Hepatitis E (HEV) is an acute viral disease, generally self-limiting and very rarely subject to chronicity, with clinical features similar to those of hepatitis A. Type E hepatitis is endemic in many developing countries in particular in the tropical and subtropical countries of Asia, Africa and Central America where, due to modest hygienic and sanitary conditions, the virus can easily be transmitted via the faecal-oral route, contaminate the drinking water which thus becomes the vehicle of sudden and vast epidemics. On the contrary, in the western world, while in the past hepatitis E was traditionally considered a disease associated with travel to endemic areas, in recent years an increasing number of indigenous cases reported in European countries associated with meat consumption have been observed (especially of pork, undercooked or not sufficiently seasoned). Numerous serum epidemiological studies have found a remarkable prevalence of anti-HEV antibodies (5-20%) in the healthy population of many industrialized countries, suggesting a high diffusion of the infection, albeit generally at a subclinical level. In Europe, some serum-prevalence studies conducted in the blood donor population show that HEV infection has a wide prevalence range: Holland 0.4% [1]; France 3.2% [2]; Switzerland 4.9% [3]; Germany 6.8% [4]; England 10% [5]; Denmark 20.6% [6]. Hepatitis E is supervised in Italy through the special system Seieva (Integrated Epidemiological System of Acute Viral Hepatitis), but to date no seroprevalence studies have been performed at regional and national level, therefore the current prevalence of the infection is unknown (the only studies available are dated or carried out with diagnostic methods of poor sensitivity). Seroprevalence studies have been carried out among blood donors in various European countries and in Italy the Istituto Superiore di Sanità has developed a research project aimed at estimating the prevalence of antibodies (IgG and IgM) and HEV-RNA in donors of blood and to identify the possible risk factors connected to the transmission of HEV.

L’epatite E (HEV) è una malattia virale acuta, generalmente autolimitante e molto raramente soggetta a cronicizzazione, con caratteristiche cliniche simili a quelle dell’epatite A. L’epatite di tipo E è endemica in molti Paesi in via di sviluppo in particolare nei paesi tropicali e subtropicali dell’Asia, dell’Africa e dell’America centrale dove, a causa delle modeste condizioni igienico-sanitarie, il virus può facilmente essere trasmesso per via oro-fecale, contaminare l’acqua potabile che diventa così veicolo d’improvvise e vaste epidemie. Al contrario, nel mondo occidentale, mentre in passato l’epatite E era tradizionalmente considerata una malattia associata ai viaggi in zone endemiche, negli ultimi anni si è osservato un numero crescente di casi autoctoni segnalati in Paesi europei associati al consumo di carne (soprattutto di maiale, poco cotta o non sufficientemente stagionata). Numerosi studi sieroepidemiologici hanno rilevato una notevole prevalenza degli anticorpi anti-HEV (5-20%) nella popolazione sana di molti Paesi industrializzati, facendo ipotizzare un’elevata diffusione dell’infezione, seppur in genere a livello subclinico. In Europa, alcuni studi di siero-prevalenza condotti nella popolazione dei donatori di sangue dimostrano che l’infezione da HEV ha un range di prevalenza ampio: Olanda 0,4% [1]; Francia 3,2% [2]; Svizzera 4,9 % [3]; Germania 6,8% [4]; Inghilterra 10% [5]; Danimarca 20,6%[6]. L’epatite E è sorvegliata in Italia attraverso il sistema speciale Seieva (Sistema Epidemiologico Integrato dell’Epatite Virale Acuta), ma ad oggi non sono stati eseguiti studi di sieroprevalenza a livello regionale e nazionale pertanto la prevalenza attuale dell’infezione è sconosciuta (gli unici studi disponibili sono datati o realizzati con metodi diagnostici di scarsa sensibilità). Sono stati eseguiti studi di sieroprevalenza tra i donatori di sangue in diversi Paesi europei ed in Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha sviluppato un progetto di ricerca finalizzato a stimare la prevalenza degli anticorpi (IgG e IgM) e dell’HEV-RNA nei donatori di sangue e ad identificare i possibili fattori di rischio collegati alla trasmissione dell’HEV.

