The former Church of San Francesco is located in the historic centre of the town of Fano, in the province of Pesaro and Urbino, in the Marche region, and is one of the most interesting assets of the place. It constitutes a document of undoubted richness thanks to the countless stratifications that, over the centuries, have given us back a unique monument, a palimpsest of the passage of time, a concrete memory of the history of the place. Founded as a Franciscan church in the mid-1200s, it was then completely transformed inside in the 1800s and for almost a century has lost its roof, becoming an open-air church. Over the years, this lack has taken on a distinctive, identifying character and today, paradoxically, is one of its strengths. At present, however, the church is inaccessible, immobile in its decadence. Distant from the city's vitality despite being immersed in it. The only possible view is from the portal, the absence of the gate allows us to see the apse, a few columns, a few altars. From beyond the gate one perceives only the static nature of a place that seems unchanging and unchanged, far away. While inside, the church continues to bear the consequences of abandonment, with incredible resilience, demonstrating the quality of its framework. Without immediate intervention, however, it will not last much longer. The decorative apparatus is in critical condition and water, either from rainfall or in the form of rising damp, is a serious problem. It is necessary to take charge of the future of this space, return it to the city and offer it a new opportunity for function and use. Make it a backdrop and frame for experiences, bring back the sound of people's laughter, the roar of applause, the notes of a song. To make it become an attractive pole, a museum of itself, a container of opportunities. In this thesis work, a proposal was developed for a preventive and programmed conservation plan that would allow the church to be preserved without the need to rebuild the roof, without depriving it of its distinctive character, but still make it usable and ensure its preservation through ongoing care. The discourse has been pursued along two parallel lines, that of the real and that of the virtual, demonstrating how digital can support and increase the potential of the proposal. It is therefore a question of defining priorities and making choices favouring those values that have long been neglected such as history, the environment, aesthetics, the urban context and participation. A fundamental basis for the success of any project.

La ex Chiesa di San Francesco sorge nel pieno centro storico della città di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche ed è uno dei beni più interessanti del posto. Essa costituisce un documento di indubbia ricchezza grazie alle innumerevoli stratificazioni che, nel corso dei secoli, ci hanno restituito un monumento unico, palinsesto dello scorrere del tempo, memoria concreta della storia del luogo. Nata come chiesa francescana a metà del 1200 è stata poi completamente trasformata all’interno nel 1800 e da quasi un secolo ha perso la copertura diventando così una chiesa a cielo aperto. Negli anni questa mancanza ha assunto un carattere distintivo, identitario ed oggi paradossalmente è uno dei suoi punti di forza. Al momento però, la chiesa è inaccessibile, ferma, immobile nella sua decadenza. Distante dalla vitalità cittadina pur essendovene immersa. L’unico scorcio possibile è dal portale, la mancanza del portone permette di vedere l’abside, qualche colonna, qualche altare. Da oltre il cancello si percepisce solo la staticità di un posto che sembra immutabile e immutato, lontano. Mentre all’interno la chiesa continua a sopportare le conseguenze dell’abbandono, con un incredibile resilienza, dimostrando la qualità della sua ossatura. Senza un intervento immediato però non resisterà ancora a lungo. L’apparato decorativo versa in condizioni critiche e l’acqua, sia delle precipitazioni che sotto forma di umidità di risalita, è un serio problema. È necessario farsi carico del futuro di questo spazio, restituirlo alla città e offrirgli una nuova opportunità di funzione e fruizione. Farlo diventare sfondo e cornice di esperienze, riportare al suo interno il rumore delle risate delle persone, il fragore di un applauso, le note di una canzone. Far sì che diventi un polo attrattivo, museo di sé stesso, contenitore di opportunità. In questo lavoro di tesi è stata sviluppata una proposta per un piano di conservazione preventiva e programmata che permetta di conservare la chiesa senza la necessità di ricostruire la copertura, senza privarla del suo carattere distintivo ma che comunque la renda fruibile e ne assicuri la salvaguardia attraverso la cura continua. Il discorso è stato portato avanti su due filoni paralleli, quello del reale e quello del virtuale, dimostrando come il digitale possa supportare e incrementare le potenzialità della proposta. Si tratta dunque di definire delle priorità e fare delle scelte privilegiando quei valori che sono stati da tempo trascurati come la storia, l’ambiente, l’estetica, il contesto urbano e la partecipazione. Base fondamentale per la riuscita di qualsiasi progetto.

