Il genere Ulmus rientra nella famiglia delle Ulmaceae e include alberi decidui di medie dimensioni. Nel nostro paese e in Europa sono presenti tre specie di olmo: Ulmus minor, U. glabra e U. laevis. Nessuna malattia forestale nei secoli è stata così distruttiva come la grafiosi dell’olmo, che ha disseccato milioni di olmi nel corso del 1900 in Europa ed in Nord America. Partendo da alcune segnalazioni di deperimento pervenute dall’opinione pubblica e da Enti locali, si è pensato di fare il punto della situazione sullo stato fitosanitario dell’olmo nelle provincie di Ancona e Macerata. Nei mesi di maggio e giugno 2022, sono state individuate 100 piante di olmo situate lungo le strade statali, comunali, private e in zone ripariali e di vegetazione preforestale nei comuni di Camerano (AN), Offagna (AN), Polverigi (AN), Jesi (AN), Staffolo (AN), Cingoli (MC), Montefano (MC), Macerata (MC) ed Apiro (MC). Dai rilievi è stato possibile verificare che i primi sintomi di stress si sono verificati nelle piante di olmo a partire già da fine aprile inizio maggio, con la presenza di ingiallimenti localizzati per poi evolversi in defogliazione e morte dei tessuti. Durante i sopralluoghi sono state riscontrate 25 piante che presentavano il 30% del tessuto morto, 10 esemplari con tessuto disseccato fino al 50% e 33 quelle che mostravano più del 50% di chioma disseccata. Circa il 40% delle piante monitorate presentava danni da scolitidi, mentre il 20% presentava scopazzi determinati da ‘Candidatus Phytoplasma ulmi’. La progressione rapida e così diffusa del deperimento dell’olmo sul territorio sembra essere fortemente dipendente dall’andamento climatico. Soprattutto le elevate temperature interferiscono negativamente con la pianta andando a rallentare le reazioni di difesa della stessa, inoltre hanno un impatto positivo sul ciclo degli insetti vettori. Sulla base di questi primi dati raccolti, considerando che U. minor e U. glabra sono considerate “specie protette” in base alla Legge Regionale n. 6 del 23-02-2005, si ritiene opportuno estendere il monitoraggio fitosanitario rendendolo più capillare, e verificare l’identità dell’agente causale, per escludere che si possa trattare di una specie di Ophiostoma sp. più aggressiva rispetto a quelle descritte in precedenza in Italia.
LA GRAFIOSI DELL'OLMO NELLE MARCHE
MARASCA, GIORGIO
2021/2022
Abstract
Il genere Ulmus rientra nella famiglia delle Ulmaceae e include alberi decidui di medie dimensioni. Nel nostro paese e in Europa sono presenti tre specie di olmo: Ulmus minor, U. glabra e U. laevis. Nessuna malattia forestale nei secoli è stata così distruttiva come la grafiosi dell’olmo, che ha disseccato milioni di olmi nel corso del 1900 in Europa ed in Nord America. Partendo da alcune segnalazioni di deperimento pervenute dall’opinione pubblica e da Enti locali, si è pensato di fare il punto della situazione sullo stato fitosanitario dell’olmo nelle provincie di Ancona e Macerata. Nei mesi di maggio e giugno 2022, sono state individuate 100 piante di olmo situate lungo le strade statali, comunali, private e in zone ripariali e di vegetazione preforestale nei comuni di Camerano (AN), Offagna (AN), Polverigi (AN), Jesi (AN), Staffolo (AN), Cingoli (MC), Montefano (MC), Macerata (MC) ed Apiro (MC). Dai rilievi è stato possibile verificare che i primi sintomi di stress si sono verificati nelle piante di olmo a partire già da fine aprile inizio maggio, con la presenza di ingiallimenti localizzati per poi evolversi in defogliazione e morte dei tessuti. Durante i sopralluoghi sono state riscontrate 25 piante che presentavano il 30% del tessuto morto, 10 esemplari con tessuto disseccato fino al 50% e 33 quelle che mostravano più del 50% di chioma disseccata. Circa il 40% delle piante monitorate presentava danni da scolitidi, mentre il 20% presentava scopazzi determinati da ‘Candidatus Phytoplasma ulmi’. La progressione rapida e così diffusa del deperimento dell’olmo sul territorio sembra essere fortemente dipendente dall’andamento climatico. Soprattutto le elevate temperature interferiscono negativamente con la pianta andando a rallentare le reazioni di difesa della stessa, inoltre hanno un impatto positivo sul ciclo degli insetti vettori. Sulla base di questi primi dati raccolti, considerando che U. minor e U. glabra sono considerate “specie protette” in base alla Legge Regionale n. 6 del 23-02-2005, si ritiene opportuno estendere il monitoraggio fitosanitario rendendolo più capillare, e verificare l’identità dell’agente causale, per escludere che si possa trattare di una specie di Ophiostoma sp. più aggressiva rispetto a quelle descritte in precedenza in Italia.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi Marasca Giorgio.pdf
accesso aperto
Dimensione
6.09 MB
Formato
Adobe PDF
|
6.09 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.12075/9945