SIEROPREVALENZA DELL'INFEZIONE DA VIRUS DELL'EPATITE E NEI DONATORI DI SANGUE ITALIANI: UNA SORVEGLIANZA A LIVELLO REGIONALE E NAZIONALE

BALZANI, MICHAEL
2018/2019

Abstract

Hepatitis E (HEV) is an acute viral disease, generally self-limiting and very rarely subject to chronicity, with clinical features similar to those of hepatitis A. Type E hepatitis is endemic in many developing countries in particular in the tropical and subtropical countries of Asia, Africa and Central America where, due to modest hygienic and sanitary conditions, the virus can easily be transmitted via the faecal-oral route, contaminate the drinking water which thus becomes the vehicle of sudden and vast epidemics. On the contrary, in the western world, while in the past hepatitis E was traditionally considered a disease associated with travel to endemic areas, in recent years an increasing number of indigenous cases reported in European countries associated with meat consumption have been observed (especially of pork, undercooked or not sufficiently seasoned). Numerous serum epidemiological studies have found a remarkable prevalence of anti-HEV antibodies (5-20%) in the healthy population of many industrialized countries, suggesting a high diffusion of the infection, albeit generally at a subclinical level. In Europe, some serum-prevalence studies conducted in the blood donor population show that HEV infection has a wide prevalence range: Holland 0.4% [1]; France 3.2% [2]; Switzerland 4.9% [3]; Germany 6.8% [4]; England 10% [5]; Denmark 20.6% [6]. Hepatitis E is supervised in Italy through the special system Seieva (Integrated Epidemiological System of Acute Viral Hepatitis), but to date no seroprevalence studies have been performed at regional and national level, therefore the current prevalence of the infection is unknown (the only studies available are dated or carried out with diagnostic methods of poor sensitivity). Seroprevalence studies have been carried out among blood donors in various European countries and in Italy the Istituto Superiore di Sanità has developed a research project aimed at estimating the prevalence of antibodies (IgG and IgM) and HEV-RNA in donors of blood and to identify the possible risk factors connected to the transmission of HEV.
2018
2019-10-22
SEROPREVALENCE OF HEPATITIS E VIRUS INFECTION IN ITALIAN BLOOD DONORS: A SURVEY AT NATIONAL AND REGIONAL LEVEL
L’epatite E (HEV) è una malattia virale acuta, generalmente autolimitante e molto raramente soggetta a cronicizzazione, con caratteristiche cliniche simili a quelle dell’epatite A. L’epatite di tipo E è endemica in molti Paesi in via di sviluppo in particolare nei paesi tropicali e subtropicali dell’Asia, dell’Africa e dell’America centrale dove, a causa delle modeste condizioni igienico-sanitarie, il virus può facilmente essere trasmesso per via oro-fecale, contaminare l’acqua potabile che diventa così veicolo d’improvvise e vaste epidemie. Al contrario, nel mondo occidentale, mentre in passato l’epatite E era tradizionalmente considerata una malattia associata ai viaggi in zone endemiche, negli ultimi anni si è osservato un numero crescente di casi autoctoni segnalati in Paesi europei associati al consumo di carne (soprattutto di maiale, poco cotta o non sufficientemente stagionata). Numerosi studi sieroepidemiologici hanno rilevato una notevole prevalenza degli anticorpi anti-HEV (5-20%) nella popolazione sana di molti Paesi industrializzati, facendo ipotizzare un’elevata diffusione dell’infezione, seppur in genere a livello subclinico. In Europa, alcuni studi di siero-prevalenza condotti nella popolazione dei donatori di sangue dimostrano che l’infezione da HEV ha un range di prevalenza ampio: Olanda 0,4% [1]; Francia 3,2% [2]; Svizzera 4,9 % [3]; Germania 6,8% [4]; Inghilterra 10% [5]; Danimarca 20,6%[6]. L’epatite E è sorvegliata in Italia attraverso il sistema speciale Seieva (Sistema Epidemiologico Integrato dell’Epatite Virale Acuta), ma ad oggi non sono stati eseguiti studi di sieroprevalenza a livello regionale e nazionale pertanto la prevalenza attuale dell’infezione è sconosciuta (gli unici studi disponibili sono datati o realizzati con metodi diagnostici di scarsa sensibilità). Sono stati eseguiti studi di sieroprevalenza tra i donatori di sangue in diversi Paesi europei ed in Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha sviluppato un progetto di ricerca finalizzato a stimare la prevalenza degli anticorpi (IgG e IgM) e dell’HEV-RNA nei donatori di sangue e ad identificare i possibili fattori di rischio collegati alla trasmissione dell’HEV.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi Michael Balzani Definitiva.pdf

Open Access dal 22/10/2021

Dimensione 2.43 MB
Formato Adobe PDF
2.43 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/6123