L’induzione del travaglio di parto rappresenta una procedura medica sempre più diffusa nella pratica ostetrica, indicata quando la prosecuzione della gravidanza potrebbe comportare rischi per la salute materna e/o fetale. Negli ultimi anni l’attenzione si è progressivamente spostata non solo sugli aspetti clinici e sull’efficacia delle diverse metodiche, ma anche sull’esperienza soggettiva delle donne che vi si sottopongono. Le aspettative che si formano durante la gravidanza, la qualità dell’informazione ricevuta e il vissuto del parto costituiscono, infatti, fattori fondamentali determinanti per la soddisfazione materna e l’elaborazione del vissuto del parto. OBIETTIVO Lo studio è stato condotto con l’obiettivo di esplorare l’esperienza delle donne sottoposte all’induzione del travaglio, analizzando la coerenza tra le aspettative maturate durante la gravidanza e l’esperienza vissuta, con particolare attenzione al grado di soddisfazione rispetto all’informazione e al supporto ricevuti dal personale sanitario. MATERIALE E METODI La ricerca è stata condotta mediante uno studio osservazionale trasversale con approccio mixed-method, che ha combinato dati quantitativi e qualitativi. Il campione è composto da 50 donne residenti nella Regione Marche che hanno partorito in seguito ad induzione tra aprile 2024 e agosto 2025. La raccolta dei dati è avvenuta attraverso un questionario online anonimo composto da 29 domande, di cui 26 a risposta chiusa e 3 a risposta aperta, volto a indagare le caratteristiche socio-demografiche, le modalità di induzione, il livello di informazione e le percezioni personali delle partecipanti. I dati sono stati analizzati attraverso statistiche descrittive e un’analisi tematica qualitativa delle risposte aperte. RISULTATI I risultati mostrano che la gravidanza protratta oltre le 41 settimane rappresenta la principale indicazione clinica all’induzione, seguita da diabete e ipertensione. La modalità di parto più frequente è stata quella vaginale (63%), mentre il 30% delle partecipanti ha partorito mediante taglio cesareo. Emerge inoltre che il 72% delle partecipanti ha riscontrato una discrepanza tra le aspettative maturate in gravidanza e l’esperienza realmente vissuta. Le principali aspettative riguardavano la durata e l’intensità del dolore del travaglio, spesso percepite come superiori al previsto. Le informazioni relative alla procedura di induzione sono state fornite prevalentemente durante il ricovero, per lo più da personale medico; solo il 57% delle donne si è dichiarato pienamente soddisfatto delle informazioni ricevute. CONCLUSIONI Lo studio conferma come la percezione e la soddisfazione del parto indotto siano profondamente influenzate dalle aspettative preesistenti e dal livello di informazioni ricevute dal personale sanitario. Promuovere un dialogo chiaro, empatico e personalizzato, che permetta alla donna di sentirsi parte attiva del processo decisionale, rappresenta un passaggio essenziale per garantire un’assistenza ostetrica centrata sulla persona e favorire un’esperienza di nascita positiva, consapevole e rispettosa.
Dall'aspettativa all'esperienza: analisi mista delle percezioni delle donne sottoposte a induzione del travaglio nella Regione Marche
REGINI, CHIARA
2024/2025
Abstract
L’induzione del travaglio di parto rappresenta una procedura medica sempre più diffusa nella pratica ostetrica, indicata quando la prosecuzione della gravidanza potrebbe comportare rischi per la salute materna e/o fetale. Negli ultimi anni l’attenzione si è progressivamente spostata non solo sugli aspetti clinici e sull’efficacia delle diverse metodiche, ma anche sull’esperienza soggettiva delle donne che vi si sottopongono. Le aspettative che si formano durante la gravidanza, la qualità dell’informazione ricevuta e il vissuto del parto costituiscono, infatti, fattori fondamentali determinanti per la soddisfazione materna e l’elaborazione del vissuto del parto. OBIETTIVO Lo studio è stato condotto con l’obiettivo di esplorare l’esperienza delle donne sottoposte all’induzione del travaglio, analizzando la coerenza tra le aspettative maturate durante la gravidanza e l’esperienza vissuta, con particolare attenzione al grado di soddisfazione rispetto all’informazione e al supporto ricevuti dal personale sanitario. MATERIALE E METODI La ricerca è stata condotta mediante uno studio osservazionale trasversale con approccio mixed-method, che ha combinato dati quantitativi e qualitativi. Il campione è composto da 50 donne residenti nella Regione Marche che hanno partorito in seguito ad induzione tra aprile 2024 e agosto 2025. La raccolta dei dati è avvenuta attraverso un questionario online anonimo composto da 29 domande, di cui 26 a risposta chiusa e 3 a risposta aperta, volto a indagare le caratteristiche socio-demografiche, le modalità di induzione, il livello di informazione e le percezioni personali delle partecipanti. I dati sono stati analizzati attraverso statistiche descrittive e un’analisi tematica qualitativa delle risposte aperte. RISULTATI I risultati mostrano che la gravidanza protratta oltre le 41 settimane rappresenta la principale indicazione clinica all’induzione, seguita da diabete e ipertensione. La modalità di parto più frequente è stata quella vaginale (63%), mentre il 30% delle partecipanti ha partorito mediante taglio cesareo. Emerge inoltre che il 72% delle partecipanti ha riscontrato una discrepanza tra le aspettative maturate in gravidanza e l’esperienza realmente vissuta. Le principali aspettative riguardavano la durata e l’intensità del dolore del travaglio, spesso percepite come superiori al previsto. Le informazioni relative alla procedura di induzione sono state fornite prevalentemente durante il ricovero, per lo più da personale medico; solo il 57% delle donne si è dichiarato pienamente soddisfatto delle informazioni ricevute. CONCLUSIONI Lo studio conferma come la percezione e la soddisfazione del parto indotto siano profondamente influenzate dalle aspettative preesistenti e dal livello di informazioni ricevute dal personale sanitario. Promuovere un dialogo chiaro, empatico e personalizzato, che permetta alla donna di sentirsi parte attiva del processo decisionale, rappresenta un passaggio essenziale per garantire un’assistenza ostetrica centrata sulla persona e favorire un’esperienza di nascita positiva, consapevole e rispettosa.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.12075/23859