La ex chiesa di san Francesco a Fano tra materia e memoria. Strategie di conservazione preventiva e programmata e scenari di riuso adattivo (reali e virtuali)

DI GIACINTI, GIUSY
2021/2022

Abstract

The former Church of San Francesco is located in the historic centre of the town of Fano, in the province of Pesaro and Urbino, in the Marche region, and is one of the most interesting assets of the place. It constitutes a document of undoubted richness thanks to the countless stratifications that, over the centuries, have given us back a unique monument, a palimpsest of the passage of time, a concrete memory of the history of the place. Founded as a Franciscan church in the mid-1200s, it was then completely transformed inside in the 1800s and for almost a century has lost its roof, becoming an open-air church. Over the years, this lack has taken on a distinctive, identifying character and today, paradoxically, is one of its strengths. At present, however, the church is inaccessible, immobile in its decadence. Distant from the city's vitality despite being immersed in it. The only possible view is from the portal, the absence of the gate allows us to see the apse, a few columns, a few altars. From beyond the gate one perceives only the static nature of a place that seems unchanging and unchanged, far away. While inside, the church continues to bear the consequences of abandonment, with incredible resilience, demonstrating the quality of its framework. Without immediate intervention, however, it will not last much longer. The decorative apparatus is in critical condition and water, either from rainfall or in the form of rising damp, is a serious problem. It is necessary to take charge of the future of this space, return it to the city and offer it a new opportunity for function and use. Make it a backdrop and frame for experiences, bring back the sound of people's laughter, the roar of applause, the notes of a song. To make it become an attractive pole, a museum of itself, a container of opportunities. In this thesis work, a proposal was developed for a preventive and programmed conservation plan that would allow the church to be preserved without the need to rebuild the roof, without depriving it of its distinctive character, but still make it usable and ensure its preservation through ongoing care. The discourse has been pursued along two parallel lines, that of the real and that of the virtual, demonstrating how digital can support and increase the potential of the proposal. It is therefore a question of defining priorities and making choices favouring those values that have long been neglected such as history, the environment, aesthetics, the urban context and participation. A fundamental basis for the success of any project.
2021
2022-07-13
The former church of san Francesco in Fano between material and memory. Preventive conservation strategies and adaptive reuse scenarios (real and virtual)
La ex Chiesa di San Francesco sorge nel pieno centro storico della città di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche ed è uno dei beni più interessanti del posto. Essa costituisce un documento di indubbia ricchezza grazie alle innumerevoli stratificazioni che, nel corso dei secoli, ci hanno restituito un monumento unico, palinsesto dello scorrere del tempo, memoria concreta della storia del luogo. Nata come chiesa francescana a metà del 1200 è stata poi completamente trasformata all’interno nel 1800 e da quasi un secolo ha perso la copertura diventando così una chiesa a cielo aperto. Negli anni questa mancanza ha assunto un carattere distintivo, identitario ed oggi paradossalmente è uno dei suoi punti di forza. Al momento però, la chiesa è inaccessibile, ferma, immobile nella sua decadenza. Distante dalla vitalità cittadina pur essendovene immersa. L’unico scorcio possibile è dal portale, la mancanza del portone permette di vedere l’abside, qualche colonna, qualche altare. Da oltre il cancello si percepisce solo la staticità di un posto che sembra immutabile e immutato, lontano. Mentre all’interno la chiesa continua a sopportare le conseguenze dell’abbandono, con un incredibile resilienza, dimostrando la qualità della sua ossatura. Senza un intervento immediato però non resisterà ancora a lungo. L’apparato decorativo versa in condizioni critiche e l’acqua, sia delle precipitazioni che sotto forma di umidità di risalita, è un serio problema. È necessario farsi carico del futuro di questo spazio, restituirlo alla città e offrirgli una nuova opportunità di funzione e fruizione. Farlo diventare sfondo e cornice di esperienze, riportare al suo interno il rumore delle risate delle persone, il fragore di un applauso, le note di una canzone. Far sì che diventi un polo attrattivo, museo di sé stesso, contenitore di opportunità. In questo lavoro di tesi è stata sviluppata una proposta per un piano di conservazione preventiva e programmata che permetta di conservare la chiesa senza la necessità di ricostruire la copertura, senza privarla del suo carattere distintivo ma che comunque la renda fruibile e ne assicuri la salvaguardia attraverso la cura continua. Il discorso è stato portato avanti su due filoni paralleli, quello del reale e quello del virtuale, dimostrando come il digitale possa supportare e incrementare le potenzialità della proposta. Si tratta dunque di definire delle priorità e fare delle scelte privilegiando quei valori che sono stati da tempo trascurati come la storia, l’ambiente, l’estetica, il contesto urbano e la partecipazione. Base fondamentale per la riuscita di qualsiasi progetto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12075/9265