Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di mortalità nei soggetti affetti da insufficienza renale allo stadio terminale (ESRD). Risulta essere molto importante monitorare l’intervallo QT dei pazienti con ESRD sottoposti a dialisi, poiché essi risultano essere maggiormente esposti a rischi cardiaci. Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare la variazione dell’intervallo QT prima, durante e dopo la terapia dialitica. Il cuore è l’organo centrale dell’apparato circolatorio sanguigno e funziona come una pompa. Lo stimolo per la contrazione cardiaca ha origine nel nodo senoatriale. La contrazione del cuore è dovuta ad un’inversione della polarità della membrana dei cardiociti (da -80mV a +29mV), grazie al flusso di ioni attraverso la membrana semipermeabile. Il cambiamento dei potenziali dei cardiociti può essere osservato sulla superficie corporea. Si registra così l’attività del cuore con l’elettrocardiogramma (ECG) di superfice. Talvolta, per analizzare particolari parametri, è necessario effettuare ECG prolungati, della durata di 24 o 48 ore. Il tracciato ECG standard presenta una morfologia caratteristica che permette di osservare lo stato di salute del cuore. Il segnale rilevato con l’ECG può essere corrotto da disturbi: in quel caso è necessario filtrare il segnale. La feature presa in considerazione in questa tesi è l’intervallo QT, che rappresenta la durata di tutta l’attività ventricolare. Questo intervallo di solito viene valutato in seconda derivazione (II). Esistono vari metodi per valutare la lunghezza del QT e la fase più difficile risulta sempre la corretta identificazione della fine dell’onda T. Il QT, inoltre, varia al variare della frequenza cardiaca, per questo motivo deve essere corretto in funzione di quest’ultima: si ottiene così il QT corretto (QTc). Valori fisiologici dell’intervallo QT sono compresi tra 350 e 450 ms. Valori al di fuori di questi range comportano patologie molto gravi, quali la sindrome da QT corto (SQTS) e da QT lungo (LQTS). Il rene è un organo strettamente legato all’attività cardiovascolare: esso filtra il sangue, eliminando eventuali scorie, regola il bilancio degli ioni e regola il volume e la pressione del sangue. L’insufficienza renale è una patologia pericolosa, che deve essere immediatamente trattata con trapianto renale o terapia dialitica. La dialisi è una terapia che mira a sostituire la funzionalità renale, ma comporta squilibri elettrolitici che alterano il corretto funzionamento del cuore. Nel corso degli anni molti studi hanno evidenziato un aumento dell’intervallo QT nei pazienti sottoposti a dialisi. Questi risultati sono stati ottenuti anche nella parte sperimentale di questa tesi, dove si è analizzato un ECG Holter di 17 ore di un paziente con ESRD e in dialisi di mantenimento. Questo dato proviene dal database del Telemetric and Holter ECG Warehouse. L’obiettivo è quello di valutare l’andamento del QT prima, durante e dopo il trattamento di dialisi. Si è analizzato il tracciato con il riconoscimento automatico dell’intervallo QT secondo il metodo di Laguna. Dai risultati è emerso un intervallo QT piuttosto elevato, spesso oltre i limiti del fisiologico, che aumenta durante le prime cinque ore del tracciato, che corrispondono alle ore effettive di dialisi. In questo tempo il QT (valutato in seconda derivazione) è passato da 458ms a 492ms. Nelle ore successive il valore del QT è sceso, restando però ai limiti della normalità, intorno ai 440ms. Dai risultati risulta essere notevole anche la dispersione del QT (QTd), che rappresenta un altro importante indice di rischio cardiaco: il QTd è risultato sempre superiore ai 100ms. In conclusione, valutando i risultati ottenuti ed osservando altri studi svolti negli anni, è evidente che i pazienti con insufficienza renale e in terapia dialitica sono soggetti a maggiori rischi cardiaci.
