quando si osserva lo schermo di uno smartphone o il decollo di un aereo. Nel corso degli anni diversi divulgatori hanno provato a spiegare come e perché la matematica migliora le nostre vite, alcuni film hanno mostrato in che modo essa si dimostra utile in un contesto terribilmente pratico come la guerra ( “The imitation game”) e i libri hanno provato a renderla interessante (“Flatlandia”). Eppure la domanda con cui si è aperta questa introduzione resta un dubbio per molti. Se poi volessimo essere particolarmente sadici, potremmo concentrarci sull’inferenza statistica: anche qui, negli anni delle scuole superiori e dell’università, il quesito è andato rafforzandosi, accompagnato da esultanze per qualsiasi voto ottenuto all’esame di Statistica o nel compito in classe sul calcolo delle probabilità. Nella seconda metà del XX secolo, però, diverse persone hanno trovato un ottimo modo per applicare la matematica a un contesto pratico e assai specifico; loro, a mio modo di vedere, sono stati i migliori nel coniugare meccanismi matematicamente complessi in un ambito relativamente semplice e alla portata di chiunque. A cosa gli è servita la matematica? A fare un mucchio di soldi! Ogni gioco d’azzardo è, per definizione, costituito da una parte aleatoria più o meno marcata: la roulette è un gioco completamente casuale, mentre altri tipi possono essere più prevedibili con modelli matematici. A partire dal 1962, anno di pubblicazione di “Beat the Dealer” di Edward Thorp, fino ai primi anni del nuovo secolo sono stati creati infatti svariati sistemi per il conteggio delle carte, applicando le regole del calcolo delle probabilità a un semplice gioco che si può fare con gli amici. Andiamo a vedere come funzionano.

Il conteggio delle carte nel blackjack

VICENDONE, EDOARDO
2018/2019

Abstract

“Quando mai mi serviranno queste cose di matematica?”. Questa è una domanda che, nel corso degli anni, ho sentito ripetere spesso. Molti studenti, quando l’algebra comincia a essere costellata da più lettere che numeri, sono soliti porsi la questione. Eppure, volenti o nolenti, la matematica ci circonda e ci permette di vivere in questo modo: computer, aerei, telefoni, gps, ecc. Sono tutti strumenti esistenti grazie alla matematica. Sfortunatamente, in questi casi la matematica è sottostante, garantisce il funzionamento ma non è la prima cosa a cui si pensa quando si osserva lo schermo di uno smartphone o il decollo di un aereo. Nel corso degli anni diversi divulgatori hanno provato a spiegare come e perché la matematica migliora le nostre vite, alcuni film hanno mostrato in che modo essa si dimostra utile in un contesto terribilmente pratico come la guerra ( “The imitation game”) e i libri hanno provato a renderla interessante (“Flatlandia”). Eppure la domanda con cui si è aperta questa introduzione resta un dubbio per molti. Se poi volessimo essere particolarmente sadici, potremmo concentrarci sull’inferenza statistica: anche qui, negli anni delle scuole superiori e dell’università, il quesito è andato rafforzandosi, accompagnato da esultanze per qualsiasi voto ottenuto all’esame di Statistica o nel compito in classe sul calcolo delle probabilità. Nella seconda metà del XX secolo, però, diverse persone hanno trovato un ottimo modo per applicare la matematica a un contesto pratico e assai specifico; loro, a mio modo di vedere, sono stati i migliori nel coniugare meccanismi matematicamente complessi in un ambito relativamente semplice e alla portata di chiunque. A cosa gli è servita la matematica? A fare un mucchio di soldi! Ogni gioco d’azzardo è, per definizione, costituito da una parte aleatoria più o meno marcata: la roulette è un gioco completamente casuale, mentre altri tipi possono essere più prevedibili con modelli matematici. A partire dal 1962, anno di pubblicazione di “Beat the Dealer” di Edward Thorp, fino ai primi anni del nuovo secolo sono stati creati infatti svariati sistemi per il conteggio delle carte, applicando le regole del calcolo delle probabilità a un semplice gioco che si può fare con gli amici. Andiamo a vedere come funzionano.
2018
2020-02-22
Card counting in blackjack
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/5266