L’uomo è un incastro perfetto di ciò che lo costituisce e il tutto parte da quello che può essere considerato come la sua colonna portante, il cuore. Il cuore è l’organo responsabile di un efficiente funzionamento dell’apparato sanguifero che permette la circolazione del sangue all’interno dei vasi sanguiferi, il tutto avviene mediante contrazioni ritmiche ben organizzate, che rendono possibile la corretta circolazione del sangue in tutto il corpo. Per il controllo della sua normale attività, l’esame addetto allo svolgimento di questo compito è l’elettrocardiogramma (ECG)e la sua realizzazione è possibile poiché l’azione ritmica del cuore è controllata da un segnale elettrico, originato da un gruppo di cellule specializzate sito in prossimità dello sbocco delle due vene cave. Infatti, attraverso lo svolgimento dell’elettrocardiogramma, che rappresenta il grafico dell’andamento del potenziale cardiaco rispetto al tempo, si può controllare che il tutto avvenga in maniera corretta. Il risultato di questo esame è un tracciato elettrocardiografico costituito da tre deflessioni il cui cambiamento rispetto alle condizioni standard è indice di alterazioni del normale ritmo cardiaco e ciò indica la presenza di aritmie. In base ai cambiamenti presenti nel tracciato elettrocardiografico si possono riscontrare differenti tipologie di aritmie, in particolare se ne identificano quattro tipi: l’extrasistole, aritmie ventricolari, sopraventicolari e bradicardie. Focalizzando l’attenzione sulle aritmie sopraventricolari, presente in questa categoria è la fibrillazione atriale (FA) che può essere parossistica o persistente a seconda della durata di tale fenomeno ed è caratterizzata da un'attività elettrica degli atri completamente disorganizzata e non corrisponde a un'attività meccanica efficace, inoltre questa variabilità della conduzione atrioventricolare fa sì che i ventricoli si contraggano in maniera irregolare. Gli aspetti salienti della FA che la caratterizzano saranno la presenza di onde F e l'irregolarità dei battiti, particolarità di rilevante importanza nella sua diagnosi. Gioca perciò un ruolo fondamentale nella sua caratterizzazione l’introduzione del vettorcardiogramma (VCG) una metodologia utilizzata per l’analisi spaziale della fibrillazione atriale. Il VCG è ottenuto partendo dalle 12 derivazioni dell’ECG riducendole a 3 derivazioni ed è un metodo per registrare la grandezza e la direzione delle forze elettriche generate dal cuore per mezzo di una serie continua di vettori che formano linee curve attorno ad un punto centrale. Utilizzando le metodologie descritte, in questo elaborato partendo da 30 segnali appartenenti ad uno stesso dataset, l’obiettivo è stato quello di analizzare le onde F in essi contenute attraverso il VCG quantificando, mediante il calcolo dell’RMS (Root mean square) dei valori raccolti nelle tre direzioni principali, e la loro maggiore presenza in una tra le tre direzioni proposte. Dopo il confronto dei dati raccolti è emerso che effettivamente solo in una direzione, ovvero in quella antero-posteriore, i valori medi risultano più altri degli altri evidenziandone quindi una maggiore distribuzione in questa direzione.
Caratterizzazione spaziale dell'onda F elettrocardiografica
DATTOLI, DALILA
2020/2021
Abstract
L’uomo è un incastro perfetto di ciò che lo costituisce e il tutto parte da quello che può essere considerato come la sua colonna portante, il cuore. Il cuore è l’organo responsabile di un efficiente funzionamento dell’apparato sanguifero che permette la circolazione del sangue all’interno dei vasi sanguiferi, il tutto avviene mediante contrazioni ritmiche ben organizzate, che rendono possibile la corretta circolazione del sangue in tutto il corpo. Per il controllo della sua normale attività, l’esame addetto allo svolgimento di questo compito è l’elettrocardiogramma (ECG)e la sua realizzazione è possibile poiché l’azione ritmica del cuore è controllata da un segnale elettrico, originato da un gruppo di cellule specializzate sito in prossimità dello sbocco delle due vene cave. Infatti, attraverso lo svolgimento dell’elettrocardiogramma, che rappresenta il grafico dell’andamento del potenziale cardiaco rispetto al tempo, si può controllare che il tutto avvenga in maniera corretta. Il risultato di questo esame è un tracciato elettrocardiografico costituito da tre deflessioni il cui cambiamento rispetto alle condizioni standard è indice di alterazioni del normale ritmo cardiaco e ciò indica la presenza di aritmie. In base ai cambiamenti presenti nel tracciato elettrocardiografico si possono riscontrare differenti tipologie di aritmie, in particolare se ne identificano quattro tipi: l’extrasistole, aritmie ventricolari, sopraventicolari e bradicardie. Focalizzando l’attenzione sulle aritmie sopraventricolari, presente in questa categoria è la fibrillazione atriale (FA) che può essere parossistica o persistente a seconda della durata di tale fenomeno ed è caratterizzata da un'attività elettrica degli atri completamente disorganizzata e non corrisponde a un'attività meccanica efficace, inoltre questa variabilità della conduzione atrioventricolare fa sì che i ventricoli si contraggano in maniera irregolare. Gli aspetti salienti della FA che la caratterizzano saranno la presenza di onde F e l'irregolarità dei battiti, particolarità di rilevante importanza nella sua diagnosi. Gioca perciò un ruolo fondamentale nella sua caratterizzazione l’introduzione del vettorcardiogramma (VCG) una metodologia utilizzata per l’analisi spaziale della fibrillazione atriale. Il VCG è ottenuto partendo dalle 12 derivazioni dell’ECG riducendole a 3 derivazioni ed è un metodo per registrare la grandezza e la direzione delle forze elettriche generate dal cuore per mezzo di una serie continua di vettori che formano linee curve attorno ad un punto centrale. Utilizzando le metodologie descritte, in questo elaborato partendo da 30 segnali appartenenti ad uno stesso dataset, l’obiettivo è stato quello di analizzare le onde F in essi contenute attraverso il VCG quantificando, mediante il calcolo dell’RMS (Root mean square) dei valori raccolti nelle tre direzioni principali, e la loro maggiore presenza in una tra le tre direzioni proposte. Dopo il confronto dei dati raccolti è emerso che effettivamente solo in una direzione, ovvero in quella antero-posteriore, i valori medi risultano più altri degli altri evidenziandone quindi una maggiore distribuzione in questa direzione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/7415