Dalla letteratura emerge una comprovata carenza di personale infermieristico all’interno dei Blocchi Operatori (BO). Questa mancanza sembrerebbe essere radicata già nel percorso di laurea triennale, dove non tutti gli studenti hanno la possibilità di frequentare un tirocinio clinico all’interno di una sala operatoria. Gli studi indicano diverse strategie per aumentare l’attività di questa disciplina, tra le quali una simulazione efficace. La carenza di infermieri potrebbe essere ascrivibile ad una poco approfondita, se non del tutto carente, conoscenza dell’ambiente. Questa situazione si riflette all’interno dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, dove c’è una criticità espressa dagli stessi Dirigenti, nel trovare infermieri che intendano perseguire una carriera all’interno del BO. È stata condotta una revisione della letteratura con il duplice scopo di sondare la situazione internazionale sulla carenza di infermieri nelle sale operatorie e il percorso formativo dello studente. La ricerca è stata condotta sulla banca dati PubMed e i risultati sintetizzati secondo il metodo PRISMA. La ricerca è stata coadiuvata dalla somministrazione di un questionario creato ad hoc, sottoposto a valutazione con Alpha di Cronbach, sottoposto agli studenti infermieri del 2° e 3° anno, dell’anno accademico 2020-2021, che hanno frequentato il tirocinio presso i BO di ogni polo dell’UNVPM nella regione Marche. È stata valutata anche l’eventuale interferenza della pandemia da Covid-19. Con i dati ottenuti è stata condotta un’analisi statistica tramite il software SPSS. Cercare di implementare l’esperienza di tirocinio nelle sale operatorie potrebbe essere il primo passo per iniziare a colmare la mancanza di infermieri. Dalla letteratura è possibile confermare anche l’efficacia della simulazione per aumentare l’attrattività del setting operatorio. Le altre strategie che emergono riguardano l’organizzazione del tirocinio clinico, il quale dovrebbe essere ristrutturato secondo un programma di tutoraggio ben delineato che segua lo studente. Dall’analisi statistica emerge come ad oggi il numero di studenti che accede al tirocinio presso il BO sia ancora troppo basso, coinvolgendo meno di 1 studente su 5. Inoltre, più della metà degli studenti non si è detta protetta o tutelata dalla propria guida di tirocinio, creando un’avversione da parte dello studente nei confronti della sala operatoria. Visto il potenziale di un tutoraggio dedicato si può considerare opportuno un corso di formazione propedeutico per i tutor. La quasi totalità degli studenti riterrebbe poi utile un’integrazione con un laboratorio di simulazione prima dell’ingresso in BO, che potrebbe essere implementato come avviene per altre skills durante il percorso di studi. Infine, l’indagine svolta sulle misure di sicurezza adottate per la pandemia da SARS-CoV-2 ha evidenziato una sostanziale omogeneità sulla condotta delle varie sedi dell’UNIVPM: agli studenti è stato consentito l’accesso al BO previo tampone nasofaringeo negativo. In questo modo non si è ulteriormente limitato l’accesso alla sala operatoria.
Il percorso formativo degli studenti di Infermieristica presso il Blocco Operatorio e potenziali strategie di miglioramento
GIAMPIERI, VALENTINA
2020/2021
Abstract
Dalla letteratura emerge una comprovata carenza di personale infermieristico all’interno dei Blocchi Operatori (BO). Questa mancanza sembrerebbe essere radicata già nel percorso di laurea triennale, dove non tutti gli studenti hanno la possibilità di frequentare un tirocinio clinico all’interno di una sala operatoria. Gli studi indicano diverse strategie per aumentare l’attività di questa disciplina, tra le quali una simulazione efficace. La carenza di infermieri potrebbe essere ascrivibile ad una poco approfondita, se non del tutto carente, conoscenza dell’ambiente. Questa situazione si riflette all’interno dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, dove c’è una criticità espressa dagli stessi Dirigenti, nel trovare infermieri che intendano perseguire una carriera all’interno del BO. È stata condotta una revisione della letteratura con il duplice scopo di sondare la situazione internazionale sulla carenza di infermieri nelle sale operatorie e il percorso formativo dello studente. La ricerca è stata condotta sulla banca dati PubMed e i risultati sintetizzati secondo il metodo PRISMA. La ricerca è stata coadiuvata dalla somministrazione di un questionario creato ad hoc, sottoposto a valutazione con Alpha di Cronbach, sottoposto agli studenti infermieri del 2° e 3° anno, dell’anno accademico 2020-2021, che hanno frequentato il tirocinio presso i BO di ogni polo dell’UNVPM nella regione Marche. È stata valutata anche l’eventuale interferenza della pandemia da Covid-19. Con i dati ottenuti è stata condotta un’analisi statistica tramite il software SPSS. Cercare di implementare l’esperienza di tirocinio nelle sale operatorie potrebbe essere il primo passo per iniziare a colmare la mancanza di infermieri. Dalla letteratura è possibile confermare anche l’efficacia della simulazione per aumentare l’attrattività del setting operatorio. Le altre strategie che emergono riguardano l’organizzazione del tirocinio clinico, il quale dovrebbe essere ristrutturato secondo un programma di tutoraggio ben delineato che segua lo studente. Dall’analisi statistica emerge come ad oggi il numero di studenti che accede al tirocinio presso il BO sia ancora troppo basso, coinvolgendo meno di 1 studente su 5. Inoltre, più della metà degli studenti non si è detta protetta o tutelata dalla propria guida di tirocinio, creando un’avversione da parte dello studente nei confronti della sala operatoria. Visto il potenziale di un tutoraggio dedicato si può considerare opportuno un corso di formazione propedeutico per i tutor. La quasi totalità degli studenti riterrebbe poi utile un’integrazione con un laboratorio di simulazione prima dell’ingresso in BO, che potrebbe essere implementato come avviene per altre skills durante il percorso di studi. Infine, l’indagine svolta sulle misure di sicurezza adottate per la pandemia da SARS-CoV-2 ha evidenziato una sostanziale omogeneità sulla condotta delle varie sedi dell’UNIVPM: agli studenti è stato consentito l’accesso al BO previo tampone nasofaringeo negativo. In questo modo non si è ulteriormente limitato l’accesso alla sala operatoria.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12075/736