Il lavoro si focalizza sulla ricerca di una nuova tipologia di marcatori genetici per l’identificazione di tracce biologiche rinvenute nelle scene del crimine, in particolare tracce tissutali di sangue e sperma. Questo studio pone le basi per lo sviluppo di una metodologia semplice, sensibile ed affidabile, che non necessita di un trattamento preventivo del DNA e abbatte quindi le difficoltà tecniche che si possono riscontrare nelle metodiche classiche. L’utilizzo delle variazioni del numero di copie (CNV) come marker permette l’identificazione di tessuti forensi tramite metodi di analisi ben conosciuti e precisi come la PCR quantitativa in tempo reale (qPCR); tecnica che consente di ottenere risultati positivi per piccole quantità di DNA e comporta anche una buona gestione del DNA degradato. Questo fornisce ottimi prerequisiti per l’applicazione della metodologia in campo forense; soprattutto in casi remoti in cui sono disponibili limitate quantità di DNA, di scarsa qualità e non sono presenti tracce di RNA.
PRESENTAZIONE DI UNA NUOVA TIPOLOGIA DI MARCATORI GENETICI PER L'IDENTIFICAZIONE DI TESSUTI FORENSI: LA VARIAZIONE DEL NUMERO DI COPIE (CNV) PERMETTE DI IDENTIFICARE L'ORIGINE DI SANGUE E SPERMA.
POLONARA, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
Il lavoro si focalizza sulla ricerca di una nuova tipologia di marcatori genetici per l’identificazione di tracce biologiche rinvenute nelle scene del crimine, in particolare tracce tissutali di sangue e sperma. Questo studio pone le basi per lo sviluppo di una metodologia semplice, sensibile ed affidabile, che non necessita di un trattamento preventivo del DNA e abbatte quindi le difficoltà tecniche che si possono riscontrare nelle metodiche classiche. L’utilizzo delle variazioni del numero di copie (CNV) come marker permette l’identificazione di tessuti forensi tramite metodi di analisi ben conosciuti e precisi come la PCR quantitativa in tempo reale (qPCR); tecnica che consente di ottenere risultati positivi per piccole quantità di DNA e comporta anche una buona gestione del DNA degradato. Questo fornisce ottimi prerequisiti per l’applicazione della metodologia in campo forense; soprattutto in casi remoti in cui sono disponibili limitate quantità di DNA, di scarsa qualità e non sono presenti tracce di RNA.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/2562