L’apparato cardiovascolare ha il compito di garantire a tutti gli organi del corpo un apporto continuo di ossigeno e di materiali nutritizi. La registrazione dell’attività elettrica del cuore prende il nome di elettrocardiogramma (ECG). Il segnale elettrocardiografico viene espresso come una tensione in funzione del tempo e, in esso, si riconoscono delle onde caratteristiche: l’onda P, il complesso QRS, l’onda T e, talvolta, l’onda U. La sindrome metabolica identifica una condizione clinica complessa e legata a pericolose complicanze cardiovascolari dovuta alla presenza di diversi fattori di rischio. I soggetti che presentano la sindrome metabolica sono esposti a un maggior rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2. Questa malattia è caratterizzata da un insieme di disordini metabolici che portano a elevati livelli ematici di glucosio. Alcuni studi presenti in letteratura descrivono la frequente presenza simultanea di obesità, diabete, ipertensione e iperlipidemia. Tale circostanza porta all’associazione dell’alto rischio di malattia coronarica con la presenza di complicanze cardiovascolari e sindrome metabolica. In Italia, la causa principale di patologia cardiovascolare è l’aterosclerosi, che consiste in un accumulo anomalo di tessuto fibroso e lipidi nella parete dei vasi sanguigni. Questi depositi, che prendono il nome di ateromi o placche, riducono il lume dei vasi, diminuendo il flusso ematico al miocardio. Negli ultimi anni, è stato sviluppato e applicato in diversi contesti clinici un nuovo approccio per l’identificazione di soggetti ad aumentato rischio di patologie cardiovascolari. Tale metodo si basa sull’analisi di un indicatore elettrocardiografico denominato alternanza dell’onda T (T-wave alternans, TWA). La TWA consiste in una variazione della morfologia dell’onda T tra un battito e l’altro, caratterizzata da uno schema di alternanza ABAB. Esistono in letteratura delle correlazioni tra l’alternanza dell’onda T e il diabete, soprattutto il diabete di tipo 2. La TWA può essere caratterizzata in termini di durata (T-Wave Alternans Duration, TWAD), ampiezza (T-Wave Alternans Amplitude, TWAA) e grandezza (T-Wave Alternans Magnitude, TWAM). In questo studio si è posta l’attenzione sull’analisi di tali parametri, considerando una popolazione composta da: 153 soggetti affetti da malattia coronarica (Coronary Artery Disease, CAD); 16 soggetti affetti da CAD e diabete mellito di tipo 2; 6 soggetti affetti da CAD e diabete mellito di tipo 1. Ai fini dell’analisi statistica è stato utilizzato in Matlab un test di ipotesi denominato T-test, da cui si sono ricavati i P-Value caratteristici per ogni categoria di soggetti studiata. Dall’analisi condotta in questo studio e dai risultati che ne sono conseguiti si evince che le più sostanziali ed interessanti differenze a livello statistico si verificano tra i pazienti affetti da CAD e da DMT2 e i pazienti solamente affetti da CAD. Tali differenze sono riscontrabili soprattutto in termini di ampiezza e grandezza nell’alternanza dell’onda T. Nonostante si sia riscontrata una differenza significativa nella TWAA e nella TWAM tra i soggetti CAD DMT2 e i CAD non diabetici, i risultati non possono essere considerati completamente affidabili, viste le grosse differenze di numerosità tra le tre popolazioni considerate. Pertanto, seppure essi sembrerebbero in disaccordo con quanto è riscontrabile in letteratura, il presente studio potrebbe rappresentare una conferma che la presenza di una TWA anomala è relativamente alta in tutte le popolazioni CAD, diabetiche e non, ma non differiscono significativamente tra soggetti CAD con comorbidità diabetica e soggetti CAD non diabetici e che quindi la presenza del diabete, da solo, non determina un incremento dell’incidenza di una TWA anomala, con conseguente maggior rischio cardiovascolare.
Variazione del rischio cardiovascolare nella comorbidità cardio-metabolica.
