ABSTRACT Negli ultimi 40 anni si è allungata la vita media ma non sempre la sua qualità di vita con un drammatico aumento di obesità, diabete 2 e malattia cardiometabolica negli individui over 60 . Sin dagli anni 90 è stato dimostrato per tali patologie un ruolo chiave esercitato dal tessuto adiposo bruno ,con funzioni di termogenesi e quindi di controllo dellomeostasi energetica e bianco caratterizzato dallaccumulo di trigliceridi oltre che da attività endocrina. Oggi il tessuto adiposo viene considerato un organo endocrino attivo, in grado di produrre sia alcuni ormoni (androgeni e cortisolo), responsabili della distribuzione del tessuto adiposo, in particolare di quello bianco, sia centinaia di sostanze biologicamente attive, dette adipochine, responsabili della regolazione dellomeostasi energetica di tutto il corpo. Le adipochine prodotte dagli adipociti bianchi, esplicano, regolando il metabolismo degli zuccheri e dei grassi, numerosi effetti sistemici, come la regolazione della pressione arteriosa, dellomeostasi emocoagulativa e della funzione immunitaria. La de-regolazione delle adipochine, solitamente prodotta in risposta a condizioni di stress o in presenza di obesità, attiva una risposta infiammatoria sistemica del tessuto adiposo, cronica e latente (low grade inflammation), generando effetti metabolici negativi, caratteristici dell aging: insulino resistenza, diabete mellito di tipo 2 (T2DM), aumento del rischio cardiovascolare e sindrome cardiometabolica; sviluppo di sindromi degenerative, come cachessia e sarcopenia, carenza di energia. Infatti, queste condizioni patologiche, così come i tumori, nei centenari sono solitamente assenti o compaiono molto tardi negli anni. Anche studi di manipolazione genetica in modelli murini hanno dimostrato il ruolo di regolatore della longevità svolto dallorgano adiposo. Pertanto il livello delle adipochine, in particolare della adiponectina, viene considerato un biomarcatore prognostico di mortalità per danni cardiovascolari in soggetti con insufficienza cardiaca e/o renale. Tuttavia, unassociazione apparentemente paradossale tra alti livelli di adiponectina, con la perdita di peso, la bassa massa e/o densità muscolare, il rischio di invalidità, nonché con la mortalità, è stata osservata nei vecchi senza malattia cardiovascolare o malattia renale cronica. Questo indicherebbe il potenziale coinvolgimento di questa specifica adipochina nella sindrome geriatrica. Ricerche in tale direzione hanno ipotizzato due ruoli possibili per gli elevati livelli di adiponectina presenti nei centenari: a) sono in relazione a bassi livelli di insulina e di HOMA-IR (un indice utilizzato per valutare linsulino resistenza), ad un profilo lipidico favorevole, che solitamente è associato ad un basso rischio di malattia coronarica e diabete di tipo 2 in individui sani e magri, come sono spessissimo i centenari; b) la loro upregulation nei pazienti con stati catabolici, come l'insufficienza cardiaca cronica e la sarcopenia, sarebbe espressione di meccanismi compensatori attivati per far fronte all'infiammazione e allo stress ossidativo negli organi interessati. Se la compensazione fallisce, siamo in una condizione di adiponectina resistenza, quindi gli elevati livelli di adiponectina potrebbero essere predittivi di mortalità in stadio avanzato di malattia o nellinvecchiamento. Tuttavia per effettuare diagnosi più precise e personalizzate, questi dati andrebbero integrati con quelli provenienti dallesame del microbioma intestinale e/o della metabolomica.

Il tessuto adiposo, le adipochine e l'invecchiamento

RENIS, MARIA VITTORIA
2018/2019

Abstract

ABSTRACT Negli ultimi 40 anni si è allungata la vita media ma non sempre la sua qualità di vita con un drammatico aumento di obesità, diabete 2 e malattia cardiometabolica negli individui over 60 . Sin dagli anni 90 è stato dimostrato per tali patologie un ruolo chiave esercitato dal tessuto adiposo bruno ,con funzioni di termogenesi e quindi di controllo dellomeostasi energetica e bianco caratterizzato dallaccumulo di trigliceridi oltre che da attività endocrina. Oggi il tessuto adiposo viene considerato un organo endocrino attivo, in grado di produrre sia alcuni ormoni (androgeni e cortisolo), responsabili della distribuzione del tessuto adiposo, in particolare di quello bianco, sia centinaia di sostanze biologicamente attive, dette adipochine, responsabili della regolazione dellomeostasi energetica di tutto il corpo. Le adipochine prodotte dagli adipociti bianchi, esplicano, regolando il metabolismo degli zuccheri e dei grassi, numerosi effetti sistemici, come la regolazione della pressione arteriosa, dellomeostasi emocoagulativa e della funzione immunitaria. La de-regolazione delle adipochine, solitamente prodotta in risposta a condizioni di stress o in presenza di obesità, attiva una risposta infiammatoria sistemica del tessuto adiposo, cronica e latente (low grade inflammation), generando effetti metabolici negativi, caratteristici dell aging: insulino resistenza, diabete mellito di tipo 2 (T2DM), aumento del rischio cardiovascolare e sindrome cardiometabolica; sviluppo di sindromi degenerative, come cachessia e sarcopenia, carenza di energia. Infatti, queste condizioni patologiche, così come i tumori, nei centenari sono solitamente assenti o compaiono molto tardi negli anni. Anche studi di manipolazione genetica in modelli murini hanno dimostrato il ruolo di regolatore della longevità svolto dallorgano adiposo. Pertanto il livello delle adipochine, in particolare della adiponectina, viene considerato un biomarcatore prognostico di mortalità per danni cardiovascolari in soggetti con insufficienza cardiaca e/o renale. Tuttavia, unassociazione apparentemente paradossale tra alti livelli di adiponectina, con la perdita di peso, la bassa massa e/o densità muscolare, il rischio di invalidità, nonché con la mortalità, è stata osservata nei vecchi senza malattia cardiovascolare o malattia renale cronica. Questo indicherebbe il potenziale coinvolgimento di questa specifica adipochina nella sindrome geriatrica. Ricerche in tale direzione hanno ipotizzato due ruoli possibili per gli elevati livelli di adiponectina presenti nei centenari: a) sono in relazione a bassi livelli di insulina e di HOMA-IR (un indice utilizzato per valutare linsulino resistenza), ad un profilo lipidico favorevole, che solitamente è associato ad un basso rischio di malattia coronarica e diabete di tipo 2 in individui sani e magri, come sono spessissimo i centenari; b) la loro upregulation nei pazienti con stati catabolici, come l'insufficienza cardiaca cronica e la sarcopenia, sarebbe espressione di meccanismi compensatori attivati per far fronte all'infiammazione e allo stress ossidativo negli organi interessati. Se la compensazione fallisce, siamo in una condizione di adiponectina resistenza, quindi gli elevati livelli di adiponectina potrebbero essere predittivi di mortalità in stadio avanzato di malattia o nellinvecchiamento. Tuttavia per effettuare diagnosi più precise e personalizzate, questi dati andrebbero integrati con quelli provenienti dallesame del microbioma intestinale e/o della metabolomica.
2018
2019-07-26
Adipose tissue, adipokines and aging
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/5519