Immigration is a topic of the media debate. I chose this theme to clear my head, not knowing how to answer the question: "What is the added value that an immigrant brings to our country?". For this, I chose to begin from the history of our country, when the Italians were immigrants. This paper wants to place the migration theme in a historical economic context. In the first part, I began by the historical flows from the post-unitary period up to today through a diachronic analysis of emigration and immigration. In the second part of the work, I combined the relevant historical data in the first with the economic impact that these flows had on the Italian economy, connecting the economic part with the historical part presented in the first chapter. Finally, in the third, I reflected on the economic issue: immigrants are not to be able to replace the brain drain. The conclusions of this paper are: 1. Immigration and emigration have impacted on the economy: on GDP, on the job offer, on the economic relations between countries and on the composition of the population allowing an increasingly old country with a low birth rate to be supported demographically and economically by the 3.7 million taxpayers born abroad 2. the economic impact also depends on the value of human capital. The almost 9 million people who emigrated in the great emigration belonged to the weaker social classes and the loss of human capital was not relevant if it we compare it with the benefits on the Italian economy 3. Today there isn’t a balance between the brain drain and the arrival of immigrants. Our country's challenge is to reduce this gap. To do this, it is necessary to invest in order to prevent highly qualified people from leaving our country and to increase professional training of immigrants.

Il tema dell’immigrazione è al centro del dibattito mediatico. Ho scelto questo tema per chiarirmi le idee, non sapendo rispondere alla domanda da cui sono partito: “ Qual è il valore aggiunto e un immigrato porta al nostro paese?”. Per capirlo sono partito dalla storia del nostro paese, quando eravamo noi, gli italiani, gli immigrati e mi sono posto con questo elaborato l’obiettivo di approfondire il tema migratorio in un quadro storico economico. Nella prima parte ho ripercorso in ottica prettamente storica i flussi migratori avvenuti dal periodo post-unitario fino ad oggi attraverso un’analisi diacronica di emigrazione ed immigrazione. Nella seconda parte dell’elaborato ho abbinato i dati storici rilevanti nella prima all’impatto economico che questi flussi hanno avuto sull’economia italiana, connettendo la parte economica con quella storica presentata nel primo capitolo. Infine, nella terza, ho riflettuto sulla situazione attuale e futura, in particolar modo dell’incapacità di sostituire il brain drain con gli immigrati. Le conclusioni che questo percorso storico economico mi hanno permesso di raggiungere sono: 1. L’ immigrazione ed emigrazione hanno impattato e impattano sull’economia: sul PIL, sull’offerta di lavoro, sulle relazioni economiche tra paesi e sulla composizione della popolazione permettendo ad un paese sempre più vecchio e con un basso tasso di natalità di essere sostenuto demograficamente ed economicamente dai 3.7 milioni di contribuenti nati all’estero 2. L’impatto economico dipende anche dal valore del capitale umano. Le quasi 9 milioni di persone emigrate nella grande emigrazione appartenevano alle classi sociali più deboli e la perdita di capitale umano non era rilevante se comparata ai benefici sull’ economia italiana: rimesse, minor offerta di lavoro e maggiore domanda di prodotti italiani 3. Analizzando congiuntamente il fenomeno emigrazione-immigrazione, oggi si è generato un saldo negativo dove non c’è un bilanciamento tra la fuga dei cervelli e l’arrivo degli immigrati. La sfida del nostro paese è ridurre questa forbice. Per farlo, occorre investire, partendo dall’istruzione, per evitare che le persone altamente qualificate lascino il nostro paese e che gli immigrati rimangano debolmente assimilati nel mercato del lavoro.

L' impronta dei flussi migratori in Italia e l'orma degli italiani all'estero in un percorso storico-economico

SPRETI, LORENZO
2018/2019

Abstract

Immigration is a topic of the media debate. I chose this theme to clear my head, not knowing how to answer the question: "What is the added value that an immigrant brings to our country?". For this, I chose to begin from the history of our country, when the Italians were immigrants. This paper wants to place the migration theme in a historical economic context. In the first part, I began by the historical flows from the post-unitary period up to today through a diachronic analysis of emigration and immigration. In the second part of the work, I combined the relevant historical data in the first with the economic impact that these flows had on the Italian economy, connecting the economic part with the historical part presented in the first chapter. Finally, in the third, I reflected on the economic issue: immigrants are not to be able to replace the brain drain. The conclusions of this paper are: 1. Immigration and emigration have impacted on the economy: on GDP, on the job offer, on the economic relations between countries and on the composition of the population allowing an increasingly old country with a low birth rate to be supported demographically and economically by the 3.7 million taxpayers born abroad 2. the economic impact also depends on the value of human capital. The almost 9 million people who emigrated in the great emigration belonged to the weaker social classes and the loss of human capital was not relevant if it we compare it with the benefits on the Italian economy 3. Today there isn’t a balance between the brain drain and the arrival of immigrants. Our country's challenge is to reduce this gap. To do this, it is necessary to invest in order to prevent highly qualified people from leaving our country and to increase professional training of immigrants.
2018
2020-02-21
The mark of migratory flow in Italy and the footprint of Italians abroad in a historical-economic approach
Il tema dell’immigrazione è al centro del dibattito mediatico. Ho scelto questo tema per chiarirmi le idee, non sapendo rispondere alla domanda da cui sono partito: “ Qual è il valore aggiunto e un immigrato porta al nostro paese?”. Per capirlo sono partito dalla storia del nostro paese, quando eravamo noi, gli italiani, gli immigrati e mi sono posto con questo elaborato l’obiettivo di approfondire il tema migratorio in un quadro storico economico. Nella prima parte ho ripercorso in ottica prettamente storica i flussi migratori avvenuti dal periodo post-unitario fino ad oggi attraverso un’analisi diacronica di emigrazione ed immigrazione. Nella seconda parte dell’elaborato ho abbinato i dati storici rilevanti nella prima all’impatto economico che questi flussi hanno avuto sull’economia italiana, connettendo la parte economica con quella storica presentata nel primo capitolo. Infine, nella terza, ho riflettuto sulla situazione attuale e futura, in particolar modo dell’incapacità di sostituire il brain drain con gli immigrati. Le conclusioni che questo percorso storico economico mi hanno permesso di raggiungere sono: 1. L’ immigrazione ed emigrazione hanno impattato e impattano sull’economia: sul PIL, sull’offerta di lavoro, sulle relazioni economiche tra paesi e sulla composizione della popolazione permettendo ad un paese sempre più vecchio e con un basso tasso di natalità di essere sostenuto demograficamente ed economicamente dai 3.7 milioni di contribuenti nati all’estero 2. L’impatto economico dipende anche dal valore del capitale umano. Le quasi 9 milioni di persone emigrate nella grande emigrazione appartenevano alle classi sociali più deboli e la perdita di capitale umano non era rilevante se comparata ai benefici sull’ economia italiana: rimesse, minor offerta di lavoro e maggiore domanda di prodotti italiani 3. Analizzando congiuntamente il fenomeno emigrazione-immigrazione, oggi si è generato un saldo negativo dove non c’è un bilanciamento tra la fuga dei cervelli e l’arrivo degli immigrati. La sfida del nostro paese è ridurre questa forbice. Per farlo, occorre investire, partendo dall’istruzione, per evitare che le persone altamente qualificate lascino il nostro paese e che gli immigrati rimangano debolmente assimilati nel mercato del lavoro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/6089