FORTI, FEDERICA
2018/2019
Abstract
L’apparato cardiovascolare ha il compito di garantire a tutti gli organi del corpo un apporto continuo di ossigeno e di materiali nutritizi. La registrazione dell’attività elettrica del cuore prende il nome di elettrocardiogramma (ECG). Il segnale elettrocardiografico viene espresso come una tensione in funzione del tempo e, in esso, si riconoscono delle onde caratteristiche: l’onda P, il complesso QRS, l’onda T e, talvolta, l’onda U. La sindrome metabolica identifica una condizione clinica complessa e legata a pericolose complicanze cardiovascolari dovuta alla presenza di diversi fattori di rischio. I soggetti che presentano la sindrome metabolica sono esposti a un maggior rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2. Questa malattia è caratterizzata da un insieme di disordini metabolici che portano a elevati livelli ematici di glucosio. Alcuni studi presenti in letteratura descrivono la frequente presenza simultanea di obesità, diabete, ipertensione e iperlipidemia. Tale circostanza porta all’associazione dell’alto rischio di malattia coronarica con la presenza di complicanze cardiovascolari e sindrome metabolica. In Italia, la causa principale di patologia cardiovascolare è l’aterosclerosi, che consiste in un accumulo anomalo di tessuto fibroso e lipidi nella parete dei vasi sanguigni. Questi depositi, che prendono il nome di ateromi o placche, riducono il lume dei vasi, diminuendo il flusso ematico al miocardio. Negli ultimi anni, è stato sviluppato e applicato in diversi contesti clinici un nuovo approccio per l’identificazione di soggetti ad aumentato rischio di patologie cardiovascolari. Tale metodo si basa sull’analisi di un indicatore elettrocardiografico denominato alternanza dell’onda T (T-wave alternans, TWA). La TWA consiste in una variazione della morfologia dell’onda T tra un battito e l’altro, caratterizzata da uno schema di alternanza ABAB. Esistono in letteratura delle correlazioni tra l’alternanza dell’onda T e il diabete, soprattutto il diabete di tipo 2. La TWA può essere caratterizzata in termini di durata (T-Wave Alternans Duration, TWAD), ampiezza (T-Wave Alternans Amplitude, TWAA) e grandezza (T-Wave Alternans Magnitude, TWAM). In questo studio si è posta l’attenzione sull’analisi di tali parametri, considerando una popolazione composta da: 153 soggetti affetti da malattia coronarica (Coronary Artery Disease, CAD); 16 soggetti affetti da CAD e diabete mellito di tipo 2; 6 soggetti affetti da CAD e diabete mellito di tipo 1. Ai fini dell’analisi statistica è stato utilizzato in Matlab un test di ipotesi denominato T-test, da cui si sono ricavati i P-Value caratteristici per ogni categoria di soggetti studiata. Dall’analisi condotta in questo studio e dai risultati che ne sono conseguiti si evince che le più sostanziali ed interessanti differenze a livello statistico si verificano tra i pazienti affetti da CAD e da DMT2 e i pazienti solamente affetti da CAD. Tali differenze sono riscontrabili soprattutto in termini di ampiezza e grandezza nell’alternanza dell’onda T. Nonostante si sia riscontrata una differenza significativa nella TWAA e nella TWAM tra i soggetti CAD DMT2 e i CAD non diabetici, i risultati non possono essere considerati completamente affidabili, viste le grosse differenze di numerosità tra le tre popolazioni considerate. Pertanto, seppure essi sembrerebbero in disaccordo con quanto è riscontrabile in letteratura, il presente studio potrebbe rappresentare una conferma che la presenza di una TWA anomala è relativamente alta in tutte le popolazioni CAD, diabetiche e non, ma non differiscono significativamente tra soggetti CAD con comorbidità diabetica e soggetti CAD non diabetici e che quindi la presenza del diabete, da solo, non determina un incremento dell’incidenza di una TWA anomala, con conseguente maggior rischio cardiovascolare.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Tesi Valutazione del rischio cardiovascolare nella comorbidità cardio-metabolica, Federica Forti.
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