ANALISI DELL’INTERVALLO QT ELETTROCARDIOGRAFICO IN DIALISI
POCETTI, MARCO
2020/2021
Abstract
Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di mortalità nei soggetti affetti da insufficienza renale allo stadio terminale (ESRD). Risulta essere molto importante monitorare l’intervallo QT dei pazienti con ESRD sottoposti a dialisi, poiché essi risultano essere maggiormente esposti a rischi cardiaci. Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare la variazione dell’intervallo QT prima, durante e dopo la terapia dialitica. Il cuore è l’organo centrale dell’apparato circolatorio sanguigno e funziona come una pompa. Lo stimolo per la contrazione cardiaca ha origine nel nodo senoatriale. La contrazione del cuore è dovuta ad un’inversione della polarità della membrana dei cardiociti (da -80mV a +29mV), grazie al flusso di ioni attraverso la membrana semipermeabile. Il cambiamento dei potenziali dei cardiociti può essere osservato sulla superficie corporea. Si registra così l’attività del cuore con l’elettrocardiogramma (ECG) di superfice. Talvolta, per analizzare particolari parametri, è necessario effettuare ECG prolungati, della durata di 24 o 48 ore. Il tracciato ECG standard presenta una morfologia caratteristica che permette di osservare lo stato di salute del cuore. Il segnale rilevato con l’ECG può essere corrotto da disturbi: in quel caso è necessario filtrare il segnale. La feature presa in considerazione in questa tesi è l’intervallo QT, che rappresenta la durata di tutta l’attività ventricolare. Questo intervallo di solito viene valutato in seconda derivazione (II). Esistono vari metodi per valutare la lunghezza del QT e la fase più difficile risulta sempre la corretta identificazione della fine dell’onda T. Il QT, inoltre, varia al variare della frequenza cardiaca, per questo motivo deve essere corretto in funzione di quest’ultima: si ottiene così il QT corretto (QTc). Valori fisiologici dell’intervallo QT sono compresi tra 350 e 450 ms. Valori al di fuori di questi range comportano patologie molto gravi, quali la sindrome da QT corto (SQTS) e da QT lungo (LQTS). Il rene è un organo strettamente legato all’attività cardiovascolare: esso filtra il sangue, eliminando eventuali scorie, regola il bilancio degli ioni e regola il volume e la pressione del sangue. L’insufficienza renale è una patologia pericolosa, che deve essere immediatamente trattata con trapianto renale o terapia dialitica. La dialisi è una terapia che mira a sostituire la funzionalità renale, ma comporta squilibri elettrolitici che alterano il corretto funzionamento del cuore. Nel corso degli anni molti studi hanno evidenziato un aumento dell’intervallo QT nei pazienti sottoposti a dialisi. Questi risultati sono stati ottenuti anche nella parte sperimentale di questa tesi, dove si è analizzato un ECG Holter di 17 ore di un paziente con ESRD e in dialisi di mantenimento. Questo dato proviene dal database del Telemetric and Holter ECG Warehouse. L’obiettivo è quello di valutare l’andamento del QT prima, durante e dopo il trattamento di dialisi. Si è analizzato il tracciato con il riconoscimento automatico dell’intervallo QT secondo il metodo di Laguna. Dai risultati è emerso un intervallo QT piuttosto elevato, spesso oltre i limiti del fisiologico, che aumenta durante le prime cinque ore del tracciato, che corrispondono alle ore effettive di dialisi. In questo tempo il QT (valutato in seconda derivazione) è passato da 458ms a 492ms. Nelle ore successive il valore del QT è sceso, restando però ai limiti della normalità, intorno ai 440ms. Dai risultati risulta essere notevole anche la dispersione del QT (QTd), che rappresenta un altro importante indice di rischio cardiaco: il QTd è risultato sempre superiore ai 100ms. In conclusione, valutando i risultati ottenuti ed osservando altri studi svolti negli anni, è evidente che i pazienti con insufficienza renale e in terapia dialitica sono soggetti a maggiori rischi cardiaci.File | Dimensione | Formato | |
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